Una delle attività da sempre più importanti nello sport è lo scouting: l’osservazione e la scoperta di giovani talenti è essenziale in qualsiasi disciplina sportiva, individuando giocatori promettenti e garantendosene le prestazioni negli anni in cui il fisico è al massimo della sua forma.

Grazie al suo essere uno degli sport più amati, nonché quello più praticato a livello mondiale, è nel calcio che le attività di scouting si sono maggiormente sviluppate, investendo anche la cultura popolare. Persino testate giornalistiche, infatti, si sono rese note per le liste di giovani talenti compilate a cadenza regolare, come nel caso della spagnola Don Balòn. Fino al 2013 la rivista sportiva era il punto di riferimento per queste particolari classifiche: nelle sue liste di giovani più promettenti si sono alternate previsioni azzeccate e altre meno, con calciatori che non hanno mantenuto le aspettative intorno a loro costruite, a torto o a ragione, dall’infinita passione per il calcio.

Stephan El Shaarawy: il riscatto a Roma

Prendiamo per esempio Stephan El Shaarawy, attualmente in forza alla Roma. Classe 1992, nel 2013 era considerato la stella di un gruppo di italiani, tra i quali Verratti e Berardi, destinati a carriere ai massimi livelli. Quella di El Shaarawy, tuttavia, solo in questi ultimi anni sta riscoprendo una seconda giovinezza grazie a prestazioni come quella recente contro il Milan: a lungo infatti l’attaccante ha vissuto da promessa non mantenuta. Le cose migliori le ha fatte vedere proprio al Milan, dove è arrivato nel 2011 con l’etichetta del predestinato; ma, nel 2015, 21 reti in 83 presenze sono state considerate insufficienti, ed El Shaarawy è finito al Monaco. Un anno dopo arriva alla Roma, dove rimane fino al 2019 alternando infortuni a prestazioni di classe: nel 2019 è uno dei grandi nomi del calcio che sceglie di giocare in Cina, per lo Shanghai Shenhua. La carriera parrebbe ormai al tramonto, ma nel 2021 torna alla Roma trovando, almeno in parte, una riscossa che lo sta consacrando come simbolo dei giallorossi.

Mario Balotelli: eterna promessa

Altro italiano, per il quale non c’è sicuramente bisogno di presentazioni, è poi Mario Balotelli. Negli anni in cui El Shaarawy compariva nella rivista Don Balòn, Balotelli era la stella dell’Italia a Euro 2012 e giocava una delle migliori partite della sua carriera in semifinale contro la Germania, ancora oggi manifesto delle potenzialità dell’attaccante. Cresciuto nelle giovanili dell’Inter, Balotelli si consacra ai massimi livelli proprio con i nerazzurri: lanciato prima da Mancini e poi da Mourinho, la straordinaria classe convive con un altrettanto straordinaria propensione ai comportamenti sopra le righe. Ha fatto in tempo a vincere il Triplete con l’Inter per poi scontrarsi con la società, inaugurando nel 2010 una serie di esperienze tra Manchester City, Milan, Liverpool, Nizza e Marsiglia, passando da Monza e Brescia e finendo per giocare in Svizzera e Turchia. In ogni breve esperienza Balotelli si è distinto per i suoi comportamenti, rilanciati dalla stampa come “balotellate”, che hanno finito per frenare una carriera che sul campo prometteva molto di più.

Jesé: promessa non mantenuta

Carriera al di sotto per le aspettative anche per Jesé, attaccante spagnolo classe 1993. Cresciuto nelle giovanili del Real Madrid, nel 2012 sembrava destinato a essere l’attaccante del futuro delle Furie Rosse: promosso nella prima squadra appena diciottenne, stabilmente convocato da tutte le selezioni spagnole fino all’Under 21. Da lì in poi, tuttavia, la carriera si è arenata: tra il 2011 e il 2016, in un Real che poteva contare su un attacco stellare, raccoglie appena 13 reti in 63 presenze, spesso da subentrante. Nel 2016 ne rileva il cartellino il PSG, con il quale fino al 2020 vede il campo appena 12 volte: in mezzo una lunga serie di prestiti tra Spagna, Inghilterra e Portogallo, incidendo ben poco. Dal 2022 è passato per Las Palmas, squadra della città natale dove ha segnato 13 reti, per poi passare all’Ankaragücü in Turchia, alla Sampdoria e al Coritiba in Brasile, segnando in totale appena 4 reti. Oggi è svincolato, e a 31 anni non ha mai esordito nella nazionale maggiore: un epilogo sicuramente imprevedibile guardando le liste delle giovani promesse di appena dieci anni fa.