di Alberto Lumastro

Uomo di calcio a 360 gradi. Ilario Pensosi ama questo sport e lo studia per migliorare sempre di più, la sua preparazione è da far invidia a molti. La nostra redazione ha avuto il piacere di intervistarlo.

Iniziamo parlando della tua carriera. Hai qualche rammarico? Cambieresti qualcosa?

Sono stato giocatore a livelli dilettantistici, ma già da allora ero un gran appassionato di scouting e mi informavo sui giocatori soprattutto di categorie minori. La mia famiglia ha una grande passione calcistica e conoscevo tutte le dinamiche di questo sport in Campania. Poi ho avuto una scuola calcio nel mio paese, con un gran successo, svanito per motivi politici e sociali. Dopodiché ho intrapreso la carriera da osservatore, poi responsabile scouting fino a diventare direttore sportivo. Ho avuto il privilegio di iniziare presto e formarmi velocemente. Non ho rammarichi, sono sereno attualmente e sto bene. Ci sono sempre nel calcio e ho un bel rapporto con tutti. Mi è arrivata una proposta a Milano irrinunciabile e ho preferito questa soluzione. Da due anni vesto i panni di opinionista sportivo e calcistico e vado in parecchie trasmissioni o rilascio interviste in merito ai giovani.

Cosa miglioreresti nel mondo del calcio giovanile? Qual è la tua idea per lanciare più giovani tra i grandi?

Non c’ è una soluzione ideale, ma deve essere un percorso formativo a 360 gradi . Il tutto inizia dalla scuola con strutture adeguate, la cultura del talento come si valorizza e si sviluppa, la fase psicologia del talento, gli stadi e le strutture sportive fino a terminare con le norme e tutele sui giovani e i vivai italiani.

A proposito di questo quanto pensi sia importante il progetto Under 23? Al momento in Italia solo la Juve lo ha sposato

Questo è il tema cardine dei giovani. Hanno criticato la Juventus, ma ora sta avendo ragione. Non tutti sono pronti per la prima squadra per cui l’Under 23 è un percorso di transizione per lo sviluppo del ragazzo. I bianconeri vanno in modo ricorrente ai play off di Lega Pro con giovani di 18/19 anni i quali si formano, si valorizzano e fanno esperienze importanti . In più l’Under 23 ha due viatici ovvero, fonte di plusvalenza per la vendita dei calciatori che sono richiesti e approdo in prima squadra dei giovani formati con criterio.

Campionato Primavera 1 vinto dall’Inter, ma come giudichi l’ intero torneo. Chi ti ha deluso e chi invece ti ha stupito?

Il livello di per sé non è elevatissimo, si constata con quanti di loro approdano in A. L’elevata presenza di stranieri non favorisce la nostra nazione. Mi aspettavo molto da Milan, Empoli, Lecce, Genoa che hanno investito sempre sui giovani. Non sono più sorprese, ma rimango affascinato da Sampdoria, Cagliari e Sassuolo per la loro lungimiranza. Le altre sono una certezza nel panorama giovanile e hanno vinto tanti titoli.

Come pensi si comporteranno il prossimo anno in Primavera 1 le tre neo promosse Udinese, Parma e Frosinone?

L’ Udinese ha cambiato rotta e sta vertendo anche nello scouting più mirato a italiani che stranieri. Il Parma con la nuova proprietà e l’ innesto di figure importanti come Galli e Notari, quest’ultimo nella funzione di responsabile del settore giovanile, innalzerà ancora il tasso di qualità dei giovani . Il Frosinone è una società solida e strutturata, darà filo da torcere.

Sappiamo che segui anche i dilettanti, un calcio diverso. Quanti campioni ci sono in quei campionati che non hanno visibilità?

Ho una tendenza ai dilettanti perché sono il faro del sistema italiano. Con il Covid e la crisi economica molte società hanno investito sui giovani e si vedono i frutti. Tanti under sono passati nei professionisti e diverse società stanno prelevando dalla serie D i migliori giovani. Ora posso dire più che mai che la serie D sta contando di nuovo.

Il tuo futuro?

Senza calcio non posso stare. Lavoro sempre anche se non ho un incarico per la fiducia, stima e esperienza che ho immagazzinato, ma voglio migliorarmi sempre. Se mi arrivano proposte consone non guardo la categoria né il ruolo. Un grande collega osservatore diceva: “non è importante il ruolo ma esserci, se ci sei sempre sei capace”. Se qualcuno mi chiama sono pronto.