Colombiano di Calì, Joan Bonilla insegue il suo sogno di diventare un calciatore professionista in Italia, più precisamente a Udine, città che lo ha visto arrivare in tenera età. Sin da subito ha messo in mostra il suo talento cristallino, attirando su di sé le attenzioni dell’Udinese. Nel settore giovanile friulano si contraddistingue per la sua prestanza fisica e la sua velocità. Viene impiegato come difensore centrale o terzino e man mano scala tutte le categorie giovanili fino ad arrivare, quest’anno, alla Primavera allenata da Mattiussi. Ragazzo serio e con i piedi ben piantati a terra, Joan pensa solo a lavorare duro per migliorarsi, così come afferma nell’intervista che ci ha concesso.

 

Allora Joan, tu hai iniziato a giocare a calcio nella “Scuola Calcio Donatello” di Udine. Qui ti metti in mostra e, nel giro di poco tempo, vieni contattato dall’Udinese. Che cosa hai provato in quei momenti?

Quando l’Udinese chiamò mio padre, fu una gioia indescrivibile. Ero molto emozionato e contento. Per un bambino che ama giocare a calcio, penso sia il massimo.

Quest’anno hai fatto il salto di categoria: dagli Allievi sei passato alla Primavera. Quali sono, secondo te, le differenze tra queste due categorie?

Le differenze ci sono sia a livello fisico e sia a livello tecnico. Ci sono giocatori molto bravi che nella categoria Allievi non ci sono. Questa è una cosa che si nota subito.

Con Mister Mattiussi stai trovando poco spazio. Come reagisce un giovane calciatore ad una situazione del genere?

Sì, quest’anno sto trovando poco spazio, ma penso solo a lavorare duro. Mister Mattiussi, comunque, mi tiene in considerazione, mi segue, cerca di consigliarmi in tutti gli aspetti e mi trovo molto bene.

Che tipo di difensore sei? A chi ti ispiri?

All’Udinese ho iniziato a giocare come difensore centrale, ma negli ultimi tempi vengo impiegato spesso come terzino. Sinceramente non ho un giocatore a cui mi ispiro, io penso solo a lavorare e a migliorare ogni giorno.

Fai parte di una società che da qualche anno a questa parte investe molto sui giovani e nello scouting. Ciò ti rende fiducioso per il futuro? Senti che all’Udinese possa accadere qualcosa di importante per la tua carriera?

Far parte di una società come l’Udinese è sicuramente un orgoglio, vestire una maglia così importante è un onore. Io vado avanti per la mia strada con il lavoro, con il sacrificio, poi vedremo quello che succederà. Sono molto felice di essere dell’Udinese.

In campionato siete sesti ad un punto dal Brescia. Dove pensate di poter arrivare? Quali sono gli obiettivi per quest’anno?

In campionato l’obiettivo è quello di arrivare ai play – off. Sappiamo che non sarà facile, ma noi ci proveremo sino all’ultimo.

Cosa ne pensi di Scuffet? Ormai è il portiere titolare della prima squadra…

Io e Simone siamo molto amici e sono molto contento per lui. E’ un orgoglio vedere un amico titolare nel campionato di Serie A.

Ultima domanda. Da colombiano, come vedi la Colombia ai prossimi Mondiali in Brasile?

La vedo abbastanza bene, anche se abbiamo perso un giocatore importante come Falcao. Però ci sono giocatori come Muriel e altri molto bravi che potrebbero sostituirlo. Penso che possa fare un buon Mondiale”.