Lionel Messi è, probabilmente dopo Cristiano Ronaldo, il miglior calciatore degli ultimi anni a livello mondiale.
Una stella del calcio, che con le sue giocate ricche di fantasia e classe riesce ad appassionare e far applaudire milioni di appassionati.
Motivo di dolore, nella sua infanzia, sono stati certamente  i gravi problemi di crescita: questo gli impedì di crescere in maniera adatta, portandolo a soffrire di nanismo.

Lionel Messi: gli inizi

Nato a Rosario nel 1987, il River Plate stesso si rifiutò di concretizzare l’interesse che aveva mostrato verso il suo talento, visto che non vedeva in lui i giusti requisiti fisico-muscolari per far parte della formazioni giovanili di uno dei club più affascinanti al mondo.
La cosa, inoltre, rappresentava un problema in tutti i sensi per la famiglia, aspetto affettivo a parte. La cura per il piccolo Lionel richiedeva, infatti, moltissimi soldi.
La cifra ammonta intorno ai 900 dollari USA del tempo, cifra assai improbabile per quella che è una famiglia in difficoltà economica anche in un paese come l’Argentina. I problemi di denaro portarono la famiglia ad emigrare a fine anni 90’, appoggiandosi alla presenza di una zia del futuro grande campione, che aveva trovato fortuna oltreoceano. Precisamente in Spagna,  in Catalogna, nella città di Lleida.

Lionel Messi: la chiamata del Barcellona

A 13 anni sostiene un provino con il Barcellona, durante il quale gli osservatori blaugrana capiscono che questo piccoletto dovrà essere loro.
Il Barcellona lo prese sotto la propria ala protettiva, pagandogli anche le cure necessarie a risolvere la sua nanosomia. Cure che si rivelarono assai positive sul corpo della giovanissima Pulguita, che crebbe di ben 23 cm dall’arrivo nel Vecchio Continente.
I numeri del ragazzo si rivelarono da subito molto importanti, fino a che non arrivò ad affacciarsi molto giovane al balcone con vista sul grande calcio mondiale: la prima squadra.

Lionel Messi: la chiamata in Nazionale

Il primo anno (2004-05) lo vide in campo in qualche occasione per scampoli di partita, per poi esplodere nella stagione successiva.
Nel 2006 è fra i convocati di Josè Pekerman per il Mondiale, anche se non riesce a trovare moltissimo spazio nel corso della competizione.
Detto questo, si toglie la soddisfazione di segnare una rete nel tennistico 6-0 alla malcapitata Serbia. Con il passare degli anni diventa un giocatore sempre più importante, maturando una crescita via via sempre più convincente e senza patire la concorrenza di giocatori di grandissimo livello, che non gli impediranno di affermarsi come fuoriclasse.
Basta andare a osservare le statistiche della “Pulga” in fatto di realizzazioni per capire l’incisività e la qualità di questo straordinario calciatore, che in alcune stagioni arriva quasi ad eguagliare il numero di gol fatti e partite giocate (da fantascienza le stagioni 2012 e 2013, con rispettivamente 50 gol in 37 gare e 42 reti in 37 match).

Lionel Messi: la Nazionele

A chi sostiene che in Nazionale è meno decisivo che nel club va ricordato che con la maglia dell’Albiceleste ha comunque messo a segno 44 reti in 93 partite disponibili. Pur non negando la maggiore difficoltà a fare la differenza in un contesto diverso dal suo club, ci sentiamo di dire che basterebbero questi numeri per mettere a tacere molte chiacchere inutili sull’argomento. Con le selezioni giovanili argentine vanta un terzo posto al Sub U20 2005 e la vittoria del Mondiale di categoria nello stesso anno, al quale va aggiunta anche la gloriosa parentesi della medaglia d’oro di Pechino 2008.
Anche la Nazionale maggiore gli ha dato gioie: dal secondo posto dell’ultimo Mondiale fino all’argento della Copa America del 2007.
E dire che il River lo aveva scartato……In mezzo a tutto questo ci eravamo quasi dimenticati di tre Palloni d’Oro!
Insomma,  va detto che Messi e il nanismo sono un binomio che grazie alle cure ha potuto ugualmente essere straordinariamente efficace.