Piovono milioni di euro e di dollari, ma non chiaramente nelle nostre tasche, quanto piuttosto tra alcuni calciatori, in alcuni casi nemmeno troppo talentuosi, che vengono convinti a suon di denari a trasferirsi nel campionato arabo, con l’obiettivo di monetizzare il più possibile gli ultimi anni di carriera.

Per alcuni non è nemmeno una questione di essere arrivati a un passo dall’età giusta per dire addio al calcio, dal momento che hanno ancora meno di trent’anni. Insomma, le scelte di vita si sono fuse in maniera inevitabile con decisioni di mero carattere economico, di cui chi ama il calcio non sentiva chiaramente la mancanza.

Lo scenario calcistico arabo

Molto interessante il commento di Canovi sul calciomercato che stanno facendo le squadre del campionato arabo, correlato alla pagina delle scommesse sul calcio per quanto riguarda le statistiche per l’inizio del campionato. Un’intervista davvero ricca di spunti e di tanti argomenti legati all’attualità, in cui uno dei più famosi procuratori sportivi conosciuti in tutto il mondo come Alessandro Canovi scambia le sue impressioni con l’ex difensore milanista Fulvio Collovati, campione del mondo nel 1982 con l’Italia.

Tanti i temi affrontati dai due, ma nello specifico ci si è voluti soffermare sull’impatto del calciomercato arabo sul mondo del calcio più in generale. In modo particolare, è il calcio europeo che sta vivendo una stranissima situazione di riflesso. La Serie A, con i vari addii, tra gli altri Brozovic e Milinkovic-Savic giusto per fare qualche nome, ha dovuto dire addio in estate a tanti calciatori importanti, che hanno fatto una scelta particolare, ma rispettabile, di accettare il corteggiamento del campionato arabo.

E, di conseguenza, anche la Serie A dovrà ora andare alla ricerca di un nuovo equilibrio, riadattandosi a un frullatore quale è stata la sessione attuale di calciomercato, con le offerte indecenti che sono arrivate dall’Arabia Saudita e hanno completamente stravolto i piani di mercato di un gran numero di squadre, big ovviamente comprese

Quando il calcio si fonda con le motivazioni politiche

In merito a quello che sta succedendo, il noto procuratore sportivo Canovi ha le idee ben chiare. Secondo il suo pensiero, l’offerta che è stata fatta dagli arabi a Mbappé, ovvero qualcosa come 700 milioni di euro per un solo anno di contratto è qualcosa di folle e assolutamente al di fuori di ogni schema, non solo della logica economica, ma anche di quella sportiva. Ed è chiaro che il fatto che tale offerta sia arrivata solamente per un contratto annuale fa ancora più riflettere e lascia senza parole.

Non bisogna dimenticare, come ha ben messo in evidenza Canovi nel corso dell’intervista, come in questo momento la progettualità dell’Arabia Saudita è ben definita e prevede di stanziare, su una durata decennali, investimenti pari ad almeno 2 miliardi all’anno in tal senso. In un calcio in cui si è cominciato da qualche anno a parlare di fair-play finanziario e di rispetto di regole e sostenibilità, tutte queste offerte hanno creato un po’ di malcontento.

Un sentimento che si sta diffondendo notevolmente è che tutti questi interventi multimilionari, con cifre monstre che girano per i contratti dei calciatori, stanno di fatto inquinando non solamente la passione, ma anche l’essenza stessa di questo sport. Il fatto che alcune squadre, nello specifico in questo caso del campionato arabo, si possono permettere di offrire degli ingaggi del genere anche solo per un anno toglie prima di tutto lo spirito competitivo che dovrebbe albergare in uno sport del genere, ma anche quel senso di meritocrazia che, nel corso degli anni, sta svanendo sempre di più, ormai si è ridotto a un vero e proprio lumicino e potrebbe essere la sua definitiva fine.