Alessandro Agostini, tecnico del Genoa, ha parlato della stagione della sua Primavera durante un’intervista rossoblù a Il Secolo XIX. Dopo aver conquistato la promozione nel campionato Primavera 1, in seguito al subentro sulla panchina al posto di Alberto Gilardino, per Agostini questa è la prima stagione piena alla guida della formazione ligure. Ecco le sue parole:

Paragone pesca e il calcio: Bisogna saper attendere la crescita dei ragazzi, in Primavera non sono ancora uomini fatti. E vanno aiutati, seguiti, incoraggiati. La sosta? Mi ricarico andando a pescare, da solo, con la mia barca. Mi aiuta a staccare da tutto e a pensare. In Liguria non l’ho ancora fatto, ma non escludo di organizzarmi in futuro. Sono molto legato al mio mare della Sardegna, ma la gente non ha rispetto: in mare purtroppo si butta di tutto. Dalla pesca ho imparato ad avere pazienza: serve tempo per ottenere i risultati e non bisogna avere fretta. Con i ragazzi in campo è così, non puoi giudicare uno come scarso sulla base di un momento: devi capire il suo stato d’animo, parlargli e comprenderlo. E arrivare a fine stagione senza il rimpianto di non aver fatto abbastanza per farlo migliorare“.

Dal Cagliari al Genoa: “Al Genoa ho incontrato persone straordinarie, grande entusiasmo e una società che lavora bene. A Vado adesso ci siamo abituati e ci stiamo bene. Vorrei che venissero ancora più tifosi, i ragazzi se lo meritano”. 

Sui ragazzi in prima squadra: “La tecnica conta, ma anche le qualità caratteriali e lo spirito di sacrificio. Ho sempre cercato di trasmettere questo ai ragazzi. Sono orgoglioso di Seydou  perché è l’esempio di questo. Era già forte, ma adesso ha fatto il salto di qualità caratterialmente”.