La rinascita di Acerbi è sotto gli occhi di tutti: la partita di due giorni fa con la Juventus è un’ulteriore (forse superflua?) conferma.
Di chi è il merito di questa resurrezione inaspettata? Innanzitutto, è dello stesso Acerbi: rialzarsi per due volte, sconfiggendo definitivamente un cancro, non è da tutti. Farlo, poi, garantendo un apporto del genere, è ancora meno facile. Tre gol in campionato, tutti in trasferta: il primo a Parma, a seguire Cagliari e, infine, Sampdoria. Ma ciò che deve garantire un difensore, aldilà dei timbri personali, è la sicurezza nella propria area di rigore. E Acerbi, anche qui, non sembra peccare. Ieri sera, contro dei colossi come Pogba, Morata e Tevez, “Ace” ha vinto il confronto nettamente: sa in anticipo dove andrà la palla, in questo senso ha una visione d’insieme eccezionale.
Ma le buone notizie non finiscono qui: il mister della Nazionale, Antonio Conte, non può non aver visionato il match di ieri sera, così come non può non aver notato la solidità difensiva di Acerbi. Al tecnico, il centrale neroverde piace, tanto che a novembre lo ha chiamato e fatto esordire nell’amichevole con l’Albania.Un’amichevole, appunto. La pausa per la Nazionale è dietro l’angolo, tra una decina di giorni usciranno le convocazioni: una chiamata sarebbe la giusta coronazione, sia a livello umano che agonistico, di un percorso che ha riportato Acerbi ai massimi livelli.
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