Beata gioventù. Calcio italiano perennemente in crisi e aspramente criticato in ogni angolo giornalistico, e poi basta vedere la partita disputata questa sera all’Olimpico per riaccendere una piccola fiammella di speranza. La spregiudicatezza con la quale Maurizio Sarri fa giocare il suo Empoli, forgiato e plasmato a suo somiglianza calcistica, andrebbe indottrinata e inculcata a molti allenatori di Serie A che si siedono su panchine ben più ambite della sua. Un Pucciarelli sontuoso è solo la ciliegina di una torta che profuma tanto di favola, la piccola neo-promossa che si presenta sul campo della seconda in classifica e nel giro di due settimane su due match disputati non esce sconfitta nell’arco dei 90 minuti. Questa favola ha due protagonisti ben distinti, ovviamente la regia è affidata a Sarri, ma gli interpreti principali si chiamano Rugani e Barba. La coppia difensiva italiana più giovane della Serie A trasuda un’esperienza che ha qualcosa di mistico se andiamo a vedere le loro carte d’identità, Daniele Rugani nato il 29/7/1994, Federico Barba nato il 1/9/1993. No impossibile, meglio ricontrollare. L’età non mente spesso si dice, non in questo frangente, l’età mente eccome, perché questi due giocano come veterani, scendono in campo a testa alta contro qualsiasi avversario e a suon di colpi di testa e marcature asfissianti girano il piccolo capolavoro di Maurizio Sarri.