All’improvviso uno sconosciuto. Il nome di una vecchia rubrica della Gialappa’s Band calza a pennello per descrivere l’arrivo in maglia viola del centrocampista senegalese.
Abdou Diakhate, questo il nome completo, è nato il 31 dicembre 1998 in Senegal.
Dopo gli inizi in patria in una scuola calcio locale, l’ASC Kattan di Dakar, arriva in Italia e ad inizio 2013 inizia ad allenarsi con la Fiorentina. Tesserato ufficialmente lo scorso gennaio, viene inserito nella rosa degli Allievi Nazionali di Guidi e il suo impatto è devastante. Esordisce da titolare il 2 febbraio contro il Palermo. La settimana successiva sigla una doppietta nel 2-2 esterno contro la Roma. Ancora in rete contro Pescara, Juve Stabia e Pescara (doppietta). Al Torneo Città di Arco gioca tutto il girone eliminatorio da titolare, segnando un gol nel pareggio con il Torino. Al termine della regular season il ruolino di marcia recita: nove presenze e sei reti. Niente male per un quindicenne alle prime esperienze in un contesto professionistico.
Leonardo Semplici, tecnico della Primavera, conosce le sue qualità, avendolo allenato più di una volta nei mesi precedenti, così nell’ultima parte di stagione decide di gettarlo nella mischia.
Il 29 marzo Abdou Diakhate esordisce in campionato giocando la mezz’ora finale contro il Crotone. Sette giorni dopo è titolare nel big match contro la Lazio. Altro spezzone di match nella finale di Coppa Italia, ancora contro i biancocelesti, quindi nuovamente titolare contro Napoli e Latina. Cinque presenze totali, che rendono il ragazzone senegalese il classe ’98 con più minuti giocati in Primavera.
Passando all’aspetto tecnico-tattico, Abdou Diakhate è un centrocampista centrale, capace di giocare indifferentemente in una mediana composta da due o tre uomini. Fisico longilineo, imponente in relazione all’età, muscolarmente non definito e forse ancora troppo leggero; rispetto ai quindici-sedicenni italiani è avanti nello sviluppo fisico e prevale sotto questo aspetto, ma contro avversari più grandi soffre e sente la differenza di età.
Dal punto di vista tecnico-tattico è un diamante da sgrezzare. Buon primo controllo con entrambi i piedi, preciso nei passaggi corti e nei tiri dalla breve-media distanza, è migliorabile nel calcio a lunga gittata. Forte nel gioco aereo e nella protezione della palla col corpo, dinamico e in costante movimento nei sessanta metri centrali di campo. Tempista negli inserimenti offensivi, ha un discreto senso del gol sia . Difficilmente tira indietro la gamba, è tenace e grintoso, mostrando un carattere fuori dal comune per un ragazzo della sua età.
Volendo azzardare un paragone, ricorda il primo Yaya Touré, quello del periodo precedente al Monaco. Com’è logico che sia, deve limare alcuni aspetti. Innanzitutto la continuità di rendimento nell’arco dei novanta minuti, così come il posizionamento in fase di non possesso, oltre a limitare alcuni ricami inutili, eccessiva dimostrazione della sua padronanza sul terreno di gioco. È raro trovare quindicenni così completi e, al tempo stesso, con ampi margini di miglioramento.
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