Nel Novara che lo scorso anno non si è riuscito a salvare in modo assai incredibile, vista la rosa a disposizione, una delle poche note positive sono stati gli esordi di diversi giovani provenienti dal vivaio azzurro.

Jacopo Manconi e Francesco Vicari (entrambi classe 1994, rispettivamente attaccante e difensore centrale) si sono imposti da comprimari e giocatori della Primavera a titolari quasi inamovibili, il portiere Lorenzo Montipò (96) ed il terzino Moustapha Beye (96) hanno giocato nel finale di stagione, dando nel complesso buone sensazioni per il futuro del club azzurro, data anche la grandissima annata della Primavera, arrivata fino ai playoff per accedere alle Final Eight Scudetto di Rimini e Santarcangelo.

Oltre a loro avrebbe anche potuto esordire Michele Rocca, centrocampista centrale, classe 1996, ma motivi che di seguito vi illustreremo gli hanno impedito (forse) di esordire nella serie cadetta.

Partiamo però da quando il calcio a questi livelli era ancora lontano, e Michele un bambino che a calcio giocava con gli amichetti.

Inizia all’età di 5 anni nel Cureggio, a 7 passa al Suno, dove viene notato dagli osservatori di club molto importanti.

Il Torino sembra essere il club più interessato, anche perché il provino del piccolo Michele soddisfa gli uomini del settore giovanile granata, sembra davvero essere tutto fatto per una grande avventura nel club piemontese, in quegli anni abituato a fare la spola tra Serie A e B, lontano ovviamente dagli anni del Grande Torino, ma anche dalla doppia finale di Coppa Uefa, persa con l’Ajax nel 1992.

Poi, d’improvviso, arriva l’Inter, una chance senza dubbio irripetibile. La direzione del trasferimento cambia, non più verso est ma verso ovest e la Milano neroblù.

Dal suo trasferimento in poi l’Inter torna vincente come non lo era mai stata, stabilendo record su record e conquistando ben cinque scudetti di fila (2006-2010, quello del 2005-06 era stato conquistato prima del suo arrivo ma non sul campo).

In quegli anni l’Inter fa incetta di scudetti con Mancini e Mourinho in panchina, Michele piano piano inizia a credere davvero al sogno di diventare un giocatore vero, che vive di calcio.
Rimane in nerazzurro sei anni, tutti i giorni (o quasi) avanti e indietro da Agrate Conturbia, per andare agli allenamenti e migliorarsi e crescere sempre più, sotto l’attenta guida dei responsabili tecnici nerazzurri.

L’estate del 2012 segna un passaggio in prestito al Novara, che forse a molti suona come una bocciatura, perché non è facile essere ripresi dopo un prestito nel settore giovanile (anche se l’Inter utilizza spessissimo questa formula, come ad esempio con Steffè e Lomolino quest’anno, mandati in prestito a Modena e ChievoVerona).

L’esperienza in Piemonte si rivela molto positiva, sia nella categoria Allievi Nazionali (12-13), che in Primavera (13-14). Quasi sempre con il numero 8 sulle spalle, si rivela un’autentica arma a doppio taglio per i suoi allenatori, abile in fase di interdizione ed utile in proiezione offensiva (se le sue qualità vi incuriosiscono digitate il suo nome sulla barra di YouTube e vedrete alcune sue interessanti prestazioni con la maglia del Novara).

Prestante fisicamente (185 cm e 75 kg), in alcuni frangenti può ricordare il primo Marchisio, anche se i movimenti in fase offensiva sono un po’ diversi, anche per un discorso di natura fisica (soprattutto perchè parliamo di un ragazzo che deve ancora crescere e migliorare sotto tutti i punti di vista).

Molto spesso si allena con la prima squadra, visto che tutti e tre gli allenatori, che si sono alternati con scarse fortune nel Novara, (Aglietti,Calori e Gattuso) sono abbastanza attenti ai giovani.

In panchina già ad inizio campionato, il nome di Rocca è poi comparso in diverse altre circostanze nelle distinte del campionato di Serie B.

Potrebbe anche arrivare il momento dell’esordio, ma la maturità incombe, visto che per lui gli esami sono un anno prima dei coetanei. Lo studio gli impone di saltare alcuni allenamenti importanti e di non poter andare in trasferta, nel periodo che precede gli esami. Il 64 finale lo ripaga di tanti sacrifici (per gli studenti più ambiziosi non sarà un voto alto, ma per un ragazzo che fa sport a questi livelli frequentare il liceo scientifico non deve essere una passeggiata).

Le soddisfazioni estive non finiscono qua: l’Inter, convinto dai suoi progressi, lo richiama alla base per fargli giocare un anno in Primavera. Fin qui tutto molto bello, ma il top delle emozioni arriva quando l’Inter lo chiama in ritiro con la prima squadra, al fine di sostituire numericamente Duncan, partente in prestito destinazione Sampdoria, dopo un primo anno in A con il Livorno.

Interista da sempre, chissà cosa avrà vissuto a lavorare al fianco di giocatori con la storia di Vidic, tanto per dirne uno. Non riesce a debuttare con la maglia della prima squadra, perché rimane per tutti i 90’ in panchina nell’amichevole (quasi in famiglia, visti i tanti giovani di proprietà dell’Inter) contro il Prato.

La sua esperienza con la prima squadra si conclude con l’inizio della tournèe americana, in cui gli unici Primavera al seguito della squadra sono il romeno Puscas (96) e Bonazzoli (97), vista anche la povertà di attaccanti, per motivi vari.

Ora è atteso da una stagione molto impegnativa, con l’Inter che ad un gruppo validissimo di classe 96 andrà ad integrare alcuni elementi degli Allievi Nazionali campioni d’Italia.

In mezzo al campo la concorrenza non mancherà, da Palazzi a Dabo, fino ad arrivare a Steffè, ma la duttilità è una delle sue qualità più positive. Forse sulla carta potrebbe anche non essere un titolare, ma gli impegni sono molti ed in Primavera si da modo a più ragazzi possibili di mostrare le proprie potenzialità, almeno solitamente (in questo senso è da verificare il modo in cui gestirà il gruppo mister Vecchi, che non ha mai allenato nei settori giovanili).

Vedremo cosa succederà e con che continuità verrà impiegato, se dovesse fare bene, come dire…….noi vi avevamo avvisato!

Nella Trentino Cup (vinta su Napoli e Verona) ha indossato addirittura la maglia numero 10, quindi le premesse per una buona stagione sembrano poterci essere.