La crescita, degli ultimi anni, del movimento calcistico in Cina ha portato nel Sol Levante addetti ai lavori di altre nazionalità. E’ il caso di Giovanni Limongiello, allenatore italiano di Napoli che è da poco approdato al Guizhou Hengfeng per occuparsi dell’Under 12 del club. Ecco un estratto dell’intervista rilasciata a blogcalciocina.altervista.org.

DA NAPOLI FINO IN CINA

“Sono partito da Napoli lo scorso anno tramite dei contatti che mi hanno proposto di fare parte di un progetto nelle scuole calcio cinesi, dato che qua l’attività calcistica a livello giovanile si pratica prettamente nelle scuole. Ho iniziato la mia attività come docente dell’attività calcistica con allenamenti durante le pause pranzo o nel post scuola. Progetti del genere esistono anche in America, ad esempio nell’NBA, dove si prelevano i ragazzi dai college e gli si propone un contratto.  Come mia prima esperienza ho allenato a Shanghai e successivamente mi sono trasferito a Shenzhen, in una struttura di proprietà del presidente che ha rilevato quote del club di Guizhou Hengfeng. Dopo un breve periodo mi è stato proposto dalla dirigenza di trasferirmi ed ora eccomi qua a Guiyang”.

SVILUPPO SETTORE GIOVANILE 

L’intero processo si sta avviando in modo lento a partire dalla riforma del 2015, anche per le società professionistiche, la maggior parte di loro per iniziare l’attività calcistica collaborano con le scuole locali dato che non dispongono di una struttura giovanile come la intendiamo noi in Europa. Le scuole nelle quali ho lavorato dispongono di ampie strutture. E’ un esperienza abbastanza positiva, credo comunque ci sia molto da lavorare sotto il punto di vista organizzativo, perché le società qua non lo sono rispetto all’Europa. La Federazione ha dato come obbligo quello di strutturare un settore giovanile alle squadre di Chinese Super League, dunque le società stanno cercando di svilupparsi in questa direzione e credo sarà veramente dura creare un sistema efficiente“.

DIFFERENZE SHANGAI-GUIYANG 

La differenza sostanziale è che qua a Guiyang, essendo in club professionistico, i ragazzi sono selezionati, quindi è molto più semplice per me allenare piuttosto che ne essere impiegato in un contesto scolastico con tutte le difficoltà del caso. Comunque tutta l’attività giovanile si fa nelle scuole, nelle città ve ne sono alcune molto grandi che dispongono anche di dormitori per gli studenti. Nella mia realtà professionistica lavoro comunque in una scuola con l’U12. A Shenzhen invece la struttura era spaventosa, aveva un campo ad undici, due da calciotto,  quattro da calcetto ecc… il centro sportivo si chiamava Shenzhen Bay, al cui interno vi erano anche palestre di badminton, piscine, campi da basket, tennis, rugby ecc… supermercati, ristoranti e negozi di abbigliamento e attrezzature sportive. Certe strutture ce le sogniamo in Italia“.

PERCEZIONE DEL CALCIO –

A Shanghai vi era un’affluenza ottima di persone allo stadio, frequentavo lo stadio dello Shenhua dato che li vi gioca Giovanni Moreno, che personalmente mi fa impazzire, lo seguivo già dai tempi del Racing Avellaneda. C’è veramente tanto seguito e la tifoseria è molto organizzata Shanghai. A Shenzhen invece vi era una squadra nella Serie B e il seguito era molto molto basso. Shenzhen è più una città di business nella quale il calcio non ha ancora attecchito. A Guiyang sono stato allo stadio Olimpico, ma non per seguire la partita, da quel che so il Guizhou Hengfeng non ha un afflusso ottimale, non ha giocatori di primissima fascia, per questo molte persone non sono attratte, anche se hanno un allenatore esperto quale Manzano. Guarda ad esempio al Tianjin Quanjian di Fabio Cannavaro, dopo l’acquisto di gente come  Pato e Witsel l’affluenza è schizzata alle stelle. Credo che in alcuni contesti vi sia più una concezione di calcio legata al giocatore per il quale si fa il tifo piuttosto che ne supportare una data squadra“.

LAVORARE IN CINA

Ci sono tante opportunità per gli europei, ancora di più per gli italiani. Naturalmente richiedono personale qualificato, ma che sopratutto sappia rapportarsi con una cultura completamente diversa rispetto alla nostra. Ci vuole tanta pazienza, ma sopratutto la voglia di mettersi in gioco per cogliere le tantissime opportunità che sa offrire la Cina