Dopo le recenti interviste a Jano La Ferla e Carlo Giuliani, continua il nostro viaggio alla scoperta del mondo dei procuratori sportivi, professionisti il cui lavoro, spesso ignorato o sottovalutato dal grande pubblico, spesso si rivela indispensabile oltre che ovviamente per i calciatori (in particolare per quelli di giovane età), anche per le società, essendo il loro lavoro di mediazione un ingranaggio fondamentale della grande macchina del sistema calcio. Questa volta abbiamo avuto il piacere di sentire in esclusiva Giulio Tedeschi, Agente di Calciatori autorizzato dalla FIGC in Roma, con procure di diversi giovani calciatori tra Europa e Sudamerica, la cui carriera è in fase di grande ascesa a livello di notorietà tra gli addetti ai lavori e non. Vediamo allora cosa ci ha detto in questa nostra intervista.

Buongiorno Giulio! Partiamo parlando di te: come nasci Agente FIFA e quali sono le motivazioni che ti hanno spinto a intraprendere questa strada?

Diciamolo subito, l’Agente FIFA è una professione cosiddetta “di nicchia”. Siamo infatti circa in 6500 in tutto il mondo, anche se solo in Italia ce ne sono più di 1000. C’è da dire, però, che di questi ultimi quelli realmente attivi sulla piazza sono circa 200 (ed è una stima ottimista). Personalmente, ho fatto questa scelta perché, proveniendo da studi giuridici al Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università Federico II di Napoli e volendo intraprendere la strada forense, mi sono guardato intorno con lucidità e ho ritenuto che questa strada fosse quella più congeniale alle mie capacità.

Quali sono le doti, allora, che secondo te sono necessarie per un Agente FIFA, quelle che assolutamente non si può fare a meno di avere al fine di intraprendere questa strada?

A mio parere, il primo dei requisiti essenziali è la conoscenza del diritto Civile, Sportivo e Societario. I regolamenti della FIFA dai quali dipendono le sorti dei nostri assistiti, i calciatori, sono infatti inquadrabili come sotto-ordinamenti del diritto civile e come tali assoggettabili ad esso. Chi non mastica il diritto civile, quindi, non può assolutamente operare da solo ma deve farsi aiutare da un avvocato.
Il secondo requisito fondamentale è una solida conoscenza della lingua Inglese: infatti, l’Agente FIFA spesso ha a che fare con pratiche scritte in inglese giuridico, e si trova spesso ad avere a che fare con persone straniere: è l’inglese, quindi, a sanare nel 90% dei casi le difficoltà di una trattativa. Sarebbe poi utilissima la conoscenza anche di un’altra lingua, come lo Spagnolo o il Portoghese.
Infine, assolutamente necessario è avere una grande capacità di adattamento alle varie situazioni. Questo perché la nostra è una professione che richiede continui e costanti rapporti con ogni genere di persona, da allenatori, a preparatori, a dirigenti, oltre che ovviamente ai calciatori e alle loro famiglie.

Come valuti un calciatore? In base a quali criteri scegli i calciatori a cui proporre la tua assistenza?

Inizio subito col chiarire che la valutazione tecnica di un calciatore non compete a un Agente FIFA. Noi ci occupiamo dell’aspetto contrattuale e di tutto ciò che, dal momento della stipula della procura, riguarda i nostri assistiti, dalla gestione della sua immagine alla sua tutela giuridica. Coloro che valutano i calciatori per mestiere sono gli scout e gli osservatori, figure molto importanti la cui professione non è assolutamente alla portata di tutti, essendo necessarie conoscenze di biologia umana, pratiche sportive e lavoro sul campo. Molti si improvvisano tali senza averne davvero le qualità, io preferisco affidarmi a diversi amici osservatori di professione, che lavorano in un circuito selezionato e passano molte ore sugli spalti dei campi di tutta Italia: sono loro a farmi le segnalazioni che mi potrebbero interessare. Inoltre, porto avanti una proficua collaborazione con la Società Football Leader, grazie alla quale mi avvalgo dei preziosi consigli di mister Paolo Specchia. A volte, poi, sono gli stessi calciatori a farsi avanti.
Per quanto riguarda i criteri che mi portano a scegliere un calciatore, oltre all’aspetto tecnico guardo soprattutto alle qualità personali del ragazzo, a maggior ragione se in giovane età. Sappiamo infatti che per sfondare a certi livelli, prima di tutto è necessaria una adeguata predisposizione mentale.

Parliamo ora dei tuoi assistiti: in che campionato gioca la maggior parte di loro?

Seguo diversi ragazzi e giocatori professionisti. Attualmente, sono impegnato a completare la pratiche relative all’acquisizione della procura di due giovani calciatori della Triestina e sto tenendo sotto osservazione qualche giovane promessa del Pisa. All’estero curo gli interessi, tra gli altri, di Juan Guerra, italo-venezuelano classe 1987, nel giro della Nazionale maggiore venezuelana, ragazzo in cui credo molto; in questi giorni sarò poi impegnato tra Svizzera e Bosnia per seguire dei giocatori che mi sono stati segnalati.
Quanta importanza dai al rapporto personale con i tuoi assistiti?

Il rapporto personale è certamente uno degli aspetti fondamentali della mia professione. E’ importante coltivare buone relazioni sia con i miei assistiti, con cui cerco sempre di instaurare rapporti basati su fiducia e amicizia (senza però dimenticare la separazione del piano personale da quello lavorativo), ma anche nell’ambito dei contatti con i club. Le società, infatti, tendono sempre a dare maggior credito a persone che conoscono e con cui hanno contatti diretti.

Per finire, un giudizio sul campionato Primavera? Il livello della competizione è alto? Prova a sbilanciarti: quale squadra vedi favorita per la conquista dello Scudetto?

Il livello della competizione di quest’anno è sicuramente buono, cosa che fa ben sperare per la salute del calcio nostrano. Articolandosi il campionato in tre gironi distinti, è difficile fare pronostici, in quanto mancano confronti diretti tra alcune della favorite: se dovessi scommettere su qualcuno, però, punterei sulla Lazio, per la grande qualità di alcuni suoi interpreti, confermata dai numeri che la vedono davanti a tutti in Italia sia come reti segnate che per punti conquistati.

Grazie mille Giulio per la tua disponibilità e la tua gentilezza, allora, e in bocca al lupo per tuoi futuri progetti!

Grazie a voi, è stato un piacere! Vi saluto e vi ringrazio per l’intervista.