Mastour è l’immagine dei Giovani Milan in crisi: giovani giocatori “vittime” di scelte non ben ponderate da parte della società rossonera. Andiamo a vedere quale è stato l’andamento stagionale dei giovani calciatori del Milan.

NOTE POSITIVE – Tra le scelte ‘ok’, l’unico che può sorridere è Giacomo Beretta, attaccante classe 1992 (un po’ più esperto degli altri) in forza alla Pro Vercelli. Durante la stagione ha raccolto ben 33 presenze segnando 5 gol in Serie B e condendo la sua annata con due assist per i compagni. Numeri non eccezionali ma che lo issano al primo posto tra i baby rossoneri e che hanno dato una mano alla Pro Vercelli nella corsa alla salvezza. Sufficienti le stagioni di Vergara (22 presenze a Livorno, retrocesso) e Juan Mauri (22 presenze con l’Akragas, salvatosi all’ultimo), nonostante una seconda parte di campionato nel dimenticatoio. Così così, invece, Di Molfetta che ha racimolato 23 presenze tra Benevento e Rimini (salvezza tramite playout) ma non ha mai trovato il gol.

NOTE NEGATIVE – Tante perplessità hanno destato altri giocatori: primo su tutti Hachim Mastour, ceduto al Malaga con opzione di recompra, ma che, in Spagna, ha giocato 5′. Sì, qualcosa in più forse per il recupero ma la sua unica presenza risale al 7 Novembre contro il Betis Siviglia. Poi il nulla. Oltre all’italo-marocchino ha deluso anche Pessina (’97) che ha racimolato 5 presenze in tutto l’anno tra Lecce (andata) e Catania (ritorno) così come Modic a Vicenza: per il bosniaco 12 presenze in B ma solo 1 da Gennaio in poi. Correzione in corsa per Mastalli che, dopo tante panchine e 8 presenze nella squadra B del Lugano, è stato richiamato a Milanello e ha finito la stagione con la Primavera. Stesso discorso più o meno anche per Verdi che, archiviata l’andata con l’Eibar, si è riscattato con il Carpi (3 gol in 8 presenze) nonostante la retrocessione.

4/5 errori di programmazione, scelte sbagliate dettate da tanti motivi. Non serve incolpare ancor di più una società in crisi ma se i giovani non vengono messi in grado di giocare o le scelte nei loro confronti non sono ponderate a sufficienza, il destino di un “Milan giovane e italiano” è destinato al fallimento.