La redazione di Football Scouting ha avuto il piacere di fare due chiacchiere con Edoardo De Mori, duttile esterno destro classe 2007, attualmente in forza al Novara. Di seguito, l’intervista completa.

Benvenuto Edoardo e grazie per la tua disponibilità. Iniziamo parlando della tua passione per il calcio: quando e come è nata ?

La mia passione per il calcio è nata durante la Coppa del Mondo del 2014 in Brasile, infatti, a gennaio 2015 ho iniziato a giocare nella squadra del mio paese. Avevo 7 anni ed ero abbastanza timido e imbarazzato, anche perché i miei compagni di squadra già si conoscevano tra di loro e giocavano tutti da almeno 2-3 anni in più rispetto a me. Ricordo ancora che non eravamo neanche in un campo da calcio, ma in una palestra col pavimento cementato. Da quel giorno il calcio è diventato parte della mia vita quotidiana.

Chi è il tuo idolo calcistico e a quale giocatore ti senti invece di assomigliare maggiormente per caratteristiche tecniche?

Il mio idolo calcistico è senza dubbio Paolo Maldini, il difensore più forte della storia. Ogni tanto mi capita di guardare i suoi video sui social e rimango impressionato dal tempismo con cui entrava in tackle. Onestamente non mi rispecchio in nessun giocatore, ma se devo proprio dirne uno penso a Bellanova, perché entrambi abbiamo grande corsa e stazza, ci piace attaccare e mettere cross invitanti per i nostri compagni.

Descriviti brevemente come calciatore. Qual è la tua posizione preferita in campo? Quali sono i tuoi principali punti di forza? Su che cosa, invece, ti senti di dover migliorare ancora tanto?

La mia posizione preferita è quella di braccetto nella difesa a tre. Sono stato impiegato anche come quinto di centrocampo, ma il mio ruolo naturale è quello di terzino destro. Le mie caratteristiche principali sono la corsa e l’uno contro uno difensivo. Anche nell’anticipo e nei colpi di testa me la cavo abbastanza bene, ma posso sicuramente fare meglio sulle marcature in area.

Raccontaci brevemente Edoardo dal punto di vista caratteriale

Lo sport mi ha cambiato molto caratterialmente. Prima ero molto introverso, parlavo poco e faticavo a legare con i compagni. Avevo sempre il timore di essere giudicato o di non essere all’altezza. Col tempo ho capito che il calcio è anche questo e bisogna andare oltre il giudizio degli altri, e sono migliorato tantissimo sotto questo aspetto. Ora con i compagni ci rido e ci scherzo e anche in campo sono molto più spensierato.

Edoardo De Mori: dall’incubo Torino alla rinascita Novara

Tu arrivi al Novara dopo aver giocato nel Settore Giovanile del Torino. Che esperienza è stata quella con i granata? Sei rimasto deluso dal fatto di non aver potuto continuare là il tuo percorso di crescita? Che cosa ha significato per te, invece, questa nuova opportunità?

A Torino non ho passato un bel periodo, anzi sono stati i due anni peggiori della mia breve carriera, perché non mi è mai stato dato spazio e sono stato messo da parte senza poter dimostrare le mie qualità. Ho sofferto tantissimo, è davvero straziante  per un calciatore sentirsi messo da parte senza aver mai avuto la possibilità di mettersi in gioco. Però e stato utile perché sono cresciuto caratterialmente e tecnicamente, anche perché è pur sempre una società di Serie A e gli allenamenti erano di un altro livello.

Per fortuna sono riuscito a svincolarmi e ho intrapreso questa avventura a Novara, che ha creduto in me fin dall’inizio. Avevo già vestito questa maglia prima del fallimento e tornare è stata anche una scelta di cuore. La società mi ha dato fiducia fin da subito e sono stato aggregato alla Primavera due anni sotto età. Questa stagione è stata la mia rivincita per tutto quello che ho passato negli ultimi due anni e tornare a Novara è una scelta che rifarei mille volte. Sono stato anche convocato in Rappresentativa Lega Pro, con cui sono andato a Coverciano, a Trigoria e soprattutto al torneo Maggioni-Righi a Torino. È stata davvero una stagione fantastica per me.

Edoardo De Mori: l’emozione del debutto tra i professionisti

Lo scorso 19 maggio, in occasione della sfida salvezza contro il Fiorenzuola, mister Giacomo Gattuso ti ha regalato l’esordio in Serie C, inserendoti in pieno recupero al posto di Migliardi. Ci racconti un po’ che emozione è stata? Cosa si prova a debuttare tra i professionisti davanti al proprio pubblico?

Sul momento non mi sono reso conto di ciò che stava accadendo, poi piano piano nei giorni successivi ho capito di aver realizzato un sogno che avevo fin da piccolo. È successo tutto in fretta: quando mancavano 10 minuti il mister mi ha mandato a scaldare e poi, a 3’ dalla fine, è arrivato il momento atteso da una vita. Prima di entrare in campo non sentivo niente, come se lo stadio fosse vuoto, poi a fine partita è stato bellissimo vedere il pubblico che cantava e festeggiava per la salvezza.

Quando ero a Novara, prima del fallimento, andavo spesso con la mia famiglia al Piola e sognavo di poter debuttare un giorno in quello stadio. L’emozione più grande è stata vedere i miei genitori orgogliosi ed emozionati dopo la partita. Non c’è cosa più bella.

Che tipo di allenatore è Giacomo Gattuso? Che tipo di rapporto avete?

Gattuso è un allenatore molto attento ai dettagli e grazie ai suoi allenamenti in prima squadra sono cresciuto tanto e ho imparato molte cose. Ho un rapporto normalissimo con il mister e dopo la partita l’ho ringraziato per avermi dato questa possibilità.

A tuo parere, chi è attualmente il giocatore più forte del Novara? Hai modo di interagire spesso con lui?

Il giocatore del Novara che più mi ha impressionato è Accursio Bentivegna. Mi ha stupito la sua capacità di giocare tra le linee e soprattutto la facilità con cui trova la porta anche da distanze importanti. Lui è sempre molto gentile con noi giovani della Primavera e ci dà consigli preziosi.

Edoardo De Mori: obiettivi futuri nel Novara e nel calcio

Perchè un ragazzo giovane dovrebbe scegliere proprio Novara per poter crescere. In che cosa, invece, la società potrebbe migliorare?

Un motivo per il quale scegliere Novara è sicuramente il fatto di poter crescere in un ambiente sano e senza troppe pressioni. Lo staff e gli allenamenti sono di ottimo livello, ma soprattutto ha uno dei centri sportivi più all’avanguardia d’Italia. Dopo il fallimento di tre anni fa, la società è dovuta ripartire da zero, ma sono convinto che il club e la piazza torneranno ben presto dove si meritano.

Quali sono i principali obiettivi che vuoi raggiungere nel prossimo futuro? Qual è invece il tuo più grande sogno da calciatore?

Il mio obiettivo principale è quello di entrare a far parte al 100% della Prima Squadra del Novara e chissà, magari scalare le categorie proprio con questa maglia. Il mio sogno più grande è sicuramente quello di poter giocare in Serie A, ma soprattutto quello di vincere un mondiale.

Il primo gettone tra i professionisti te lo sei già guadagnato. Ora, tutti noi ci auguriamo di vederti presto tra i principali protagonisti del club piemontese (e non solo). Un grande in bocca al lupo da parte di tutta la redazione di Football Scouting.