Nella consueta rubrica di Football Scouting curata dall’esperto di calciomercato Gianfranco Cicchetti (ag. Fifa) questa settimana di parla di Tosin Adarabioyo.

90 milioni di euro. E’ la cifra approssimativa con la quale il Manchester City ha provato (forse non riuscendoci del tutto) a rinforzare il pacchetto difensivo delle ultime due stagioni, per dare un compagno di reparto degno del capitano Vincent Kompany.

L’argentino Otamendi e il franco-belga Mangala, i due roboanti acquisti voluti da Manuel Pellegrini, due innesti che non sono riusciti a ripagare le enormi attese che tale operazioni di mercato aveva innescato alla vigilia.

Il futuro per la difesa dei Citizens potrebbe essere proprio in casa, in quella Academy che negli anni è cresciuta a dismisura grazie agli ingenti investimenti voluti dallo sceicco Mansour, tanto da accogliere talenti provenienti praticamente da tutto il mondo.

L’ultimo gioiellino sfornato da queste parti si chiama così Tosin Adarabioyo, roccioso centrale difensivo che Pellegrini ha buttato nella mischia dal primo minuto nell’ultimo match di Fa Cup (perso con il Chelsea), facendolo di fatto debuttare in prima squadra.

Classe ’97, il difensore inglese di origini nigeriane è un armadio a muro di 193 cm, capitano della squadra U18 dei Citizens e punto fisso della Nazionale U19 inglese. E’ probabilmente uno degli uomini di punta della squadra di Simon Davies, protagonista nel proprio campionato di competenza e reduce da un’ottima cavalcata nella Youth League, dove nella fase a gironi ha eliminato anche la Juventus.

Tosin Adarabioyo è il classico giocatore nato e cresciuto nel vivaio, avendo fatto tutta la classica trafila nel secondo club di Manchester, ed è da tempo considerato uno dei migliori talenti dell’Academy diretta da Jason Wilcox.

La sua prospettiva è nota quindi da diverso tempo, se si pensa che già dall’età di quattordici anni fa parte stabilmente della formazione U18 e che, dall’età di sedici, invece, è il capitano di questa squadra.

Le sue caratteristiche fisiche e tecniche, inoltre, ben si adattano alle qualità e alle caratteristiche della Premier League, segno che da qui ai prossimi anni ipotizzare un suo coinvolgimento a piene mani in prima squadra non è affatto un’utopia.

Molto dipenderà anche dalla crescita che il centrale anglo-nigeriano avrà da qui ai prossimi due-tre anni.

Il City potrebbe decidere di tenerlo in casa e aggregarlo in pianta stabile in prima squadra, dandogli sempre più spazio, oppure potrebbe mandarlo a farsi le ossa altrove, magari in prestito, permettendogli di crescere e fare esperienza con continuità e senza eccessive pressioni.

Un dato è certo, il talento e l’esplosività di questo gigante della difesa sono evidenti e forse in futuro non sarà più necessario spendere tanti soldi per trovare altrove un altro Kompany. Basterà probabilmente cercare in casa propria.