È un’impresa storica quella del Carpi, che ieri sera, dopo il pareggio con il Bari ha festeggiato la prima promozione della sua storia in Serie A.
Una storia che rievoca un calcio che sembra ormai sparito, una storia che riallaccia il mondo del pallone, funestato da calcio scommesse, bilanci truccati, polemiche continue con il suo lato romantico.
Ma partiamo dal principio, il Carpi nasce nel 1909, la sua storia non è costellata di grandi successi, ma nell’estate del 2009 il vento inizia a cambiare, il Carpi disputa un ottimo campionato di serie D e termina la stagione al secondo posto dietro il Pisa posto che da diritto agli emiliani di disputare i play-off, che terminano però in maniera incredibile a Pianura, il Carpi vince la prima gara per 5 a 0, ma perde il ritorno con il risultato di 8 a 2.
Il fato però sorride agli emiliani che vengono ripescati proprio al posto del Pianura.
Da qui inizia la grande scalata della piccola realtà calcistica italiana. Con a capo della società tre imprenditori(Bonacini, Mariani e Caliumi), che con una gestione societaria da incorniciare riescono prima a portare il Carpi in Serie B, dopo la famosa finale play-off con il Lecce e poi dopo una stagione tranquilla nella cadetteria a proiettarlo addirittura in Serie A con grande merito visto il campionato strepitoso disputato, per buona pace di Claudio Lotito, che in questa stagione non si è attirato le simpatie degli emiliani.
Proprio lui Claudio Lotito, presidente di una Lazio sorprendente in Serie A e di una Salernitana che da poco ha riconquistato la Serie B. Lotito pochi mesi addietro viene registrato telefonicamente dal direttore generale dell’Ischia. Il patron laziale e uomo importante all’interno della Lega Calcio, rilascia delle dichiarazioni shock che sembrano chiudere per sempre la pagina del calcio come valore e non solo come macchina da soldi. Lotito in quella occasione dichiara che se salissero squadre come Carpi, Frosinone, Latina in pochi anni non ci sarebbero più soldi e la Serie A perderebbe di appetibilità. Le sue dichiarazioni scatenano un polverone mediatico che non avrà però seguito in ambito disciplinare.
Lotito con quella conversazione dichiara apertamente che l’unico pensiero attuale della Lega deve essere quello di rendere appetibile il campionato e che queste piccole realtà farebbero solo il male economico della massima serie.
Le sue dichiarazioni sono assolutamente da contestare, anche andando a spulciare il vero e proprio miracolo made in Carpi. Una gestione societaria che ha portato un utile(nella scorsa stagione), di 51 mila euro, con una società che ha uno stadio di appena 4200 posti e non vive di grandi sponsorizzazioni. In questa stagione il direttore sportivo Cristiano Giuntoli, opera un vero e proprio miracolo, mette al timone della squadra Fabrizio Castori, un allenatore che vuole ripartire dopo gli ultimi anni non proprio felici. Castori arriva subito dichiarando: “Di non volere fighetti, ma solo gente che sputa sangue”, e viene subito accontentato, a Carpi grandi nomi non se ne vedono. La società conferma lo zoccolo duro che ha portato questi risultati straordinari, aggiunge pochi tasselli alla formazione, abbattendo il budget del 40%. Arrivano giocatori che vogliono emergere come Gabriel, che sarà uno dei portieri migliori della Serie B, Mbakogu(14 reti) che era già a Carpi ma in prestito e viene prelevato dopo il fallimento del Padova, Kevin Lasagna nell’ultima stagione in Serie D all’Este e insieme alla vecchia guardia riescono a creare un gruppo importantissimo che riesce anche a battere i vicini e molto più quotati del Bologna, con un gol di Pasciuti a Carpi fin dai dilettanti.
Il Carpi inoltre continua a seguire una linea verde, che porta gli emiliani ad avere una rosa con una media d’età di 24,3 anni, una delle più giovani in tutta la Serie B e una rosa composta quasi interamente da calciatori italiani.
Ci chiediamo quindi come un esempio del genere non possa che giovare al nostro calcio ormai marcio e che forse invece di guardare sempre ai diritti televisivi dovremmo iniziare a tenere le società più sane e a ripartire dai vivai e dall’entusiasmo dei nostri ragazzi che sono la vera benzina del calcio.
Godiamoci quindi il Carpi in Serie A e speriamo che altre realtà riescano a seguire l’esempio degli emiliani e che il calcio italiano torni a essere un esempio per il sistema mondiale, con buona pace degli aziendalisti come Lotito che nel calcio vedono solo una macchina che produce banconote verdi.
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