Come molti ipotizzano, il fenomeno del doping è molto antico, infatti Galeno(130-200 d.C.) nei suoi scritti narra di sostanze che gli atleti romani assumevano con la speranza di migliorare le proprie prestazioni. Molto più recentemente si è capito che il doping è un avversario dello sport e come tale va combattuto e sconfitto.

Nel 1967 la morte dell’atleta Tommy Simpson, avvenuta al traguardo della tappa del Mont Ventoux del Tour de France, portò il C.I.O. (Comitato Internazionale Olimpico) a dedicarsi con maggiore attenzione a un fenomeno così pericoloso, e dilagante, istituendo i controlli antidoping e preoccupandosi di stilare un elenco di sostanze vietate agli atleti nel contesto delle competizioni sportive di qualsiasi livello e disciplina. Da allora tale lista è stata completata, aggiornata e revisionata. 

Nel 1963 il C.I.O. nel corso del Congresso di Strasburgo dà una prima definizione a quello che è un fenomeno che diventa sempre più dilagante: “ingestione o l’uso di sostanze non biologiche, in forma o per via anormale, da parte di individui sani, con il solo scopo di migliorare artificialmente e slealmente la propria prestazione in vista di una gara”.

Nel 1964 nella conferenza di Tokio viene data una nuova,e più completa definizione che dice: “Il doping è la somministrazione ad un atleta, o l’uso da parte sua, di qualunque sostanza estranea al corpo o di qualunque sostanza fisiologica presa in quantità anomala o attraverso vie anomale di ingresso nel corpo, con l’unica intenzione di accrescere in modo artificiale e sleale, la propria prestazione in gara”.

La prima conferenza mondiale sul doping nello sport, a Losanna, in Svizzera, nel febbraio 2-4, 1999, ha prodotto la Dichiarazione di Losanna sul doping nello sport. Il documento prevedeva la creazione di un’agenzia antidoping internazionale indipendente per l’Olimpiade di Sydney nel 2000.

Secondo i termini della Dichiarazione di Losanna, l’Agenzia mondiale antidoping (WADA) è stata costituita il 10 novembre 1999 a Losanna per promuovere e coordinare la lotta contro il doping nello sport a livello internazionale. Nel 2003 viene emanato il Codice Mondiale Antidoping, e nel marzo dello stesso anno,alla conferenza di Copenaghen i governi e le federazioni sportive sottoscrivono il proprio impegno nella lotta contro il doping.

L’elenco delle sostanze proibite viene periodicamente aggiornato; gli atleti vengono monitorati tramite esami di urine e del sangue e hanno l’obbligo di sottoporsi a questi controlli che molto spesso avvengono “ a sorpresa” ed appunto per questo lo sportivo deve  informare la federazione dei propri spostamenti.

 

Di: Maurizio Crispiniano