Il talent scout Luigi Esposito ha rilasciato un’intervista relativa ai criteri per individuare un calciatore di prospettiva fin da giovanissimo.

Quali sono le prerogative fisiche, tecniche, atletiche, con le quali viene individuato un talento assoluto già da giovanissimo?

La mentalità, la forza, la coordinazione, sono alcuni degli elementi principali per individuare il giovane Calciatore di prospettiva. L’altezza è un valore, ma non è tra i più importanti. Già tra i 12 e i 14 anni è necessario comunque lavorare in una certa direzione, se si vuole diventare dei veri professionisti da grandi.

Non tutti i giovani calciatori riescono però a compiere il fatidico salto verso il professionismo. Quali  possono essere le componenti-chiave perché sia più facile che ciò avvenga?

Ogni anno tanti giovani ragazzi iniziano il loro percorso calcistico con società professionistiche o dilettantistiche a livello nazionale, lasciando famiglia e amici per inseguire il proprio sogno, ma sono anche in tanti ad abbandonare il calcio  al termine del percorso nel settore giovanile, perché sfiduciati e ritenuti non all’altezza di affrontare un certo tipo di carriera. Spesso è determinante incontrare sul proprio cammino le persone giuste, che valorizzano un atleta piuttosto che un altro, credendo fortemente in lui. Le qualità Mentali, Fisiche e Tecniche sono alla base ma in questo sport la componente “fortuna” riveste un ruolo fondamentale.

Cosa pensa del fatto che in Italia negli ultimi anni, siano sempre meno i giovani calciatori che effettivamente riescono ad imporsi ad alto livello, non riuscendo a rendersi protagonisti di una carriera importante?   

Penso che sia una tendenza che deve assolutamente cambiare. Le statistiche e i risultati a livello giovanile, in generale, in campo Europeo e Mondiale, non sono soddisfacenti, in Italia peggio ancora e sono sempre meno i giovani che riescono a debuttare in Prima Squadra, spesso “vittime” del senso tattico del proprio Tecnico, portato a privilegiare la ricerca del risultato fine a se stesso, piuttosto che valorizzare il potenziale individuale dei ragazzi più giovani e promettenti, magari sacrificando un pizzico di esperienza in più.

Allo stato attuale sembra che all’orizzonte non ci siano molti talenti pronti a recitare un ruolo di primo piano nel calcio che conta. E’ cosi? Oppure ci sono diversi prospetti che lasciano ben sperare per il futuro? 

Ad onor del vero, i giovani in possesso di un notevole potenziale ci sono, anche se, per assurdo, tanti di essi sono tesserati per Società militanti in Categorie regionali o addirittura provinciali. Poi accade che i Club delle Serie maggiori siano costretti a cercare giovani atleti all’estero e quindi il nostro, è un tesoretto che in questo modo è impossibile valorizzare in quanto costretti ad esprimersi in contesti minori e senza la minima visibilità.

Tornando a parlare dei criteri con i quali viene individuato un potenziale giovane di prospettiva, quali sono gli aspetti più nascosti che consentono ad un talent scout di percepire che sotto le vesti da ragazzino in erba si nasconda in realtà un talento assoluto?

Premetto che un ‘metodo’ esatto non credo esista e sono convinto che ognuno di noi abbia le sue prerogative anche nel selezionare, spesso guidati dalle sensazioni che ci trasmette ad impatto un determinato ragazzo piuttosto che un altro. È chiaro che poi è fondamentale vederli all’opera, sul campo, per poterne valutare i movimenti con e senza palla. Posso affermare con certezza come, specie per i più giovani, la statura non sia un fattore vincolante, così come l’aspetto tecnico-tattico sul quale si può incidere lavorando nel tempo, deve essere integrato tra loro con intensità in modo da renderlo  funzionale e di qualità, chiaramente sotto la guida di Tecnici competenti e preparati.

Cosa in assoluto le fa rendere conto di trovarsi di fronte ad un calciatore ‘diverso’ dalla media?

Entrando più nello specifico, ciò che considero fondamentale è il rapporto ‘mente-corpo’, valutando in particolare le capacità cognitive, la forza massimale, esplosiva e in special modo le abilità condizionali e coordinative. Anche la struttura muscolare riveste un’importanza-chiave. Nella maggior parte dei casi, atleti in possesso di una tecnica rilevante, non riescono ad esprimersi appieno proprio perché esili muscolarmente, un altro aspetto su cui comunque si può andare a migliorare con lo sviluppo e l’Allenamento. 

Senza mettere in secondo piano la velocità di azione e di pensiero, la qualità delle scelte di gioco, la dimostrazione di quanto ci si voglia migliorare, lo spirito di sacrificio in Allenamento, il senso di umiltà, così come la dimostrazione di essere in possesso di un buon equilibrio, di una certa agilità, destrezza, coordinazione, tutti elementi che nell’insieme ci fanno ‘sobbalzare’ quando sul prato verde spicca un talento in possesso di tutte quelle caratteristiche che ci fanno rendere conto di trovarci di fronte ad un profilo fuori dal comune. Poi ci sono ulteriori dettagli che difficilmente sfuggono agli occhi attenti ed esperti di un autentico Talent Scout.

C’è un consiglio che darebbe agli addetti ai lavori per far sì che anche l’italia possa mettersi al passo con le altre nazioni europee più importanti?

Credo che ci voglia più coraggio e competenza, sia da parte di chi allena, sia da parte di chi ‘dirige’, che da parte nostra che andiamo a selezionare quelli che saranno, o dovrebbero essere, i Campioni del futuro. Penso siano le prerogative basilari da adottare per cercare di metterci al passo con gli altri Paesi europei e non solo. Anche se tutto passa e passerà dagli investimenti che il nostro Calcio deciderà o meno di fare per dare una svolta a tutto il movimento Giovanile nazionale. Rinnovare strutture, centri sportivi, sovvenzionare le Scuole Calcio e i Centri Tecnici può essere il punto di partenza verso la ripresa di quello che considero il Settore in assoluto più importante di questo Sport meraviglioso.