Simone, ci puoi raccontare la situazione societaria che sta vivendo il Bologna in questo periodo e quali sono le maggiori preoccupazioni dei tifosi?

Purtroppo il presidente Albano Guaraldi non possiede né le competenze né la forza economica necessaria per mandare avanti un club di Serie A, e la sua gestione si è fin da subito rivelata approssimativa e lacunosa sotto numerosi aspetti. Inoltre si è circondato di persone che, anziché aiutarlo, hanno solo peggiorato la situazione, in primis Roberto Zanzi, e ha tradito più volte la fiducia dei tifosi rossoblù raccontando un sacco di mezze verità, per non dire di bugie. Più che ad alzare il tasso tecnico della squadra, qui si bada esclusivamente a costruire un nuovo centro tecnico, un progetto portato avanti con forza dallo stesso Guaraldi per dare ossigeno alla casse della sua azienda, la Futura Costruzioni. Insomma, il bene del Bologna è una cosa secondaria. Ma forse non ci si rende conto che andare in Serie B equivarrebbe alla fine. Di tutto e di tutti.

Questa crisi ha avuto delle ripercussioni anche nel settore giovanile locale?

Sicuramente è un momento difficile, già in Italia i club di calcio investono poco sui propri giovani, figuriamoci adesso. A Bologna quest’anno è stato nominato un nuovo responsabile, Daniele Corazza, professionista esemplare con una notevole esperienza alle spalle in questo campo. Ha assunto l’incarico a inizio luglio e devo dire che le sue proposte sembrano molto interessanti, a cominciare dall’unificazione della attività di base con quelle agonistiche per le squadre del settore giovanile, e dalla voglia di puntare molto sul locale per avvicinare maggiormente il Bologna alle società dilettantistiche. In generale, l’obiettivo dichiarato è quello di far crescere il più possibile i ragazzi e farli diventare calciatori veri, così che nel giro di pochi anni siano pronti per passare in prima squadra. Speriamo che tutto ciò si verifichi davvero, ce ne sarebbe un gran bisogno.

Quali sono i giovani più interessanti del vivaio rossoblù?

Quelli che si sono messi maggiormente in evidenza sono i difensori centrali Alex Ferrari e Marco Maini, rispettivamente classe 1994 e 1995, il terzino sinistro di origini marocchine Adam Masina, del 1994, il centrocampista offensivo Alberto Malo, del 1995, e la punta Riccardo Benatti, del 1994. Non vanno poi dimenticati i ragazzi che fanno già parte dell’organico della prima squadra, come il portiere austriaco classe 1993 Dejan Stojanovic, acquistato nel 2011 dal Lustenau, il mediano serbo classe 1994 Uros Radakovic, prelevato nel 2012 dalla Stella Rossa, e il fantasista franco-egiziano Abdallah Yaisien, anche lui del 1994, arrivato in estate dalla Primavera del Paris Saint-Germain. E poi c’è Diego Laxalt, che dopo i due gol al Milan all’esordio in Serie A non ha più bisogno di tante presentazioni, ma purtroppo è qui solo in prestito dall’Inter e non so se a fine stagione il Bologna riuscirà a riscattare la metà del suo cartellino e a trattenerlo.

Raccontaci Pioli: filosofia di gioco, gestione del gruppo e rapporto con i giovani.

Innanzitutto va detto che Stefano Pioli è un vero signore, una persona educata, corretta e pacata, merce rara nel calcio di oggi. Dispiace vederlo così in difficoltà, perché lo scorso marzo ha declinato offerte importanti e ha scelto di restare a Bologna per l’affetto autentico che prova verso questi colori, e ora sta pagando anche e soprattutto per colpe non sue. In generale, il modulo che utilizza più di frequente è il 4-2-3-1, adoperato nella stagione 2012-2013 in sedici occasioni, ma spesso abbiamo visto il Bologna schierato anche con il 3-4-1-2. La costante è sempre Diamanti, un trequartista eccezionale che tutti vorrebbero avere in squadra. È risaputo che Pioli, come è giusto che sia, pretenda la massima applicazione mentale, tecnica e tattica da ciascuno dei suoi giocatori, e che si rapporti con loro in modo chiaro e diretto. Ama in maniera incredibile il suo lavoro e lo svolge quotidianamente in maniera quasi maniacale, a mio avviso è senza dubbio uno dei migliori allenatori che ci siano in circolazione. Riguardo ai giovani, bisogna ricordare che proprio con lui in panchina il Bologna si è laureato campione d’Italia nella categoria Allievi Nazionali, era il 2001. In generale si può però dire che il mister tenda a fidarsi maggiormente dei giocatori più esperti e maturi, ma negli ultimi tempi questa sua tendenza sta un po’ cambiando, lo abbiamo visto ad esempio lo scorso anno con Sorensen e Gabbiadini, e credo proprio che sarà così anche in questo campionato.

In riferimento alla prima squadra, quali sono le tue previsioni per questo campionato?

La squadra è indubbiamente più debole rispetto alla scorsa stagione, e non potrebbe essere diversamente quando perdi giocatori del calibro di Alberto Gilardino, Manolo Gabbiadini e Saphir Taider. In particolare quest’ultima cessione, arrivata proprio negli ultimi giorni di mercato, ha scombussolato tutti i piani di Stefano Pioli, rovinando completamente il lavoro svolto dall’allenatore durante il ritiro estivo. Io non mi capacito di come si possa gestire una società di calcio in questa maniera, quasi senza rendersi conto che si stanno umiliando e calpestando la fede e la passione di una tifoseria intera. Inutile quindi nascondersi dietro a un dito o raccontare favole, l’obiettivo è arrivare quart’ultimi e portare a casa la pelle, ma ci sarà da soffrire fino all’ultima giornata. Un vero peccato, perché un club glorioso come il Bologna meriterebbe di lottare per ben altri traguardi.

Quale calciatore sogni di vedere nel Bologna?

La domanda dice già tutto, vista la situazione attuale si può giusto rimanere nel campo dei sogni, perché qui è già tanto se si trovano i soldi per pagare gli stipendi. Storicamente quella di Bologna è una piazza dal palato fino, negli ultimi quindici anni abbiamo avuto la possibilità di ammirare grandissimi campioni come Baggio, Signori e Di Vaio, solo per citarne tre, e adesso se non altro ci resta il sinistro magico di Alino Diamanti, sempre che il presidente Guaraldi non decida di vendere pure lui. Comunque, lavorando un po’ di fantasia, nel caso si verificasse un miracolo e la società venisse rilevata da un imprenditore ricco e affidabile, un giocatore che mi piacerebbe vedere con la nostra maglia è Alan Dzagoev, seconda punta classe 1990 del CSKA Mosca, che ha già fatto vedere grandi cose anche con la sua Nazionale. È incredibilmente talentuoso e mi ricorda da vicino il suo celebre connazionale Igor Kolyvanov, che sotto le Due Torri ha lasciato uno splendido ricordo tra il 1996 e il 2001. Eh sì, magari tornassero quei tempi…