Fabrizio Pratticò, portiere classe ’90, è stato ingaggiato dalla squadra svedese del Syrianska, formazione che milita nel campionato di Serie B.

Da Reggio Calabria in Svezia. Fabrizio Pratticò, portiere classe ’90, dopo l’ottima stagione tra le fila del Gallico-Catona, squadra che milita nel campionato d’Eccellenza calabrese, ha deciso di rimettersi in gioco affrontando una nuova avventura calcistica lontano dall’Italia. Da qualche mese infatti, Pratticò è stato ingaggiato dò Syrianska FC, club che milita nella serie B svedese. Ntacalabria.it lo ha intervistato in esclusiva.

 

Fabrizio,dopo tanti anni in Italia ha deciso di trasferirti in Svezia. Come ti trovi?

Mi trovo molto bene. Il cambiamento più importante che soffrirò maggiormente sarà il cambiamento di clima, anche se ancora fa caldo. Per il resto mi trovo molto bene. Sono ospite di Fredrik Bagerfeldt, il collaboratore del mio procuratore, che attualmente si prende cura di me. Mi sta aiutando ad ambientarmi e conoscere la città. Tra qualche mese andrò ad abitare nel campus sportivo della squadra. Ho trovato un bel gruppo, che mi ha accolto con grande entusiasmo. Conoscendo la lingua inglese mi sono integrato in fretta.

 

Come è nata la trattativa con il Syrianska?

Al termine del campionato disputato con il Gallico-Catona, mi sono rivolto all’agente Domenico Mafrica chiedendogli se poteva darmi una mano nel trovare una squadra di categoria superiore. Visti i miei trascorsi in C1 con il Sorrento e in serie B con il Siena, volevo confrontami con una realtà più stimolante. A Gallico, mi sono trovato bene e colgo l’occasione per ringraziare la società, ma essendo ambizioso volevo affrontare una nuova sfida. In Italia, con le nuove regole giocare in Lega Pro ormai è difficile, considerando che a 23 anni per loro sei già vecchio. Dopo vari colloqui, ho avuto avuto la possibilità tramite il talent scout Fredrik Bagerfeldt di effettuare il provino con il Syrianska. Terminate le due settimane di prova, mi hanno fatto firmare un contratto fino a dicembre. Se sono qui è merito del mio procuratore Domenico Mafrica e di Fredrik Bagerfeldt, che oltre ad essere un talent scout è un ottimo allenatore.

 

Con la la dirigenza del Syrianska avete parlato di un possibile rinnovo di contratto?

Si, abbiamo parlato di un possibile rinnovo, ma dipenderà dalle mie prestazioni sul campo. Per ora siamo concentrati a finire bene il campionato e raggiungere la salvezza. Il mio obiettivo è aiutare la squadra e accumulare più minuti possibili in campionato. A fine stagione (Dicembre), raggiunto l’obiettivo di squadra, parlerò con la dirigenza e deciderò il mio futuro.

Quali differenze stai riscontrando tra il calcio svedese e il calcio italiano?

Tecnicamente il campionato di serie B svedese corrisponde alla Lega Pro italiana. Nonostante il livello tattico non sia eccellente, il calcio svedese dal punto di vista atletico è superiore. Le squadre corrono di più ed hanno più resistenza. La differenza abissale però riguarda gli stadi e le strutture dall’allenamento. Il Syrianska, pur essendo un club di serie B, ha uno stadio moderno. In Svezia inoltre, quasi tutti gli stadi sono in erba sintetica perché con il freddo che incombe sarebbe difficile effettuare la manutenzione su un campo in erba naturale. Nel centro sportivo che dividiamo con l’Assyriska, squadra con cui giochiamo il derby a settembre, abbiamo tutti i confort. Credo che l’Italia dovrebbe prendere spunto anche da queste realtà meno conosciute per effettuare un cambiamento.

 

Quale è stato l’allenatore che ha contribuito maggiormente alla tua crescita professionale?

Ricordo con molto affetto mister Ferraro che mi allenato sia all’Hinterreggio sia nelle giovanili della Reggina, dove insieme al preparatore dei portieri Liuzzo, mi ha dato i giusti consigli per la mia carriera. Sicuramente chi ha contribuito nelle mia crescita professionale è stato Generoso Rossi, mio compagno di squadra ai tempi di Sorrento in serie C. Io ero il suo secondo e nonostante la differenza d’età, è sempre stato disponibile nel darmi consigli su come comportarmi in campo e fuori. Col tempo siamo diventati molto amici e se ho intrapreso questo percorso lo devo anche a lui.

 

Avendo iniziato la tua carriera tra le fila della Reggina, non posso non chiederti cosa pensi della squadra amaranto e della scelta di affidare la panchina a Cozza,

Cozza è un buon allenatore che conosce la piazza e che sà come riportar ein alto il nome della Reggina. La nuova formula del campionato di Lega Pro è lungo e massacrante ma paradossalmente un Lega Pro fatta bene può riportare l’entusiasmo che è mancato negli ultimi anni. Bisogna prendere il buono anche da questo campionato e puntare ad un ritorno nel calcio che conta.