Andiamo ad analizzare il profilo di un giocatore della Primavera della Juventus: Nicolò Pozzebon.
Nato a Paese, comune di poco più di ventimila abitanti nella provincia di Treviso, il 3 Maggio del 1997, sin dalla primissima infanzia manifesta la volontà di fare del pallone qualcosa di più di un gioco.
Fisico minuto e brevilineo, in linea con un carattere mite ed educato, Nicolò si fa notare sin da subito nelle scuole dove tira i primi calci ad un pallone. E’ quasi sempre il più bassino, sempre il più magro e gracile, non particolarmente aggressivo o grintoso; qualche lingua lunga, nel vederlo, ne pronostica già un futuro lontano dal professionismo, lontano da ambienti in cui senza struttura fisica non si va avanti. Nicolò non se ne cura, ancora troppo giovane e piccolo per farsi congetture del genere, preferisce imparare a palleggiare con entrambi i piedi, a dribblare i colossi che invano cercano di sottrargli la sfera.
Passa al Treviso nella categoria dei pulcini: lì il calcio è ancora un gioco, una scuola ancor prima di vita che di mestiere, ma il potenziale c’è e si nota. Segna praticamente sempre, ogni volta che gli è concesso di giocare. Velocissimo nel cambio di passo, se ne va senza troppi pensieri a destra e a sinistra e calcia in maniera sorprendente per uno della sua età. Vista la regione che ne ha dato i natali, a qualche scellerato viene in mente il paragone con un certo Del Piero di Conegliano Veneto, che infischiandosene di essere il più piccolo, spariva tra le maglie per ricomparire nelle esultanze. Ma di strada Nicolò ne ha ancora una montagna da fare, nemmeno si fa di questi pensieri e lascia agli altri l’annoso compito dei giudizi mentre continua nel suo percorso di formazione.
Quando l’età della ragione s’avvicina e il talento continua a maturare, ecco la chiamata che cambierà i pomeriggi di Nicolò: si fa avanti il Giorgione, squadra della provincia di Treviso, sempre a cavallo tra Serie D e Lega Pro, ma con un settore giovanile di tutto rispetto, bacino per molte squadre professionistiche. Qui viene fuori l’attaccante che è in Pozzebon. Il ragazzo, infatti, si forma e cresce calcisticamente, piazzandosi nella zona fra la trequarti e l’area di rigore: è in grado di destreggiarsi sia come seconda punta che come vertice d’attacco, sfruttando le grandi doti tecniche che sopperiscono al fisico. L’impronta caratteriale del bambino ormai passato non è mutata, generoso sia nelle amicizie che in campo, si trasforma letteralmente con maglia e calzoncini addosso: segna, fa segnare, da’ una mano ai reparti e non si risparmia: il tutto sempre con il sorriso tra le labbra, come quando, raccontano i tecnici che lo hanno “svezzato”, dopo aver dribblato con un tunnel i compagni di squadra, si fermava per chiedere scusa.
Gli anni passano e per Nicolò il sogno rimane integro, solare, sempre lì all’orizzonte e pronto per essere inseguito, l’impegno e la costanza sono quelli giusti e quando segni gol a palate nelle categorie a cui appartieni, prima o poi qualcuno ti nota. Ecco così, tra lo stupore, prima suo, ma anche dei compagni, la chiamata della Juventus. E’ la stagione 2011\2012, i bianconeri stanno per inaugurare un ciclo di cinque anni di vittorie, ma le due precedenti annate hanno sfiorato il disastro. Il presidente Agnelli, tra le prime “opere” risolutrici, chiede ai dirigenti che si occupano del mercato non soltanto di riformare una squadra vincente, ma di ripartire dal settore giovanile. E’ così che, a quattordici anni appena compiuti, con fardello in spalla, Nicolò si trasferisce a Torino. La categoria è quella dei Giovanissmi nazionali, dove, in seguito ad un fisiologico periodo di ambientamento, il ragazzo inizia a giocare ed a far valere le proprie qualità. Da lì in poi è tutta una scalata, Giovanissmi, Allievi ed infine la Primavera, dove trova come allenatore un certo Fabio Grosso.
Nella stagione 2014\2015 passa in prestito al Perugia, dove, oltre a militare nel gruppo B della Primavera umbra, riesce a timbrare il primo cartellino in Serie B, nella sfida del Biondi di Lanciano, nell’ottobre del 2014. Vista la giovane età ed una stagione con più bassi che alti per il Grifo, Nicolò fa ritorno nella stagione successiva alla casa madre, tornando nelle fila della primavera, seppur con un ruolo di preminenza, vista l’esperienza accumulata. E’ proprio nel Marzo del 2016, infatti, alla vigilia della sfida dell’anno per la Juve, il ritorno degli ottavi di Champions contro il Bayern Monaco, che Massimiliano Allegri, viste le defezioni in rosa, decide di convocare Pozzebon come quarto attaccante, premiando la continuità dimostrata dal ragazzo nella ottima stagione in primavera. Stagione che terminerà col secondo posto della Juve, sconfitta ai rigori dalla Roma di De Rossi, ma letteralmente trascinata dai gol di Nicolò, di cui uno, nella semifinale con il Torino, decisivo e importantissimo.
Ora, a diciannove anni, con un bagaglio tecnico e di esperienza che va ampliandosi, Nicolò è pronto per una nuova sfida, certo che, al primo tunnel, un sorriso tornerà a riempirgli il viso.
Nome completo: Nicolò Pozzebon
Luogo di nascita: Paese
Età: 19
Nazionalità: italiana
Posizione: attaccante
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