Il campionato è cominciato, le prime valutazioni sono state fatte e qualcosa cambierà ancora anche in sede di mercato.
Aldilà di questo, noi ci occupiamo ancora di giovani e di calcio d’estate.
Ecco a voi la terza infornata di giovani in ritiro nel corso dell’estate.
Buona lettura!

NAPOLI
Sebastiano Luperto (1996): è probabilmente uno dei ragazzi meno sponsorizzati, in relazione ai propri meriti e alle proprie qualità, del panorama giovanile italiano.
Quest’anno dovrebbe far parte della rosa della prima squadra del Napoli, risultando il quinto centrale difensivo a disposizione di Sarri.
In caso di infortuni o problemi fisici dei compagni potrebbe tornare utile al Ciuccio.
Lo scorso anno esordì in Napoli-Milan, non proprio un’emozione da tutti i giorni.
Farà parte dell’Under 20 del ct Evani, con cui ha già avuto modo di scendere in campo nell’amichevole contro la Vecomp Verona qualche settimana fa.
Come caratteristiche è un difensore bravo a chiudere gli spazi e intelligente in fase di impostazione della manovra.

Alfredo Bifulco (1997): uno dei progetti illustrati da De Laurentiis per il Napoli del futuro era quello della Scugnizzeria. Una sorta di Masia del Barcellona riadattata alla raltà partenopea, con ragazzi originari della città protagonisti nella prima squadra del club azzurro.
Premesso che è un progetto di realizzazione quasi impossibile, uno dei profili che potrebbe ricondurre a questa situazione è quello di Alfredo Bifulco.
A volte dà l’impressione di poter migliorare ancora tantissimo, lasciando inespresso il suo fantastico potenziale.
Attaccante esterno rapido e sgusciante nell’uno contro uno, va anche in gol con più che buona facilità.
Dopo essere arrivato in doppia cifra nel passato Campionato Primavera, il Napoli ha scelto di farlo crescere in Lega Pro, tra le fila del Rimini.
Il suo Cocoricò sarà il Romeo Menti, stadio in cui il ragazzo dovrà iniziare a fare sul serio nel calcio che conta.

PALERMO
Fabrizio Alastra (1997):
il Palermo ha deciso di puntare alla grande sul proprio settore giovanile quest’anno, anche per andare incontro a quelle che saranno le future norme da seguire la prossima stagione circa i giovani cresciuti nel proprio settore giovanile.
Di questi ragazzi va sottolineato con attenzione il nome di questo portiere, già spesso convocato da Iachini nel corso dell’anno passato.
Due stagioni fa fu il miglior portiere del Viareggio, nonostante giocasse sotto età.
Agile tra i pali e imponente anche come personalità, occhio alle qualità di questo giovane numero uno.

Accursio Bentivegna (1996):
dalle parti di Santa Flavia (paese in cui il Palermo gioca le gare di casa nel Campionato Primavera) è ormai un nome di lusso, visto che sin dalla scorsa estate era elemento della prima squadra di Beppe Iachini in pianta stabile.
In passato fu inseguito dall’Inter, ma preferì rimanere in Sicilia, preferendo il sole del sud alla nebbia e al freddo di Milano.
A livello di ruolo? E’ un giocatore ideale in un tridente, specie nel caso in cui ha la possibilità di partire dalla zona sinistra del terreno di gioco.
Il Palermo, però, gioca in modo diverso. Starà a lui adattarsi e cercare di convincere Iachini a concedergli qualche minuto.
A regola sarà la sesta punta, probabilmente troppa concorrenza per lui.

Forse l’ideale sarebbe un prestito in Serie B o Lega Pro.

Giuseppe Pezzella (1997): dopo la grande stagione passata è stato premiato dalla società rosanero, che ha visto in lui un profilo adatto a essere inserito in prima squadra per il ritiro precampionato.
Ragazzo napoletano che non ha mai avuto una possibilità dal club della sua città, ha trovato in Sicilia la possibilità di provare a sfondare nel calcio che conta.
Forte in ambedue le fasi di gioco e forte fisicamente, questo terzino mancino ha anche conquistato la Nazionale Under 18 nei mesi passati.
Sarebbe adatto al 3-5-2 di Iachini, ma per ora sono discorsi che non stanno in piedi.

Nino La Gumina (1996): anche lui, come il napoletano Luperto, ha avuto modo di debuttare in Serie A in un match casalingo disputato contro il Milan (allenato da un allenatore che fino a un anno prima era sui campi della categoria Primavera , Filippo Inzaghi).
E’ un’ottima punta centrale con uno spunto spesso rapido ed efficace.
Bravo anche nell’assistenza ai compagni, se migliora tatticamente può avere una buonissima carriera.
Anche lui giocherà in prima squadra in questo primo scorcio di stagione, anche se lo spazio sarà veramente pochissimo.
Chance che, ad ogni modo, ha avuto grazie ai tantissimi gol della passata stagione: ben 20 in 24 gare tra campionato e Torneo di Viareggio.

Roberto Pirrello (1996): palermitano doc come La Gumina, è uno dei profili da seguire per il futuro azzurro nel ruolo di centrale di difesa.
Forte fisicamente e con un ottimo piede, nelle categorie precedenti la Primavera era solito segnare una quantità importantissima di gol nel corso della stagione.
Il vizio l’ha mantenuto, come dimostrano i tre gol nell’edizione 2014 del Viareggio e qualche sporadica segnatura nel girone C del Campionato Primavera.
Leader e guida della difesa da un punto di vista carismatico, ha disputato (senza però scendere in campo) il Mondiale Under 17 nel 2013.
E’ il sesto difensore nelle gerarchie di Iachini, forse non proprio quello che si può definire un ruolo fondamentale all’interno della squadra. Eppure, essendo tre i difensori che giocheranno contemporaneamente nelle intenzioni dell’allenatore marchigiano, ciò sta a significare che la società ha fiducia in lui.


ROMA
Ionut Pop (1997):
anche se sono molti i portieri interessanti sfornati dai settori giovanili italiani, la legione straniera può comunque contribuire ad arricchire ed alzare il livello del nostro Campioanto Primavera.
Uno di questi casi riguarda questo ragazzo romeno, che spera di fare bene come l’interista Radu nella passata stagione.
Nell’ultimo anno ha fatto da riserva a Marchegiani, ora è arrivato il suo momento.
Sarà il quarto portiere in prima squadra, dietro Szeczny,De Sanctis e Lobont.

Silvio Anocic (1997): terzino sinistro croato di grandissime prospettive, nel primo anno in Italia non è riuscito a confermare completamente quelle che erano le tante parole importanti spese sul suo conto nei mesi passati. Non è sempre partito da titolare, infatti, come forse qualcuno si sarebbe potuto attendere.
Quest’anno sarà chiamato ad essere uno dei leader della squadra, formata per la maggior parte da ragazzi nati nell’anno 1998. Le sue qualità migliori sono la capacità di proiettarsi in fase offensiva e quella di mettere palloni in mezzo.
Nei giorni scorsi ha esordito all’Olimpico nell’amichevole contro il Siviglia, non un’emozione che si vive ogni giorno.

Arturo Calabresi (1996): partito in ritiro a Brunico con la Roma, non ha partecipato alla maggioranza del precampionato vista la sua cessione in prestito al Livorno di Christian Panucci.
In Toscana sta ottenendo risultati discreti, visto che l’ex difensore giallorosso lo considera un’alternativa importante alla coppia centrale di difesa, formata da Emerson e Ceccherini.
Da sempre nel giro delle nazionali giovanili azzurre, è arrivato ad esordire in Under 21 nel match amichevole disputato contro l’Ungheria.
E’ un difensore completo di buon fisico e anche ottime qualità tecniche. Nella tournèe americana dello scorso anno dimostrò di subire in qualche circostanza la vivacità di avversari più quotati, ma ci sta.
E’ figlio dell’attore Paolo, da anni figura importante della trasmissione Le Iene.

Elio Capradossi (1996): come Anocic ha potuto provare l’emozione di debuttare all’Olimpico nell’amichevole della sera del 14 agosto. Di Capradossi si parla bene da molto negli ambienti del calcio giovanile italiano, in cui è ritenuto un difensore con qualità molto molto importanti.
Con Calabresi, di cui è anche grande amico, ha in comune il fatto di aver giocato meno nel primo anno di Primavera, per poi imporsi come leader nella stagione passata al centro della linea difensiva.
Capradossi è forse più piacevole a vedersi rispetto al compagno, essendo molto pulito nell’intervento e nella scelta del tempo dello stesso.
A Trigoria in molti lo hanno paragonato a un grande campione passato in giallorosso: il brasiliano Juan.
Ragazzo di padre italiano e madre ugandese (a causa di questo è abbastanza scuro di pelle), potrebbe rimanere in prima squadra a crescere alle spalle di difensori più esperti.

Jose Machin (1996):
da molti meglio conosciuto come Pepin, questo mediano spagnolo è stato acquistato da Sabatini nella sessione di mercato di gennaio 2015. Talento di prospettive grandiose, ha avuto modo di conquistare un posto da titolare nei mesi in giallorosso, pur senza stupire in maniera eccesiva.
Spagnolo e con un passato nelle giovanili del Barcellona, è molto utile nel dare ordine alla manovra della squadra per cui gioca.
Bravo sia a difendere che a far ripartire l’azione, potrebbe essere una risorsa importante per il futuro giallorosso.
Era stato presentato come uno dei migliori giovani nel suo ruolo in circolazione, ora starà a lui dimostrare la correttezza di questa affermazione.
Negli scorsi giorni ha avuto l’emozione di sedere in panchina al Bentegodi di Verona, in occasione del vernissage del massimo campionato italiano.

Christian D’Urso (1997):
corsa, abnegazione e capacità di cambiare passo in maniera drastica. Questa è in poche parole la descrizione di un altro interessante prospetto formato a Trigoria. Partito come riserva nel corso della passata stagione, ha convinto De Rossi a puntare su di lui settimana dopo settimana.
Ha già provato l’ebbrezza di vestire la maglia numero 10 della Lupa, non un’emozione da poco.
Sarà di grande aiuto ad una Primavera che vuole provare a arrivare fino alle Final Eight.

Lorenzo Di Livio (1997): in una Roma che avrà diversi uomini-chiave stranieri, non si può non notare la presenza di tanti ragazzi laziali doc (e non in senso di biancocelesti, per carità!).
Uno di questi è il figlio dell’ex nazionale Angelo Di Livio. Col padre condivide il ruolo, quello di ala, ma non le qualità. Ha infatti molto più talento rispetto al genitore, che era più un giocatore che faceva del sacrificio e della corsa il proprio punto di forza.
Lo scorso anno ha molto faticato ad avere uno spazio da titolare in squadra, complice anche una concorrenza importante.
La stagione che sta per iniziare sarà cruciale. Lorenzo spera di ripagare le attese a suon di assist e grandi prestazioni.

Tomas Vestenicky (1996): dopo il ritiro di Riscone con la prima squadra e dopo l’esperienza dela tournèe americana con la Primavera il centravanti slovacco ha preso la strada dell’Emilia Romagna, direzione Modena. Una destinazione in prestito per crescere e cercare di intraprendere un percorso di crescita che può portarlo al coronamento di premesse molto valide.
La Roma lo vide al Mondiale Under 17 e fu favorevolmente impressionata da quanto vide sul campo.
Dopo sei mesi difficili si è riscattato con un’ottima media gol nella stagione successiva.
Il fatto di dover essere riserva di un top player per la categoria (Granoche) e il fatto di dover ancora crescere molto a livello di intensità fisica lo potrebbero penalizzare nell’esperienza tra i cadetti, ma sono tutte difficoltà che fanno parte della strada che va percorsa verso il raggiungimento di step più importanti.

Daniele Verde (1996): a Riscone è andato con la testa di chi probabilmente sapeva che non avrebbe fatto parte della squadra. Per lui, però, nessun prestito in categorie minori.
L’esterno napoletano farà già sul serio, visto che il neopromosso Frosinone ha scelto di puntare su di lui per il primo anno nella storia del club ciociaro nella massima serie.
Verde conta già 7 presenze e 2 assist in A, che gli hanno consentito di affermarsi in palcoscenici più prestigiosi rispetto ai campi del Campionato Primavera.
L’anno passato ha agito da trampolino di lancio, visto che nel 2013-14 non aveva nemmeno il posto da titolare nella Primavera giallorossa. L’emergenza infortuni ed un’annata a dir poco straordinaria in mezzo ai coetanei hanno fatto il resto.
Le sue prestazioni gli hanno anche consentito di entrare in pianta stabile delle rappresentative giovanili italiane.

Emanuele Ndoj (1996): tra D’Urso, Machin, Pellegrini e gli altri centrocampisti ha fatto parecchia panchina nel corso dell’anno passato. Eppure è andato in crescendo, convincendo tutti nell’ambiente giallorosso di poter essere un calciatore da tenere d’occhio.
Non a caso dovrebbe essere tenuto in rosa nel corso della prossima stagione in Primavera, al fine di farlo crescere e maturare ulteriormente.
La Roma lo prelevò un anno fa dal fallimento del Padova, club ricco di talenti , che sono andati a cercar fortuna un po’ dappertutto in giro per l’Italia.
Ndoj è un centrocampista di qualità e quantità, abile negli inserimenti e con un’ottima visione di gioco.
Nazionale Under 19 albanese, il suo sogno è quello di essere convocato un giorno dal ct De Biasi.

Conor Borg (1998):
un maltese che si impone in Italia? Non, non è una barzelletta. Dopo i buoni risultati nell’ex serie C del difensore Agius potrebbe essere questo centrocampista non ancora maggiorenne il prossimo a far parlare di sé nello Stivale.
Le premesse sono discrete: un gran campionato tra le fila del Floriana (lì è stato allenato dall’ex centrocampista italiano Giovanni Tedesco) e un’esperienza da  capitano nell’Under 17 di Malta.
Conosce bene l’Italia, avendo già giocato un anno tra le fila degli Allievi Nazionali del Chievo.
Deve forse crescere un po’ dal punto di vista della muscolatura, ma i suoi lanci e i suoi tocchi di classe possono sicuramente aiutare a ridurre questo problema.
E’ una mezzala di qualità, schierabile anche nella posizione di trequartista.

Daniel De Silva (1997): nessuno ne parla ma la Roma oltre ai grandi colpi del mercato estivo ne aveva già confezionato uno molto importante.
Questo fantasista australiano, bloccato già un anno fa, ha già segnato tre gol nel corso della scorsa stagione in un campionato di discreto livello come quello australiano.
Duttile e bravo con ambedue i piedi, riesce a superare gli avversari in velocità grazie al suo baricentro molto basso.
Ha partecipato a 16 anni al Mondiale Under 20 in Turchia, non proprio una cosa da tutti.
Segnatevi questo nome!

Sadiq Umar (1997): due metri di potenza ed esplosività, uniti ad un fiuto del gol eccezionale, fanno di questo ragazzo il favorito per il titolo di cannoniere in Primavera nella scorsa stagione, dopo averlo già conquistato nella stagione passata con lo Spezia.
Arrivato in Italia su segnalazione del patron del club ligure (Il miliardario Volpi), che in Nigeria ha una scuola calcio, era stato inizialmente parcheggiato alla Lavagnese.
Fortissimo nella difesa del pallone e velocissimo nonostante il grande fisico, diventa quasi impossibile da prendere per i difensori avversari se lanciato in profondità.
Non ha esordito in prima squadra, ma 26 gol in 24 gare sono una media molto più che soddisfacente, considerando anche che è stato il primo anno nella categoria.

Nura Abdullahi (1997):
ha avuto lo stesso identico percorso di Sadiq, assieme al quale è giunto in Italia dall’Accademia fondata in Nigeria da Gabriele Volpi. Nura è un terzino sinistro di grande spinta, resistenze e velocità.
E’ bravissimo ad attaccare, tanto che è possibile utilizzarlo anche in posizione più avanzata.
Gallo, tuttavia, ha optato per la soluzione del suo schieramento lungo la linea difensiva, visto che il sistema di gioco adottato dalla squadra favoriva questa scelta.
Come il connazionale Sadiq non ha avuto modo di mettersi in luce con tra i professionisti, ora la chance di farlo a Roma.
Prima dovrà convincere in Primavera, al fine di persuadere la Roma a riscattare il suo cartellino per circa un milione di euro.

SASSUOLO
Lorenzo Pellegrini (1996):
poteva essere uno dei giocatori che avrebbero potuto arrivare in pianta stabile in prima squadra partendo dal settore giovanile, nella Roma giallorossa.
Ma a Trigoria non ci hanno creduto, almeno al momento. Tuttavia il club presieduto da James Pallotta si è tenuto la possibilità di esercitare un’opzione di controriscatto in un futuro, nel caso in cui il giocatore dovesse risultare un profilo interessante da inserire nel proprio progetto tecnico.
Pellegrini è un ragazzo di personalità ed un centrocampista completo, vero leader della Primavera di De Rossi nell’anno passato. Da gennaio in avanti ha praticamente sempre partecipato all’attività della prima squadra, ricevendo anche attestai di stima importanti ed esordendo nel match del Manuzzi di Cesena.
In passato ha rischiato di smettere per brutti problemi cardiaci, ora il suo sogno sembra essere in procinto di avverarsi….Alla faccia di un cuore matto!

Broh Tonye (1997):
il fallimento del Parma ha portato i migliori talenti del suo vivaio a cercare fortuna altrove. Uno di questi è senza dubbio Broh, ragazzo di colore ma italianissimo, essendo nato a Parma da genitori di origine senegalese 18 anni fa.
Ragazzo che fa del dinamismo la sua arma migliore, sta migliorando molto anche sotto l’aspetto tecnico.
Donadoni lo apprezzava molto e lo fece esordire a Firenze lo scorso maggio.
Ha anche una grande personalità, fattore che lo potrebbe aiutare ad esplodere.
Le premesse per ritagliarsi un piccolo spazio nel centrocampo dei neroverdi potrebbero anche esserci

Claud Adjapong (1998):
Molti parlano di giovani di proprietà dei grandi club che giocano sotto età e stupiscono contro avversari più vecchi di uno o anche due anni.
Tutto giusto, ma forse sarebbe giusto citare anche casi come quello di Adjapong.
Diciassette anni e già una stagione da titolare in Primavera (sotto età) sulle spalle, è un terzino destro con una buon passo e discreta propensione alla fase offensiva.
Non disdegna la conclusione verso la porta avversaria. E’ andato in gol nel test amichevole del Sassuolo contro la Rappresentativa della Val Venosta.
Come Broh è italianissimo e nato all’interno dei confini italiani.

Andrea Mandelli (1997):
assieme ad Adjapong sarà l’elemento di spicco della Primavera 2015-16.
Mandelli è il prototipo di mediano che piacerebbe a tantissimi allenatori: deciso, determinato e sempre pronto a lavorare sul miglioramento dei propri difetti.
L’anno scorso era vice-capitano in una squadra formata per la maggioranza da classe ’96, ora dovrebbe toccare a lui la fascia.
E’ già stato in panchina in Serie A, per ben tre volte, grazie anche ad un’emergenza infortuni notevole che aveva colpito il Sassuolo nell’ultima primavera.

Marcello Sereni (1996):
il Sassuolo ha valorizzato molto il proprio settore giovanile negli ultimissimi anni, facendo esordire gente del calibro di Berardi e Chibsah (tanto per citarne due).
Nella Primavera dello scorso anno il giocatore di maggiore prospettiva (Adjapong a parte) pareva essere lui. Invece in prima squadra ci è arrivato con successo il terzino Fontanesi, lasciando al momento la gavetta al coetaneo ed ex compagno di squadra.
Sereni è un ala di grande talento, bravo ad accentrarsi e costante minaccia per le difese avversarie.
In società è sempre stato molto considerato, visto che lo scorso anno era già stato portato in ritiro agli ordini di Eusebio Di Francesco.
Dopo una buona stagione la scelta di maturare in prestito tra i dilettanti, seppur in una piazza prestigiosa come Parma.
Sarà utile a capire come funzionano certe pressioni e certe situazioni all’interno del mondo del pallone, ma in pochi si sarebbero aspettati di non vederlo alla prova tra i professionisti.
Come caratteristiche tecniche ricorda parecchio Domenico Berardi, anche se cambia la fascia di competenza.

Giacomo Serra (1996): con Sereni condivide il percorso effettuato nel corso dell’estate: un periodo di allenamenti in ritiro con la prima squadra del Sassuolo e poi un prestito in Serie D.
Se per il fantasista modenese sarà il Tardini lo scenario in cui dovrà mettere in mostra il suo talento, Serra avrà invece il suo primo assaggio del calcio dei grandi ad Imola.
Voluto fortemente dal ds Ghinassi, crescerà grazie ai consigli dell’esperto Samuele Olivi (ex di tante squadre di B, tra cui la Salernitana), con cui comporrà la coppia di difensori centrali dell’ambiziosa compagine emiliana.
Dopo un anno da protagonista in Primavera (23 presenze), Serra è chiamato a fare altrettanto nel Bolognese.

Leonardo Fontanesi (1996): il bello del calcio è anche questo. Un ragazzo sconosciuto ai più in pochi mesi si è ritagliato uno spazio importante in un club di Serie A, lo stesso con cui aveva fatto la trafila delle formazioni del settore giovanile.
Fontanesi è un terzino destro per Di Francesco, anche se in Primavera agiva nella maggioranza dei casi come difensore centrale.
Ha dei piedi molto raffinati, che consentono di poter far passare da lui un buon numero delle azioni che imposta la squadra. Ha conseguito la maturità classica senza problemi, una nota lieta in più che va sottolineata in grassetto.

SAMPDORIA
Pedro Pereira (1998):
forse ancora non molto conosciuto da molti amanti del calcio giovanile italiano, non deve e non può essere classificato come uno degli stranieri che faticano dopo il loro arrivo in Italia.
Ancora non è chiara l’intenzione della Samp, ma pare che il giovane ex Benfica farà parte della prima squadra di Walter Zenga.
Nato a Lisbona e cresciuto nelle Aquile, ha anche avuto modo di disputare l’intero ritiro con i blucerchaiti.
Dopo tutta la trafila nelle ottime nazionali giovanili portoghesi è pronto a farsi conoscere anche in Italia.
Siamo sicuri che, con un po’ di tempo e pazienza, sarà presto uno dei prospetti di maggior interesse dei giovani difensori militanti in Italia.
Nel Benfica non vedeva prospettive visto il poco coraggio dimostrato dalla società nel lanciare i giovani, sta alla Samp proteggere e migliorare le sue notevoli abilità.
Un punto debole? La fase difensiva, da migliorare, visto anche il grande intasamento di contenuti tattici nella testa dei mister delle squadre italiane.

David Ivan (1995):
è stata la sorpresa del primo turno di Serie A, lanciato nella mischia da Walter Zenga dopo un precampionato molto convincente.
Partita convincente fino all’ingenua espulsione, avvenuta a causa di una doppia ammonizione (a riusltato peraltro ampiamente acquisito dalla formazione ligure ai danni del malcapitato Carpi).
Elegante e bello da vedere con la palla tra i piedi, il ragazzo di Bratislava ha trovato la strada della promozione in prima squadra dopo ben tre stagioni di fila a militare in Primavera.
Dopo aver completato il suo percorso di crescita, eccolo tra i grandi, pronto a dare una mano nel caso in cui ci dovesse essere bisogno.
L’arrivo di Vilhena gli toglierà probabilmente spazio, ma Zenga terrà certamente conto dei suoi progressi.
Se dovesse continuare così potrebbe entrare anche nel giro della nazionale maggiore slovacca.

Federico Bonazzoli (1997):
se Cutrone è l’attaccante di maggiori prospettive tra i nati nel 1998, tra i più anziani di un anno a dominare la categoria è Federico Bonazzoli.
Dopo molti anni di settore giovanile all’Inter (quasi sempre sottoetà), l’esordio in prima squadra e alcune discrete prestazioni nella prima parte della stagione 2014-15.
Poi il sorpasso subito da Puscas nelle gerarchie (forse dovuto al fatto di aver deciso la cessione alla Sampdoria già a gennaio) e tante altre soddisfazioni tolte in Primavera.
Da inizio luglio la sua nuova casa è la Sampdoria, alla quale dovrà dimostrare di non aver sbagliato a investire una cifra importantissima sul suo cartellino.
La concorrenza è tanta, ma qualche spazio lo avrà quasi sicuramente.
Segugio del gol e sempre pronto a trovare una giocata estemporanea che può tramutarsi in gol per la sua squadra, spera anche di convincere i dirigenti dell’Inter a esercitare un domani il diritto di controriscatto su di lui.
Ma prima di far sborsare 9 milioni a Thohir dovrà far esplodere Marassi più di una volta.
Da sempre protagonista nelle nazionali giovanili azzurre, dovrebbe essere il punto di forza dell’Under 19 nella prossima stagione.

Edoardo Oneto (1996): gli infortuni possono spesso rovinare un talento. Non nel caso di Edoardo Oneto, che nonostante qualche acciacco fisico è risuscito a rimanere un giocatore molto considerato nell’ambiente blucerchiato.
Dopo un ottimo precampionato ha ottenuto la conferma in prima squadra, anche se lo spazio sarà ovviamente ridottissimo.
Nel frattempo potrà crescere, imparando da gente del calibro di Muriel, Cassano ed Eder.
Bravo tecnicamente e di ottima struttura dal punto di vista fisico, ha vinto uno Scudetto nella categoria Allievi nel 2012.
Se sono rose fioriranno, la Samp (anche in vista delle future regole da attuare riguardo l’utilizzo dei giovani) ci spera.

TORINO
Kevin Bonifazi (1996): da un fallimento (quello del Siena, sua ex soxietà di appartenenza) è passato in un anno a uno Scudetto Primavera vinto con la maglia granata.
Da piccolo arrivò in una squadra importante (la Tor Tre Teste) per caso, visto che la società lo aveva tesserato assieme al ben più talentuoso fratello. Era un ragazzo un po’ sovrappeso, senza grandi prospettive.
Poi una crescita meravigliosa, che è culminata anche con l’entrata nel giro azzurro e con il passaggio ad uno dei maggiori settori giovanili italiani.
Al suo albo d’oro vanno aggiunte alcune panchine tra B e A negli ultimi due anni. A luglio è passato in prestito al Benevento.

Valerio Mantovani (1996
): lui non andrà nel calcio dei professionisti perora, ma rimarrà in Primavera come capitano, a difendere il titolo di campione d’Italia.
Romano e con un passato nel settore giovanile giallorosso, in due anni a Torino ha conquistato due scudetti (Berretti nel 2014 e Primavera nella stagione passata):
Bravo anche di testa nonostante non sia troppo alto, è diventato inamovibile tra le fila granata dopo un grandissimo Viareggio.
Il Toro lo prese quando si stava allenando con il Latina (che gli avrebbe consentito di affacciarsi da subito in prima squadra), ma Valerio non resistette alle sirene dei colori granata.
Graziano (1995): vercellese da tempo trapiantato a Torino, Giovanni Graziano ha avuto una stagione anomala.
Dopo essere riuscito a debuttare in Europa League nel match contro il Copenaghen ha avuto modo di giocare in Primavera abbastanza saltuariamente, senza aver un posto fisso da titolare.
Mediano di personalità, fisicità e buonissima abilità negli inserimenti, decise in maniera incredibile un derby vinto in rimonta nella stagione 13-14.
Proverà la fortuna tra i professionisti nel Renate, che militerà nel girone A di Lega Pro.

Claudio Morra (1995): Morra è il classico esempio di calciatore militante del settore giovanile che ha bisogno di fare un anno da fuoriquota per crescere e continuare a migliorare in maniera importante.
Dopo la stagione scorsa senza tantissimo spazio ha disputato, infatti, una grande annata, segnando 14 reti e aiutando la formazione allenata da Moreno Longo a laurearsi campione.
Claudio ha mantenuto una grande continuità e dimostrato di aver acquisito delle qualità importanti lungo quest’importante annata di maturazione.
Giocherà in Lega Pro nella neopromossa Fidelis Andria, con la quale spera di segnare gol pesanti.
Dopo una tripletta in una semifinale Scudetto in Primavera, tutto è possibile…

UDINESE
Alex Meret (1997):
più promettente di Simone Scuffet. E’ questa l’etichetta che in molti affibbiano a quello che potrebbe essere il nuovo secondo portiere della formazione friulana.
In questo senso sarà da chiarire la posizione del venezuelano Romo.  Ragazzo da tantissimo tempo nel giro delle nazionali giovanili, un paio di anni fa fece scintille in un allenamento a Coverciano con la nazionale maggiore, esaltandosi sui tiri piazzati di un certo Andrea Pirlo.
Rispetto a Scuffet appare meno imponente, ma più abile nel tuffo e nell’intervento spettacolare.
L’Udinese crede in lui, a prescindere dall’obbligo di avere in rosa un certo numero di giovani cresciuti nel vivaio dalla prossima stagione.

HELLAS VERONA
Lorenzo Ferrari (1996): in mezzo a tanti portieri promettenti che stanno bruciando le tappe rispetto a molti coetanei c’è chi invece fa più fatica, come è normale che sia, ad imporsi nel calcio dei grandi.
Uno di questi esempi è Ferrari, che dopo essere stato considerato uno dei migliori portieri italiani nati nel 1996 ha finito per essere chiuso da Andrenacci prima e Gori poi al Milan.
Questo lo porta Verona, tra le cui fila disputa una stagione e mezza di ottimo livello, venendo spesso convocato in prima squadra da Andrea Mandorlini.
Da luglio è in prestito al Rimini. Forse rimane qualche rimpianto per come è andata al Milan, visto che aveva anche disputato (seppur da terzo) un Europeo Under 17, ma ha tutto il tempo per imporsi.

Davide Riccardi (1996):
l’Udinese lo considerava un ragazzo molto interessante in prospettiva futura, poi qualche panchina nel periodo invernale lo hanno convinto a cambiare aria, passando a Verona.
Dopo 9 presenze in Primavera il ritiro in prima squadra con l’Hellas prima di capire in questi ultimi giorni cosa ne sarà del suo futuro.
Ha disputato anche un ottimo Torneo di Viareggio

Filippo Boni (1996):
ragazzo classe 1995 che nella stagione passata giocava come fuoriquota, Boni si è da poco trasferito al Prato.
Pescato dagli osservatori dell’Hellas in Eccellenza nel varesotto, ha avuto modo di essere confermato in gialloblù viste le grandi prestazioni maturate.
Ora avrà un chance tra i professionisti, roba non da poco, contando che tre anni fa si stava preparando ad una stagione tra i dilettanti.

Pierluigi Cappelluzzo (1996):
questo è un ragazzo che ha grande qualità, ma forse ha un po’ buttato via del tempo nella stagione passata. Non per colpa sua, per carità, sia chiaro.
Dopo il fallimento del Siena l’ex ds del Verona Sogliano decise di dargli una chance, ma lo spazio in prima squadra era ridotissimo. Allora è sceso in Primavera, con la quale ha avuto qualche difficoltà inizialmente.
Poi un grande Viareggio e un girone di ritorno eccezionale, che gli hanno permesso di misurarsi in Serie B nella prossima stagione, tra le fila del Pescara.
In una squadra ricca di giovani, potrebbe assolutamente avere le sue possibilità, anche se per la gara con il Torino era addirittura stato escluso dai convocati.
La premessa iniziale era dovuta al fatto che Cappelluzzo nel 2013-14 aveva avuto modo di giocare dieci gare in prima squadra e di segnare un bel gol di testa a Bari, trovando anche spazio da titolare in una situazione economica molto dura.