Giada Di Camillo è una calciatrice del Chieti, squadra che milita nella Serie A di calcio femminile. Nata nel 1990, Giada gioca come terzino. La sorella Giulia, di un anno più piccola, gioca con lei a Chieti, mentre il padre Lello è allenatore della squadra. Giada e Giulia non sono solamente calciatrici, ma anche giornaliste. Insieme infatti hanno avviato il sito donnenelpallone.com, per aiutare il calcio femminile a crescere e a farsi conoscere. Abbiamo intervistato in esclusiva per Football Scouting.

Quando e come è nata la passione per il calcio nella vostra famiglia? E per te e tua sorella in particolare?

Credo che il calcio fosse destinato a me a prescindere da tutto. L’ho sempre interpretata come una passione innata. Sono cresciuta con il pallone tra i piedi e questo anche grazie a mio papà che sicuramente ha contribuito a trasmettermi l’amore per questo sport. E’ fondamentale sottolineare che il calcio è sempre stato motivo e fonte di condivisione importante con mia sorella Giulia. Abbiamo sempre giocato insieme, non ci siamo mai divise e questo penso sia stato uno dei nostri maggiori punti di forza.

Le donne che giocano a calcio a certi livelli non sono molte, tu in più sei giornalista. Hai aperto un blog e studi. Se dovessi pensare al tuo futuro, come te lo immagini? Cosa vorresti fare “da grande”?

Non sono molte ma stanno aumentando. Questo, forse, anche grazie alla comunicazione. Il calcio femminile non può essere più visto come un tabù o come un qualcosa che nuoce. Io e mia sorella abbiamo avviato il sito “donnenelpallone.com” proprio perché questo movimento ha bisogno di informazione, ha necessità di essere conosciuto. Penso al mio futuro già oggi. E’ importante non perdere mai tempo. Otre agli allenamenti con la mia squadra e alla gestione del sito, continuo gli studi e mi occupo della scuola calcio femminile del Chieti. Voglio crescere e imparare ancora tanto sia come calciatrice che come giornalista. Realizzarmi facendo quello che amo.

Di calciatori famosi ne esistono tanti, di calciatrici meno. A chi ti ispiri in campo? Una figura maschile o femminile?

Ho sempre avuto un debole per Dani Alves. Ha dalle qualità invidiabili: velocità, forza e gran tecnica. Da terzino non posso che ammirarlo e ispirarmi a lui.

Con tuo papà come allenatore e tua sorella come compagna di squadra, a Chieti giochi “in famiglia”. Ci sono mai stati problemi tra di voi per quanto riguarda il rispetto dei ruoli?

Assolutamente no. Sappiamo bene quali sono i ruoli e conosciamo le regole. Calcisticamente parlando siamo abbastanza uniti. L’obiettivo è uno e l’unione fa la forza. Non nascondo che a volte la pensiamo in modi completamente diversi, ma penso sia anche normale. Siamo tre persone che tengono molto alla squadra. Ci stimiamo molto a vicenda e crediamo reciprocamente nelle nostre doti. Insomma fortunatamente nessun problema legato ai ruoli nonostante la parentela.

Secondo te il calcio femminile è una disciplina con margini di crescita e miglioramento o pensi che questo sport rimarrà solo una questione tra uomini?

Purtroppo in Italia il calcio femminile non potrà mai raggiungere l’importanza che ha quello maschile. La nostra cultura vuole questo. Sicuramente il movimento femminile sta facendo notevoli passi avanti, sta crescendo e si sta facendo conoscere. Certo ci muoviamo a piccoli passi, ma decisamente importanti. Le Nazionali Italiane si comportano sempre meglio in ambito internazionale. Inoltre la nascita dei settori giovanili femminili è sintomo di sviluppo, anche se la strada è ancora lunga. Una strada lunga che potrebbe essere meno insidiosa e faticosa con l’aiuto concreto di chi è al potere. Bisogna crederci profondamente e io ci credo.

Qual è l’obiettivo della squadra per la stagione? Ne hai anche uno personale?

Il nostro obiettivo è quello di rimanere in Serie A. La società è stata protagonista di un buon mercato estivo e anche invernale, che si è appena chiuso. Il gruppo sta crescendo e migliorando, giorno dopo giorno. Crediamo molto in noi, nelle nostre potenzialità e abbiamo un gran pubblico dalla nostra parte che ci ammira e ci sostiene. Vogliamo confermare di essere una squadra da Serie A e onorare la maglia. Per quanto mi riguarda voglio dimostrare a me stessa di poter abitare la massima serie, mostrandomi importante e determinante per la squadra.

Ipotizziamo che arrivi un’offerta dall’estero che ti permetta di entrare nel mondo del professionismo. Dunque un contratto e uno stipendio importanti. Saresti disposta a mollare tutto e a partire?

Negli ultimi anni ci penso spesso. Sarebbe un’occasione allettante, una possibilità che non escluderei assolutamente. Mi ha sempre allettata l’idea di poter conoscere e praticare il calcio femminile in altri paesi. Sarebbe stimolante e una buona opportunità di mettersi ulteriormente alla prova.

Ringraziamo Giada per la disponibilità e le facciamo un grande in bocca al lupo per il prosieguo della sua carriera da calciatrice e per la sua attività da giornalista.