Matteo Cortesi. attaccante classe ’97, dopo varie stagione in Italia, ha accettato l’offerta del Chiasso trasferendosi nel Campionato svizzero. L’ex centravanit del Cagliari Primavera e del Brescia si è raccontato ai microfoni di Football Scouting.


A gennaio ha lasciato il Mantova per approdare al Chiasso, squadra di Serie A Svizzera. Come sta andando, sia personalmente e sia sportivamente parlando, la sua prima esperienza fuori dall’Italia?

“Ho lasciato Mantova perché avevo poco spazio essendo anche arrivato a metà ottobre con la squadra praticamente già fatta. La mia idea era quella di avere maggiore continuità e un’esperienza all’estero poteva essere molto formativa dal punto di vista caratteriale ma anche per potermi misurare con calciatori diversi. Stiamo lottando per la salvezza e siamo concentrarti per raggiungere l’obiettivo”

In molti potrebbero dire o pensare che sia stato un passo indietro della sua carriera. Quali sono stati i fattori principali che l’hanno spinta ad accettare il trasferimento in Svizzera?

“Non lo ritengo un passo indietro ma un’esperienza importante, anche in un momento complicato per via di diversi fattori non sono esclusivamente legati al calcio. Il Chiasso è una società seria e organizzata. Lo staff tecnico è preparato e non ha niente da invidiare ai colleghi italiani”

A differenza di quello italiano, che tipo di calcio è quello svizzero?

“Il calcio svizzero è sicuramente diverso da quello italiano perché è più fisico e meno tattico. Però negli ultimi anni, parlandone anche con i compagni di squadra, abbiamo notato come sia cresciuto sotto l’aspetto qualitativo. Infatti in rosa abbiamo giocatori come Morganella e Pavlovic che hanno giocato per tanti anni in Serie A e con grandi risultati”

Nel 2017 ha avuto modo di esordire in Serie B, con la maglia del Brescia. A 19 anni fu Boscaglia a buttarti nella mischia. In Lombardia ha avuto modo di lavorare anche con Corini. Le chiedo, quanto sono stati importanti per il suo sviluppo personale e che tipo di allenatori sono?

“Entrambi sono stati due allenatori molto importanti per me. Hanno la cultura del lavoro e sono molto attenti ai dettagli dal punto di vista tecnico e tattico. Boscaglia lo ricordo perché mi ha fatto esordire in Serie B e mi ha dato molta fiducia. Invece Corini lo ricordo per come ha gestito il gruppo nell’annata della promozione in Serie A quando abbiamo vinto anche il campionato. E’ stato fantastico”

Se si dovesse descrivere, che tipo di attaccante è Matteo Cortesi? Si ispira a qualcuno in particolare?

“Mi ritengo una punta centrale. Amo attaccare la profondità e la ritengo la mia caratteristica principale. Mi piace molto Aguero del Manchester City. Infatti, guardo molti suoi video e partite perché penso che le mie caratteristiche si avvicinano alle sue e quindi cerco di rubargli il più possibile”

Nella stagione 2015/16, le hai vinto la classifica marcatori del campionato Primavera B. Si è piazzato davanti a giocatori del calibro di Cutrone e Pinamonti. Vedendo anche la carriera dei due appena citati, secondo lei perché non sono riusciti ad imporsi rispettivamente al Milan e all’Inter?

“Pinamonti e Cutrone sono sicuramente due grandi giocatori però nelle grandi squadre la cosa più importante è vincere. Le società preferiscono puntare su calciatori con più esperienza e di nome che gli possono permettere di raggiungere i loro obiettivi. E’ chiaro che in questo modo i giovani vengono un po’ penalizzati e hanno poca visibilità rispetto ad altri campionati europei”

In Italia esiste veramente il problema della poca fiducia nei giovani?

“In Italia si ha poca fiducia nei giovani ma penso anche che bisogna sapersela meritare e conquistare sul campo”

Sta seguendo un po’ il Campionato Primavera 1?

“Sinceramente non sto seguendo molto il Campionato Primavera ma guardo i risultati delle squadre in cui ho giocato. In questo caso del Cagliari e mi fa molto piacere quando vincono. Stanno facendo un grande lavoro che è partito tanti anni fa con Canzi e io ho avuto la fortuna di allenarmi con lui. Adesso sulla panchina c’è Agostini ma c’è anche Daniele Conti. Stanno facendo un ottimo lavoro e si stanno posizionando nelle zone alte. Il Cagliari è una società che crede molto nei giovani e io sono molto contento per loro”

Tornando indietro nel tempo. C’è un gol in particolare, realizzato quando disputava il campionato Primavera, che si porti dentro con affetto o che ha un significato emotivo molto importante per lei?

“Un gol in particolare risale all’ultima giornata del Campionato Primavera 2015/16. Abbiamo giocato contro il Milan ad Olbia, abbiamo vinto 3-2 e ho fatto doppietta. Il gol del 3-2 per me è stato quello più emozionante che mi porterò sempre dentro perché ci ha permesso di qualificarci ai play-off e personalmente di vincere la classifica cannonieri”