Abbiamo avuto il piacere di fare due chiacchiere con il procuratore romano Marco Severi, che ci ha fornito numerosi spunti di riflessione in marito alla valorizzazione dei talenti ed alla sua professione. Di seguito i passaggi più significativi.

Sui giovani profili: “Nel calcio italiano ci sono ancora tanti talenti. Il problema è che per farli emergere, bisogna prima risolvere tutta una serie di problematiche, lavorando soprattutto sulla testa. A tal proposito, è fondamentale riuscire a trovare l’allenatore e la società giusta, che crede nella valorizzazione di un profilo. Il lavoro mentale sulla testa dei ragazzi è, al giorno d’oggi, la parte più impegnativa e complicata da affrontare.

 “Potrei dire 50/60 nomi che sono scomparsi nel dimenticatoio con presenze in Serie A o giovani che sembravano avere delle rosee prospettive. Il rovescio della medaglia, sulla base del discorso che sto facendo, è che ci sono ragazzi che magari hanno qualità di base inferiori ad altri, ma che riescono a raggiungere risultati superiori, per il semplice fatto di ragionare step by step.

Nel 2023 non basta più il talento allo stato puro ma bisogna gestire il ragazzo nel miglior modo possibile, tenendolo lontano dalle distrazioni e da un certo stile di vita”.

Sui ragazzi da tenere d’occhio: “Alcune squadre hanno fatto debuttare alcuni 2005 e questo non è un aspetto di poco conto.

Di 2004 importanti ce ne sono parecchi. Un esempio è il portiere del Trastevere, Semprini. L’anno scorso l’hanno lanciato sotto età. Venne scartato dalla Roma perché ritenuto troppo basso di statura ma, se si vanno a vedere le ultime due stagioni, ha dimostrato di essere estremamente affidabile. La Juventus, ad esempio, è stata come sempre bravissima a sbaragliare la concorrenza, assicurandosi le prestazioni sportive di un talento classe 2004 del Pistoia.  

Qui da noi i giovani si bruciano, mentre dalle altre parti c’è il PSG che ha fatto giocare un 2006 agli ottavi di finale di Champions League. La differenza è tutta qui. Di nomi ce ne sarebbero parecchi, Il problema è crederci”.

Sul Torneo di Viareggio: “La Rappresentativa Serie D al Viareggio darà luce e spazio a tanti giovani che per svariati motivi non giocano nei professionisti in questo momento.

Meglio un percorso in Primavera o in Serie D? Per me è molto più formativa la seconda opzione, si inizia a respirare lo spogliatoio dei grandi e si comincia a far parte di un gruppo e ad imparare il rispetto delle regole e delle gerarchie.Il famoso circo dei pari età non è più permesso. Quindi, come percorso non è affatto da sottovalutare, anche perché, dal punto di vista tecnico, il campionato è cresciuto moltissimo. Lo consiglio assolutamente”.

Sulle squadre B: “Le squadre B sul modello Juve? Non ci sono le strutture adeguate, anche a causa delle normative imposte dalla Federazione. Questo però è un problema presente in tutte le categorie. In Serie D, ad esempio, ci potranno essere squadre che vinceranno il campionato ma non potranno partecipare a quello di Lega Pro, per via delle strutture obsolete, spesso inesistenti.

In Italia è complicato avere stadi. A dire il vero, si potrebbero edificare anche in maniera veloce ma, a differenza della cultura inglese, da noi si pensa a monetizzare dal punto di vista urbanistico. Ecco perché molti club hanno deciso di non intraprendere determinati discorsi”.

Consigli per diventare procuratore: “Ovviamente consiglio di fare il percorso classico, vale a dire l’esame in FIGC e al CONI. Superati questi ultimi, si è già ottenuto un bagaglio di normative NOIF e un’infarinatura sul diritto privato, amministrativo e del lavoro.

Da lì inizia la parte più difficile, ti chiedi: “dove vado?”.  Personalmente, consiglio di girare e di affidarsi a persone serie. Nel nostro mondo bisogna tenersi lontani dai cosiddetti “marchettari”. Non è facile, non lo è nemmeno per me adesso, ma fortunatamente c’è ancora una parte di calcio sana e pulita.

Il calcio è un mondo complicato, duro e ci vuole tanta passione, tenacia e sacrifici. È un lavoro che ti tiene lontano dalla famiglia, non hai orari e se lo vuoi fare fino in fondo ti porta via tanto tempo ed energie mentali. Bisogna provarci prendendo anche tanti no. Non tutte le trattative con i vari direttori generali o direttori sportivi possono andare un buon fine. Non è mai scontato. Così come non lo è trovare degli allenatori, che fortunatamente sono molto selettivi con i profili da prendere. Sono queste le sfide più belle e simpatiche da affrontare”.