A Radio Crc nella trasmissione “Si gonfia la rete” di Raffaele Auriemma è intervenuto Carlo Tavecchio, presidente della Federcalcio: “Mi auguro di cuore che l’Europa League sia una competizione onorata dalle squadre italiane. L’inferiorità dei club italiani rispetto a quelli stranieri è causata soprattutto dagli investimenti che si fanno e dalle possibilità di acquistare grandi giocatori. Le società spagnole che hanno un bilancio di 400-500milioni di euro, per esempio, hanno più possibilità economiche rispetto ai nostri club che hanno bilanci diversi, circa la metà. Il campionato italiano, poi, non è di poco conto e le prime due soprattutto sono impegnate.
Settore giovanile? Bisogna avere fiducia, noi siamo un’organizzazione che ha un milione e duecentomila tesserati dei quali circa settecentomila under 18, il che significa avere a disposizione un mare di giovani disposti a dare il loro contributo. Bisogna investire sul settore giovanile e noi lo stiamo facendo come indirizzo strategico federale con centri di formazioni che attraverso la Lega dilettanti sono stati importati uno per Regione e questi dovrebbero essere punti di riferimento, come hanno fatto i modelli tedeschi. Naturalmente questo va accompagnato da una normativa che preveda una difesa dei giovani italiani in campo perché se dall’estero entrano tutti i calciatori senza curriculum, noi diventiamo una zona franca. Esiste una normativa inglese, per esempio, che prevede di avere un curriculum per giocare nel mondo professionistico. Noi abbiamo dato a Conte il compito di presiedere a tutte le attività federali dalla prima squadra fino all’ultima. Parliamo di una una persona meticolosa, preparata e tenace, con grande spirito di emulazione e ci sta riportando ad un concetto di auto consistenza, che avevamo perso. Dobbiamo dargli tempo per vedere risultati, del resto ha disputato quattro partite e portato a casa quattro vittorie, sta girando l’Italia metro per metro per fare attività addirittura di scouting e quindi credo che abbiamo fatto una scelta buona. Sempre meno calciatori italiani nelle squadre italiane? Noi abbiamo fatto diversi tentativi in sede europea per individuare la specificità del gioco del calcio e presentato un’interpellanza. Se questa istanza verrà accolta, si potranno utilizzare non più di cinque calciatori, ma è difficile perché sui 28 paesi europei, per la libera circolazione della manodopera, in teoria tutti potrebbero giocare dappertutto senza problemi di incompatibilità. Chi vince lo scudetto quest’anno? È una bella lotteria, sono contento che sono arrivate anche Napoli e Lazio. Non ci sono risultati chiari, il bello è l’imprevedibilità”
“Spero che Juve, Roma, Napoli e Lazio porteranno entusiasmo. Le milanesi hanno dei problemi, ma devono riprendersi ed il Genoa è la prima società di calcio italiana ed era naturale che tornasse. Sono contento anche del recupero del Bologna, della Sampdoria e di altre città. La priorità al momento è di inquadrare bene le riforme, intanto dobbiamo stabilire le rose delle società, o ci adeguiamo ai canoni europei o abbiamo rose di 40-50 calciatori. In realtà le rose europee sono di 25 calciatori. Poi abbiamo la madre di tutte le battaglie per la riduzione delle società professionistiche perché il Coni tende diminuire i contributi e lo Stato fa spending review. Dobbiamo rivedere le posizioni di tutti i club in funzione dei diritti televisivi. Con De Laurentiis ho un ottimo rapporto, ci sentiamo spesso. Bisognerebbe fargli un monumento. Circa gli investitori stranieri come Thohir, dico che se spendono 100 milioni cash e garantiscono per 300, bisogna sempre spalancare le porte”
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