Con il termine mobbing si intende un comportamento o atteggiamento esercitato da colleghi o superiori a carico di un lavoratore, al fine di emarginarlo o escluderlo.

Esistono diversi tipi di mobbing classificati in base al grado lavorativo di chi li compie nei confronti del lavorate e sono il mobbing orizzontale e verticale.

Si parla di Mobbing orizzontale, quando le azioni vessatorie sono compiute da colleghi di pari grado rispetto alla vittima.

Perché possa configurarsi una condotta di mobbing in un rapporto di lavoro calcistico professionistico, è necessario che sussistano dei presupposti: gli atti persecutori devono essere molteplici, ripetuti nel tempo e con una particolare intensità; il rapporto di lavoro deve essere posto come contratto di lavoro subordinato; il fine del comportamento vessatorio deve essere quello di indurre il calciatore al rinnovo del contratto o alla riduzione dell’ingaggio e che sia possibile dimostrare un danno esistenziale del calciatore.

Il Mobbing verticale, in genere, è posto in essere da colleghi di grado superiore rispetto alla vittima.

Il fenomeno del mobbing nel mondo del pallone è del tutto vicino a noi cronologicamente,visto che i primi casi risalgono all’avvento del nuovo millennio.

I casi più conosciuti sono quelli di Goran Pandev che denunciò la Lazio ottenendo lo svincolo e un risarcimento che non venne concesso a Ledesma: in entrambi i casi i giocatori avevano denunciato il comportamento della società che li teneva da separati in casa non avendo i due accettato di prolungare il contratto che sarebbe andato in scadenza l’anno successivo. Contestarono il mobbing alla Lazio, nel 2004, Dino Baggio e Paolo Negro, che vinsero la causa.

Altri casi famosi che vedono contrapporsi calciatori e società sono quelli di Luis Jimenez e della Ternana nel 2006 e di Federico Marchetti e il Cagliari nel 2010.

Oltre a questi sono molti i casi di calciatori che subiscono vessazioni da parte delle proprie società senza,magari,ricorrere alla giustizia ordinaria e sportiva,ma è anche vero che spesso i diretti interessati tendono ad ingigantire comportamenti societari dovuti ai mancati accordi per i rinnovi contrattuali.

Di Maurizio Crispiniano