Siamo stati abituati a sentire svariate polemiche riguardanti l’utilizzo limitato dei giovani nel nostro campionato. L’esperienza e la sicurezza che assicura un giocatore affermato ha sempre avuto la meglio sulla freschezza e il talento pronto ad esplodere di un giovane calciatore insesperto.

L’Italia sembra aver risentito molto, negli anni precedenti, della mancanza dei giovani, sia nelle squadre di club che nella nostra Nazionale, tanto da subire un’incredibile esodo dei nostri talenti maggiormente promettenti all’estero.

Esatto. Proprio i campionati esteri, che a differenza nostra, hanno sempre avuto una visione completamente differente, dove come nella società, anche nel calcio, il giovane ha un ruolo da assoluto protagonista. L’Inghilterra e la Germania hanno fondato il loro credo calcistico proprio intorno alla crescita dei giovani talenti spendendo gran parte del capitale societario per sviluppare le strutture e le tecniche a disposizione dei responsabili giovanili. Grande importanza hanno assunto gli osservatori che svolgono un ruolo importantissimo fornendo dei veri e propri talenti provenienti anche da paesi dove il calcio non è lo sport nazionale, come l’America o l’Africa.

L’ultimo mondiale vinto dalla grade Germania di Lowe ha dimostrato come la freschezza e la genuinità di un talento cristallino come Gotze sia stata fondamentale per aggiudicarsi il successo finale. Forse il parere risulterà troppo afrettato, ma forse l’Italia calcistica sta guarendo.

L’attuale Serie A sembra avere il giusto equilibrio tra l’esperienza dei cosiddetti vecchi e la spensieratezza dei giovani che risultano essere sempre più fondamentali. Siamo passati da allenatori che quasi si imponevano l’inutilizzo dei giovani agli attuali tecnici che pretendono una rosa giovane caratterizzata da una età media estremamente bassa, accettando e pazientando quando si presentano errori causati dall’iesperienza.

La Juventus mai come in questi anni sembra aver fondato un progetto in cui i principali protagonisti sono proprio le giovane promesse come Paul Pogba assegnandogli la tanto ambita n°10, Paulo Dybala o Alex Sandro. La stessa Inter ha affidato la fascia di capitano, una volta del grande Javier Zanetti, ad un giovane ventenne come Mauto Icardi. La Fiorentina sembra aver deciso di puntare molto sul talentuosissimo Federico Bernardeschi e sulla certezza che ormai rappresenta Babacar. Il Napoli oltre al talento di Insigne, ha affidato le chiavi del centrocampo ad un giovanissimo Jorginho e la difesa alla sorpresa rappresentata da Koulibaly. Il Milan oltre all’età sembra aver deciso di puntare anche sul passaporto italiano, basta osservare i vari Bertolacci, Bonaventura, De sciglio, Calabria e Donnarumma.

Sei ci inoltriamo nelle squadre di metà classifica il fenomeno “Giovani” è ancora più evidenti dove l’esempio più lampante è rappresentato dal Torino e da un’ottima realtà come Sassuolo dove spiccano nomi come Baselli, Zappacosta, Belotti, Acquah, Sansone, Berdardi, Pellegrini, Vrsaljko e tanti altri.

Bè è vero il dato che salta subito all’occhio è la quantità di nomi stranieri, ma spesso la troppa criticità non è d’aiuto nel migliorarsi, in fondo dei passi avanti sono stati fatti e la “petizione” per far giocare i giovani militanti nel nostro campionato, sempre essere stata rispettata e con tanta speranza arriveranno anche ad aumentare i cognomi italiani sulle casacche di Serie A.

Per la prima volta non si critica, ma si riconsce il miglioramento.

A voi le ultime conclusioni.