Parlare di giovani in un ambito come il calcio sta diventando una norma: è condiviso da tutti il fatto che si debba puntare maggiormente su un talento di belle speranze nelle prime squadre professionistiche, c’è meno unanimità, invece, per quello che concerne le modalità con cui arrivare al traguardo. Senza entrare nei meandri della struttura del calcio giovanile in Italia e senza interpellare società in particolare, il punto focale della discussione è sulla nazionalità del giovane in questione: c’è chi dice che ci devono essere in maggioranza italiani e che gli stranieri devono essere soltanto forti (a chi spetterebbe l’arduo compito di giudicare forte un giocatore o meno all’età di 14/15 anni? E poi, quando mai una società compra dall’estero un giocatore con la consapevolezza che questo sia scarso?) da un lato, chi propugna un sistema più globalizzato, aprendo agli arrivi da altri Paesi. Per questo, quando nell’estate 2016 Patrik Schick, classe 1996, è arrivato alla Sampdoria per la discreta somma di 4 milioni di euro, i dubbi alzati hanno toccato proprio questa sfera. Nonostante il campionato ceco sia oggettivamente meno sviluppato di quello italiano, il ventenne ex Bohemians e Sparta Praga sta convincendo molti scettici a passare dalla propria parte.

Patrik Schick, ventunenne il prossimo 21 gennaio, è un attaccante completo: ha un fisico importante che usa per gli stacchi aerei, ma ha anche un’ottima padronanza del pallone, dote insolita per un giocatore così alto (1 metro e 87). La Samp l’ha acquistato dallo Sparta Praga, ma l’ultima stagione l’ha disputata in prestito ai Bohemians: in patria ha giocato principalmente da punta centrale, ruolo verso cui si sta lentamente avviando, ma le sue capacità tecniche gli permettevano di giostrare sulla fascia, principalmente destra, per rientrare verso il campo e creare gioco (Schick è mancino). In estate Giampaolo lo ha provato persino da trequartista, negli innumerevoli esperimenti atti a trovare la veste adatta ad ogni giocatore in rosa. In Repubblica Ceca ha segnato 7 reti nell’ultima stagione, un buon bottino per un diciannovenne ma non per un top di gamma: qui in Italia, un paese storicamente difficile per gli attaccanti, ne ha già segnati sei tra Serie A e Coppa Italia, con un picco nell’ultimo mese. Il fatto strano riguardante questo giocatore è l’aver disputato una sola partita da titolare, allo Juventus Stadium, in una formazione raramente così stravolta da Giampaolo: soltanto alla luce delle ultime brillanti uscite si è vociferato un ballottaggio con i due titolari, Muriel e Quagliarella.

Essere allenato da un mister come Giampaolo può essere magnifico come può non esserlo: il suo credo di gioco richiede un altissimo livello di specializzazione in ogni reparto; per chi parte dalla panchina, quindi, non serve solo segnare a raffica, ma è forse più importante dimostrare di essere entrato in sintonia con i meccanismi più di quanto lo siano i titolari. Qui sta la chiave di volta del processo di crescita di Schick: se riuscirà ad imporsi con successo come titolare, potrà finalmente dimostrare di non essere soltanto un killer dell’ultima mezz’ora.

Nome: Patrik Schick

Data di nascita: 24/01/1996

Luogo di nascita: Praga

Nazionalità: cechia

Altezza: 1,87 m

Ruolo: punta centrale

Piede: sinistro

Valore di mercato: 3.000.000 €

Dati: Transfermarkt