Passione, abnegazione e spirito di sacrificio. Ecco i requisiti fondamentali per un agente secondo Jano La Ferla, figura ormai esperta del settore. Nell’intervista che ci ha concesso parla di sè e del mestiere dell’agente, dispensa consigli ed esprime il suo parere sull’attuale situazione del calcio italiano.

Sig. La Ferla, partirei dalle origini: quando ha intrapreso l’attività di agente e quale motivazione l’ha spinta maggiormente?                                                                  E’ dal 2000 che mi sono avvicinato a questo mondo, spinto dalla passione per il calcio, lo sport con il quale sono cresciuto. Ho praticato la professione di avvocato per anni mentre quella del procuratore era un’attività posta in secondo piano fino a quattro anni fa. Proprio dal 2010 con grande motivazione ho voluto rischiare, tralasciando la professione di avvocato nonostante abbia seguito un importante percorso di studi. Adesso mi dedico unicamente al calcio e alla professione di agente.

Dunque la figura dell’agente è  importante, secondo lei?                                                 Si, è importante e dovrebbe esserlo ancora di più. Sin dal settore giovanile è una guida per il ragazzo, lo accompagna nella crescita. Risulta fondamentale anche a livelli più alti per la gestione dei diritti d’immagine, dei contratti e nella interazione nel mondo del calcio. E’ una figura indispensabile insomma.

A quale target d’età appartengono i calciatori da lei seguiti? E in quali categorie militano la maggior parte di loro?         Quelli seguiti, anche attraverso una rete di collaboratori, vanno dai primi passi delle scuole calcio fino agli allievi. I campionati che seguo più da vicino e nei quali militano calciatori da me assistiti sono il Campionato Primavera e quello di Lega Pro.

 

Quale rapporto le piace mantenere con i suoi calciatori?                                                                                                                                     Punto molto sulle relazioni personali, mi piace stringere rapporti amichevoli con i miei assistiti e ritengo fondamentale essere sempre presente per loro, infatti sono sempre in viaggio. E’ importante però che ci sia presenza anche dall’altra parte e che queste relazioni siano fondate sulla sincerità e sulla correttezza nei miei confronti e nei confronti delle società in generale.  

E’ vero che nella sua considerevole rete di contatti rientra anche Malta e che  lì segue alcuni calciatori? Come giudica il loro calcio?

Sì, ho contatti anche a Malta e ho alcuni calciatori anche lì. Sicuramente il loro è un calcio fisico per cui non è facile giocare. E’ soprattutto un calcio in crescita, come dimostrano i risultati sia della nazionale che dei club maltesi, i quali nei preliminari di Champions ed Europa League hanno superato più di un turno. Lo dimostra persino la UEFA: infatti per la prima volta Malta ospiterà a maggio la fase finale dell’Europeo U17, che seguirò personalmente.

Quale consiglio vuole dare agli aspiranti agenti e come suggerisce loro di intraprendere l’attività?                                Spirito di sacrificio e abnegazione. E’ una professione che si pratica con grande passione, soprattutto all’inizio quando si incontrano numerose difficoltà. Il percorso di crescita necessita di umiltà e pazienza, si procede a piccoli passi. Il consiglio è quello di essere sempre presenti sul campo: allenamenti, raduni, partite o dovunque si possano stringere rapporti e creare contatti, che andrebbero poi tessuti e mantenuti.Viaggiare ed essere sempre a lavoro è fondamentale, senza mai fermarsi, perchè non si fa mercato esclusivamente ad Agosto ma tutto l’anno.

Per concludere, vorrei conoscere il suo parere riguardo al momento che sta vivendo il nostro calcio, dal livello dei settori giovanili fino alla massima serie.                                                                                                                                                                                  Per quanto riguarda la situazione del calcio italiano, purtroppo dobbiamo essere consapevoli che si è toccato il punto più basso degli ultimi anni. Il livello si è abbassato notevolmente e le società non sono più in grado di supportare i settori giovanili. Purtroppo c’è la tendenza al rassegnarsi a perdere i talenti, sempre più allettati dalle opportunità che loro si offrono all’estero, e questo in Italia non era mai accaduto. Purtroppo, lo confermano anche i risultati delle squadre italiane nelle competizioni europee. C’è sicuramente un gap notevole da colmare rispetto ai maggiori club europei.