Lo ricordate vero il minuto 57 di Real Madrid-Schalke 04, ottavo di ritorno di Champions League dello scorso anno? E l’infilata mancina che dal vertice destro dell’area dei blancos sorprende Iker Casillas sul palo lungo? Il sinistro era di Leroy Sané (classe 1996), 19 il numero sulle spalle e 19 gli anni appena compiuti. Fu il 3 a 3 di una partita certo non noiosa, ma non proprio di tattica avveduta, almeno da parte spagnola. Finì 4 a 3 per lo Schalke, qualificazione storica sfumata per un soffio (era stato 2 a 0 Madrid, a Gelsenkirchen), unica consolazione tedesca i fischi che il Bernabeu non lesinò a CR7 e compagni. Entrenador era Ancelotti, e almeno un paio di quei fischi erano per la sua “mano floca”. Ma questa è altra storia.
Se per Sané il battesimo di coppa non fu proprio da comparsa, la domenica successiva Roberto di Matteo lo schierò in Bundesliga contro l’Herta a Berlino. Conferma e gol, anche lì. E quest’anno il salto lo ha fatto completo in prima squadra: sino ad ora mister Breitenreiter gli ha dato fiducia 16 volte in campionato, ripagato con 4 gol e 4 assist. Quasi sempre da trequartista destro, a favorire il movimento preferito dal giocatore: da destra a convergere. Tanto per il tiro, quanto per il suggerimento sul taglio della punta. E tanto con la difesa schierata, quanto in contropiede. Al ragazzo non mancano infatti né il cambio di passo e il dribbling secco, né la progressione in campo aperto. Un repertorio di doti completo che finora ha portato i suoi allenatori ad adattarlo sull’intero fronte d’attacco. Da ala mancina per andare sul fondo, da trequartista più classico e talvolta anche da prima punta.
Cresciuto quasi per intero nelle giovanili dello Schalke (2005-08 e poi dal 2011 sino ad oggi), tranne che per l’inizio nel Wattenscheid (2001-2005) ed una parentesi di tre anni nelle giovanili del Bayer Lerverkusen (2008-2011). Figlio di un attaccante senegalese e di una ginnasta ritmica medaglia di bronzo olimpica, “non ho mai voluto fare l’astronauta”, ha dichiarato alla Süddeutsche Zeitung. Insomma, il pallone gli è sempre stato in testa.
Il 2015 gli ha portato contratto con la prima squadra fino al 2019, ed esordio nella nazionale maggiore tedesca il 13 novembre in amichevole contro la Francia. Al 61′ prende il posto del suo ex compagno Julian Draxler.
A Gelsenkirchen, però, sono piuttosto attenti a dare equilibrio a Sané. A cominciare da Breitenreiter che, in ottobre, dopo la vittoria all’ultimo respiro contro l’Herta firmata dal baby-duo Sané-Meyer, dichiarava “se devo basarmi sui precedenti 89 minuti, il ragazzo deve ancora migliorare non poco”.
Comprensibile dunque che su un ragazzo di 19 anni il sarto sia ancora al lavoro; e se gli abiti indossati non hanno sempre avuto la stessa resa, questo è poi una buona notizia per i suoi margini di miglioramento.
Il controllo di palla c’è ed è dolce: Sané la tocca di mancino, e solo di mancino. La capacità di percussione pure: dribbling e potenza di un fisico che sembra già maturo. Ciò che può crescere è la capacità di lettura delle situazioni, tecnica e tattica, così che le doti naturali rendano al massimo e non s’impuntino in giocate poi sterili. Se tutto ciò diventerà parte del suo istinto, probabile che il mercoledì di coppa sarà sempre più casa sua.
Già ora, però, l’interesse dei club d’Europa è alto, con le inglesi in prima fila. Liverpool soprattutto: a settembre Heldt, ds dello Schalke, rifiutava una presunto interessamento concreto di Rodgers. Attenzione, però. Perché con Klopp non è detto che i Reds non si rifacciano sotto, e tra connazionali le cose potrebbero cambiare.
Nome : Leroy Sané
Data di nascita: 11 gennaio 1996
Luogo di nascita: Essen
Nazionalità: tedesca
Ruolo: centrocampista offensivo/laterale
Squadra: Schalke 04
Contratto: 30 giugno 2019
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