La riforma voluta dal presidente Carlo Tavecchio per rilanciare il movimento calcistico italiano ha fatto storcere il naso a molti, tra cui Damiano Tommasi presidente dell’AIC (Associazione Italiana Calciatori), che ha parlato a calciomercato.com
Tommasi innanzitutto ci può spiegare meglio le modalità per cui i calciatori saranno inseribili nella lista dei giocatori cresciuti nei vivai italiani? E’ stato adottato il modello Uefa?
“In sostanza si intendono calciatori formati nel club quelli che fra i 15 anni (o l’inizio della stagione nella quale hanno compiuto 15 anni) e i 21 anni (o la fine della stagione nella quale si compiono 21 anni) sono stati tesserati a titolo definitivo per il club per un periodo anche non continuativo di 36 mesi o per 3 intere stagioni sportive”.
Quindi per chi arriva in Italia già da maggiorenne può comunque rientrare in questi parametri?
“Esatto in sostanza chi arriva in Italia a 18 anni può al termine della terza stagione risultare come giocatore formato in Italia. Faccio un esempio: giocatori come Ljajic e Hamsik rientrerebbero in questa categoria di giocatori”.
Un controsenso pensando alla valorizzazione dei vivai che questi cambiamenti dovevano portare…
“Esatto e questa particolarità è una delle tante lacune presenti nella norma che la rende di fatto inutile al fine della valorizzazione e degli investimenti sui vivai italiani. Noi abbiamo provato ad opporci e avevamo proposto di affiancare a questa tipologia di scelte che sono importanti per le prime squadre anche l’inserimento di un campionato riserve o meglio l’introduzione delle seconde squadre, ma al momento all’interno del Consiglio Federale sembra che non se ne possa parlare per colpa di ostacoli che al momento non conosciamo”.
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