In altri contributi abbiamo visto quali sono le caratteristiche del calciatore moderno. L’articolo menzionato è da riferirsi al mondo degli adulti, al giocatore evoluto, per intendersi. Quando andiamo a osservare e identificare i giovanissimi calciatori allo scopo di individuarne l’attitudine, è utile acquisire “altri modelli di riferimento” consci che i bambini hanno altre possibilità biologiche, organiche e psicologiche, rispetto ai calciatori maturi. Questa osservazione può risultare scontata, in realtà assistiamo ancora oggi ad una selezione basata su principi che si avvicinano al mondo degli adulti, già in età pre-adolescenziale!

Detto questo, è intuibile che, in età pre-pubere, l’occhio dell’osservatore dovrebbe essere orientato, principalmente, a individuare abilità di natura prettamente tecnica (controllo, guida, passaggio, tiro). Se avere un buon livello tecnico a 8/9 anni è indice di una buona coordinazione generale, il comportamento nelle varie situazioni di gioco e la relazione con i compagni e l’allenatore (educatore), dà un “indicazione di massima” sulla personalità futura del giovanissimo calciatore; a questo proposito ritengo utile sottolineare di quanto sia importante osservare nel bambino lo “spirito d’iniziativa”, indice di creatività, così come è utile osservare il “senso di industriosità” misurabile durante le partite a campi ridotti e con un numero minimo di giocatori, vedendo il bambino attivare energie e atteggiamenti utili a superare le difficoltà del gioco.

Spirito d’iniziativa e senso d’industriosità (Modello di Erikson) danno l’idea di un bambino “equilibrato”, in grado di superare le difficoltà, di far emergere le proprie attitudini e affinare le proprie capacità; tali caratteristiche sono molto importanti nei giochi di squadra, è molto probabile infatti che giovanissimi calciatori con queste caratteristiche “indirizzino proficuamente le proprie energie nel gruppo con un incremento generale del livello di performance“.

Un’altra caratteristica dei giovanissimi calciatori su cui porre attenzione è riferita alla corretta concezione di velocità che implica una contemporanea considerazione dello spazio percorso nell’unità di tempo. In altri articoli di tecnica calcistica abbiamo analizzato l’importanza del tempo e dello spazio nel gioco del calcio e questo ci fa capire di quanto sia fondamentale avere questo requisito in età precoce.

Un bambino di 10 anni con le caratteristiche sopra descritte, quindi selezionato da un club professionista, può diventare un possibile talento e un professionista del pallone?

A questa domanda credo che nessuno possa rispondere in maniera affermativa o meno. I fattori che entrano in gioco sono molti e le variabili nel percorso di maturazione psico-fisica dei giovanissimi calciatori richiedono continua valutazione da parte degli addetti ai lavori. Detto ciò, per un bambino “selezionato da una società professionistica” avere un contesto di gioco costituito da competenze a vari livelli e infrastrutture adeguate dove potersi allenare (giocare, divertirsi, imparare) garantisce sicuramente un’opportunità e un “vantaggio” in termini di crescita psico-fisica-sportiva e umana, fermo restando che è il contesto che fa la differenza.

 

Fonte: Roberto Nencini – Calcioscouting.com