Demetrio Steffè, centrocampista classe 1996, è stato il faro del centrocampo del Chievo Primavera Campione d’Italia. Accantonato dall’Inter, in terra veneta ha stupito tutti per la sue giocate, per l’impegno e la serietà con cui si è messo al servizio di mister Nicolato, guidando i suoi compagni alla conquista del titolo. Un ragazzo umile, disponibile e maturo, caratteristiche che unite alla sua classe in breve tempo, lo faranno arrivare nel calcio che conta. La redazione di Tcv lo ha intervistato in esclusiva.

 

Demetrio come è stato vincere il Campionato, considerando anche che non eravate tra le squadre favorite?

È stata un’ emozione indescrivibile! È il coronamento di una stagione magnifica, di un gruppo fantastico, unito in ogni momento e circondato da un mister e uno staff ottimo e davvero professionale.

In quale momento della stagione hai capito che potevate vincere il campionato?

Il vero momento è stato dopo la vittoria con la Fiorentina, dove siamo riusciti a rimontare per ben due volte il risultato anche se eravamo in 10.

Che tipo di giocatore ti definisci? C’è un giocatore in particolare al quale ti ispiri?

Non saprei nemmeno io come definirmi. Sono cose che preferisco lasciare dire alle persone che mi vedono giocare. Di sicuro, come giocatore mi è sempre piaciuto Zanetti.

Quanto sei felice di essersi ritagliato uno spazio importantissimo nel Chievo Campione d’Italia, dopo che l’Inter ti aveva scaricato, ritenendo che non avresti avuto spazio?

È stata una gioia immensa. Credo che a questa età la cosa più importante sia quella di giocare, quindi ritrovarmi ad essere fra i giocatori più utilizzati se non quasi il più utilizzato nel Campionato Primavera, dalla squadra vincitrice dello scudetto, è un obiettivo molto importante che credo possa considerarsi raggiunto.

Quanto invece sei amareggiato di essere uscito dal giro azzurro dopo il Mondiale negli Emirati?

Sinceramente non sono uscito, anzi ho saltato solo una convocazione (amichevole contro una squadra di serie D), mentre le altre quattro convocazioni nelle quali abbiamo ottenuto altrettanti vittorie molto importanti sono stato schierato titolare in tutte le partite.

Assieme ai compagni hai scritto la storia dell’Under 17 durante gli Europei della primavera 2013, che cosa si prova a fare esperienze di questo tipo?

Sono esperienze che ti resteranno sempre bene impresse per tutta la vita e penso che solo uno sport così bello come il calcio le possa regalare. Peccato che non sia arrivata la vittoria per colpa di quei calci di rigore, che però quest’anno mi hanno regalato uno scudetto e quindi mi hanno consentito di entrare nella storia del Chievo.

Qual è l’allenatore che ti ha aiutato di più nella tua crescita personale?

Sicuramente ogni allenatore al termine della stagione ti lascia nuove nozioni, nuovi tipi di schemi, una mentalità diversa. Devo ammettere che mister Nicolato quest’anno mi ha veramente fatto capire quanto importante sia il lavoro e quali grandi obiettivi si possano raggiungere lavorando seriamente e professionalmente giorno per giorno.

Cosa ne pensi dell’eliminazione dell’Italia dai Mondiali brasiliani?

In un certo senso è un eliminazione “meritata” perché non abbiamo fatto vedere un bel calcio. Da una nazionale come la nostra ci si aspetta molto di più e sono sicuro che i nostri campioni nelle future competizioni faranno meglio. Magari proprio noi del gruppo under 17 potremmo riscrivere un altra storia ( ride ndr), sarebbe un sogno.

Per quanto riguarda il settore giovanile in Italia, riusciremo a creare un modello simile alla cantera del Barcellona??

Sarebbe una svolta notevole per il calcio italiano, ci sono società che da sempre stanno cercando di creare un modello come il Barcellona, però ormai va tanto di moda comprare giocatori all’estero e non puntare su quello che si ha in casa e questa penso che sia la scelta più errata che una società possa fare. Questo modo di fare si ripercuote anche sulle prime squadre.

È tanta la responsabilità di avere il sogno di migliaia se non milioni di ragazzi della sua età. Che consigli dai a chi insegue il sogno di fare il calciatore?

Crederci sempre e non mollare mai! Lavorare giorno per giorno, non tralasciare nulla e curare ogni minimo dettaglio perché anche quello che crediamo sia inutile può rivelarsi il più importante.

Il prossimo anno dove ti vedremo? Tra i professionisti?

Sarebbe bello giocare tra i professionisti per iniziare ad annusare il calcio dei grandi, però credo che quest’anno sia molto difficile.