Andremo oggi alla scoperta di un talento italiano della Primavera della Roma: Edoardo Soleri.

Nato nella capitale il 19 Ottobre del 1997, dopo soli tre mesi, si trasferisce con l’intera famiglia in Sud America, destinazione Buenos Aires, dove il padre, manager di Telecom in ascesa, è chiamato a fornire i suoi servigi. È proprio in un campo sito nei pressi del noto quartiere residenziale “Palermo”, in quella che può essere idealmente definita la Buenos Aires “bene”, che il piccolo Edoardo da’ i primi calci ad un pallone, esplicitando, probabilmente più a gesti che a parole, una passione che non conosce confini territoriali.

Tempo di abituarsi a impanadas e dulce de leche che è già tempo di rifare i bagagli: il padre ottiene infatti un incarico a San Paolo e, naturalmente, la famiglia lo segue. È così che, nel 2001, un bimbo di appena quattro anni, già immerso nella multiculturalità dell’era moderna, approda nella terra del calcio, o per i pignoli, di chi il calcio lo ha appreso dalla dominazione straniera per rivederlo e, non ce ne vogliano i pignoli di prima, migliorarlo e spettacolarizzarlo. Tanta è la passione per il pallone che mamma e papà non esitano ad iscrivere Edoardo ad una scuola calcio, denominata Jockey Club. Qui il ragazzo, divertendosi ed in un ambiente ancora fortemente ludico, assorbe e impara i principi fondanti del calcio carioca; la sua vera fortuna, che lo porterà in seguito ad abbinare al fisico imponente una tecnica notevole e non comune.

Ma non è a San Paolo che Soleri consacrerà il suo bisogno di calcio con il professionismo. Infatti, nel 2005, si cambia ancora, questa volta per tornare a casa. Il padre riceve una telefonata da Torino, è la Fiat che gli propone il rimpatrio e la possibilità di visitare la famiglia, stabilitasi definitivamente a Roma, durante i fine settimana.

Edoardo cresce, molto in altezza, ma soprattutto nel carattere, avvicinandosi all’uomo che i genitori hanno sempre voluto che fosse: responsabile ed umile, in grado di mettere davanti al calcio, sua unica vera fissazione, studio e regole di vita.

Rientrato nella capitale, non impiega molto per iscriversi ad una scuola calcio, l’Ex Tor di Quinto ed oggi Futbol Club, ambiente di prestigio fra le accademie calcistiche romane, sia per lo staff che per i mezzi a disposizione. Nessuna certezza accompagna il ragazzo, se non quella del ruolo: è e vuole essere un centrocampista. Come non potrebbe, del resto. In Brasile, ha imparato che a calcio si gioca toccando il pallone e lui vuole essere protagonista. Nel giro di sei anni, sotto la guida di Marco Mei prima, e di Roberto Baronio poi, il talento di Soleri cresce e si consolida, aiutato dalla maggior cura ai dettagli della scuola italiana. Di lui si parla un gran bene e non mancano gli osservatori, silenziosi giudici da penna e taccuino, che lo visionano costantemente dalla stagione 2011. E’ nell’anno successivo che si fa notare durante il torneo giovanile “Beppe Viola”, trascinando i Giovanissimi regionali elite, categoria a cui appartiene, sino alla finale, con prestazioni di spessore.

È qui che la Roma entra in gioco, attraverso la monumentale figura del suo Responsabile del Settore Giovanile, Bruno Conti. Il talent scout per eccellenza, fidandosi dei pareri autorevoli di Di Livio e Luca Bergamini (presidente del Futbol Club), sceglie di scommettere sull’allora quindicenne e di annetterlo al gruppo degli Allievi nazionali, allenati da Roberto Muzzi. Sarà proprio l’incontro con l’ex bomber di Cagliari, Udinese e Lazio, fra le tante, a cambiare la vita, soprattutto professionale, di Edoardo.

Partito più che in sordina, con quasi metà campionato senza impiego, il giovane centrocampista si fida delle scelte del tecnico e di fronte allo scetticismo del padre, circa il suo esiguo utilizzo, il ragazzo non demorde dando prova di serietà e sana ambizione, giocandosi le sue chances quando possibile. La sua vera rivoluzione avviene, però, nei campi d’allenamento di Trigoria, dove Muzzi, col passare dei giorni, si rende conto di avere tra le mani un talento mal indirizzato; di qui la provocazione: ” Con quel fisico a centrocampo non farai molta strada, sei un attaccante!” Nonostante i 194 centimetri, Soleri si sente centrocampista e non vuole cambiare in corsa. Sarà ancora una volta la sua umiltà e dedizione ad aiutarlo: si lascia infatti convincere dal tecnico ad un periodo di prova nel ruolo di attaccante boa ed è subito la svolta. Edoardo si rende conto di avere grossi margini in quel ruolo e non se ne stacca più, iniziando a segnare con discreta regolarità e soprattutto fungendo da uomo sponda per i compagni.

La stagione 2014\2015 è quella del definitivo slancio, con 8 gol in Primavera, presenze e gol nel Viareggio ed esordio in Youth League. La competizione, soprattutto davanti, è forte, con giocatori già pagati molto dalla società e con un curriculum più ricco. Ma, si sa, è il destino a giocare con le vite degli uomini ed ecco, solo un anno dopo, stagione 2015\2016, l’esordio in prima squadra. Non è la Serie A il palcoscenico, nè la Coppa Italia, bensì la trasferta di Borisov (poi persa 3-2 dai giallorossi) valevole per il girone di Champions League, dove Soleri figura nella lista dei convocabili, a dispetto di nomi più altisonanti ma non iscrivibili.

Ora, con diciott’anni sulle spalle, l’entusiasmo a mille e un po’ di quella necessaria gavetta, Soleri è già stato definito il “nuovo Luca Toni”, paragone pesante per chi, girovago come è stato, sia nel calcio che nella vita, ha finalmente trovato il suo punto fisso nell’area di rigore.

 

Nome completo: Edoardo Soleri

Luogo di nascita: Roma

Età: 18

Nazionalità: italiana

Posizione: attaccante