Giovanni Foresta è pronto al riscatto dopo che alcuni fastidi ad un piede lo hanno limitato per buona parte della stagione tra le fila della Carrarese. Ecco la sua intervista esclusiva a FootballScouting.

Giovanni Foresta è pronto a provare il riscatto con la Carrarese, dopo una stagione negativa a livello personale per via di molti problemi fisici, che lo hanno sostanzialmente messo fuori causa da settembre a marzo. Poi il ritorno in campo ed il ritrovo della titolarità. Cosa non scontata. Intervistato in esclusiva da FootballScouting, ci parla dal preritiro della formazione marmifera, che ha avuto inizio lunedì. Un modo per provare a preparare al meglio la stagione in vista del vero ritiro, che partirà poi il primo luglio dopo due settimane di “rompete le righe”.

Ciao Giovanni, sarai uno dei titolari della prossima Carrarese. Anche quest’anno lo eri ma i problemi fisici di anno impedito di esprimerti…

Si è stata una stagione piuttosto complicata nei primi cinque mesi. Dopo Messina mi ero operato di pubalgia a fine campionato e era stata una bella stagione quella di Messina. Poi sono venuto qui a Carrara e dopo aver giocato 2 partite mi sono subito fatto male al piede e sono stato fuori. Da marzo ho fatto tutte le partite e è andato molto bene. Sono contento di quello che abbiamo fatto, sono entrato nonostante la squadra andasse benissimo e i risultati dicessero che eravamo primi nel gironi di ritorno in quanto a classifica. Tutto ciò è stato possibile grazie anche al mister ed alla squadra.

Quanto pesa il fatto di avere un ambiente entusiasta, caricato da Baldini che spesso trasuda tutta la sua ambizione anche con proclami un po’ forse esagerati (“La Carrarese vuole andare in Serie A”)?

Beh, quello è fondamentale, perchè di allenatori come Baldini ce ne sono pochi. Fa credere ai calciatori in quello che fa. Secondo me la Carrarese arriverà in Serie A e riuscirà raggiungere quell’obiettivo, perchè lui lo vuole e ti fa allenare la mattina, il pomeriggio e la sera per raggiungere quell’obiettivo.

Silvio Baldini è una persona rara a giudizio di molti nel calcio. Qual è la sua particolarità?

La sua particolarità è il fatto di essere una persona vera con tutti. Ci può essere qualcuno che gli è più simpatico o meno simpatico, ma alla fine chi si allena bene in settimana gioca. Se fai bene in partita e non ti alleni bene ti fa fuori. Il mister dice le cose in faccia, come stanno.
E soprattutto se non giochi è perchè non stai dando il 100% in allenamento.

Avevate fatto molto bene anche nel playoff con la Viterbese. Un po’ di amaro in bocca c’è ancora o siete pronti a ripartire?

Si, sicuramente un po’ di amaro in bocca c’è. Il fatto di dover giocare a Viterbo con un risultato solo ci ha penalizzato perchè ci siamo sbilanciati e abbiamo perso. Con un’andata ed un ritorno secondo me saremmo andati noi in finale, però bisogna ripartire per centrare l’obiettivo della Serie B, che è quello che vogliamo noi, la società ed il mister.

Si potrebbero strutturare meglio i playoff, premesso che a voi compete giocare e non far le regole?

Si, si potrebbero impostare meglio i playoff ma queste sono cose che deve fare la Lega. Sicuramente il fatto di essere classificati più in avanti o indietro ed avere un solo risultato a disposizione cambia anche il modo di giocare.

Quanto ti fa piacere il fatto di essere un membro importante della squadra e di essere un titolare, visto che dal mercato probabilmente arriverà solo un’alternativa a te e non altro?

Si fa piacere e fa piacere soprattutto la stima che il mister, che è un allenatore che ha allenato in A, ha verso me. So che lui conta sul sottoscritto, ma so che nel calcio bisogna allenarsi e fare sacrifici, perchè c’è sempre chi può dare di più e farti sedere in panchina. Quindi devi sempre dare di più. Con il mister non ci sono titolari, ma se ti impegni e vai al 100% il posto non te lo toglie nessuno.

Quest’anno era un bel mix di giovani ed esperti. Quanto aiuta aver “anziani” di un certo livello in squadra?

Si l’esperienza aiuta tantissimo in certe partite, quindi in ogni squadra ce n’è bisogno. Abbiamo visto l’esempio su di noi di come è cambiata la difesa dopo che non andava tanto bene e sono arrivati a gennaio Ricci e Murolo. I vecchi ti insegnano a stare con la testa “sul pezzo”. Si veda l’esempio di Tavano: a 40 anni non lo voleva nessuno ed ha fatto 20 gol. Anche perchè il mister ti fa fare colazione tutti assieme la mattina, allenamento, pranzo, di nuovo allenamento e poi la sera chi non ha famiglia cena tutti assieme allo stadio.

Come si vive una situazione del genere. E’ positivo per il gruppo?

Si ovviamente è molto positivo. E’ un po’ pesante perchè non tutti i giocatori riuscirebbero a fare quello che facciamo noi, a fare doppia seduta tutti i giorni. Però sai che per diventare calciatore devi fare i sacrifici ed allenarti dalla mattina alla sera.

Sui giovani, invece, chi più ti ha colpito e chi pensi possa fare più strada?

Sono tutti ragazzi educati e seri. Secondo me non c’è nessuno che è di un livello più alto. Abbiamo giovani di prospettiva e possono tutti arrivare tranquillamente ad alti livelli

Ti dispiace che qualcuno se ne andrà? Magari uno come Tentoni o Borra?

Sono con noi in questo pre-ritiro anche tutti i ragazzi in prestito. Tentoni dovrebbe rimanere, anche se ancora non si sa. Forse Bentivegna potrebbe non rimanere e ci dispiace perchè ha qualità. Se andrà via uno magari arriverà qualcun altro bravo, Borra potrebbe rimanere anche lui. Ancora non si sa chi resta e chi no.

Chiudiamo con degli accenni al mondo Crotone. Dopo la firma con la Carrarese un anno fa, quanto ti dispiace di non aver avuto una chance coi colori rossoblu.

Mi dispiace tantissimo perchè ci tenevo a rinnovare. Loro hanno detto che mi avrebbero prolungato il contratto e poi invece mi hanno portato a scadenza, quindi ho deciso di firmare con un’altra società. Mi spiace perchè ci tenevo essendo la squadra in cui sono cresciuto, sono di lì e ci tenevo tantissimo a rinnovare e rimanere legato. Ci sono rimasto malissimo e mi ero sempre comportato da persona educata, ero stato a lungo capitano della Primavera e a Messina avevo fatto benissimo, per cui mi aspettavo mi rinnovassero il contratto. Avevo fatto il ritiro con Nicola, che poi mi ha mandato in prestito ma parlava sempre di me alla società e diceva che io potevo tranquillamente giocare in B. Io spero di ritornare un giorno a Crotone, ma se una società non ti propone un rinnovo ti guardi attorno e ti dici “Ci può stare”.

Che persona è Nicola?

Un’altra persona vera. Bastava vedere i discorsi alla squadra, ti rendi conto da quello se una persona è preparata o non preparata. Sa insegnare calcio, basti vedere la salvezza col Crotone.

Che esperienza è stata quella di fare quasi tutto il ritiro in prima squadra a Crotone?

Un’esperienza bellissima, specie le prime volte quando esci da una Lega Pro. Poi però ti accorgi che se ci metti testa ed intelligenza ci puoi star tranquillamente. Chi gioca in A non è diverso da chi gioca in C, basta fare sacrifici e metterci la testa, oltre ad impegnarsi di più.
A Nicola sono legatissimo, è una persona vera. Se uno non è bravo a giocare non lo illude.

Sul settore giovanile del Crotone cosa ci dici. Negli ultimi anni è finalmente uscito qualcosa di buono….

Sì, io seguo molto il settore giovanile del Crotone perchè sono stato per 10 anni lì. Anche quando torno là vado in foresteria, parlo coi tutor, c’è un grande rapporto.
Quando io giocavo in Primavera vedevo che dopo questa non si sentiva più nessuno, perchè non veniva seguito. Ora hanno iniziato a seguirlo di più, perchè ti può servire e far fare dei soldi. Secondo me una società dovrebbe avere come priorità il settore giovanile e gli allenatori della prima squadra dovrebbero guardare almeno la Primavera. Noi giocavamo in un paesino dove non veniva mai nessuno, anche solo per dare motivazioni ai ragazzi e delle linee guida al mister della squadra giovanile su come impostare il lavoro. Da qualche anno lo seguono e i risultati si vedono.

Ursino disse che prima o poi sarebbe stato inserito un ragazzo del vivaio in prima squadra? Per te potrebbe accadere quest’anno con il ritorno in B?

Il problema, secondo me, non è tornare ma come tornare. Se uno come me dovesse tornare a fare il ventitreesimo uomo o Nicoletti il diciottesimo è un discorso.
Se il mister ti considera è un altro conto. Se durante il ritiro ti rendi conto che il mister e la società ti considerano allora pensi di restare magari, altrimenti ti fai vedere altrove.