Il pallone prima di Perugia lo conosceva poco e niente. Poi Drolè, orfano giunto in Italia ha stregato tutti. Anche Bisoli ed il suo futuro è roseo.
A volte i sogni diventano realtà per caso. E’ quello che è successo a Boza Jean Armel Drolè, classe ’97.
Il pallone, prima di arrivare in Italia lo aveva assaggiato solo con i bambini in Costa d’Avorio. La sua storia sembra un film, forse un giorno lo sarà. Noi di FootballNapoli vogliamo raccontarvela. E’ una vita fatta di bivi e di Angeli quella del ragazzo. In cui il ruolo del destino è cruciale in positivo.
La sua avventura comincia quando suo fratello decide di aiutarlo. E’ sveglio, parla inglese e francese, raccoglie i soldi e prende l’aereo. Destinazione Milano. Drolè almeno in questo ha avuto la fortuna di non viaggiare su un barcone come tanti altri che inseguono il sogno di una vita migliore. A Milano ci sta poco. Un ambulante gli dice: “Vai al sud. Lì c’è più tolleranza”. E cosi fa.
Prima tappa Massa. Lì il ragazzo ha un primo colpo di fortuna. I soldi sono finiti. Un connazionale gli paga il biglietto del treno. A Ballarò c’è una grossa comunità ivoriana. Oggi Drolè ripete che un giorno vorrà tornare a Massa per ringraziare quell’angelo. Il secondo angelo lo incontra a Palermo. Junior vuol giocare a calcio e con un amico si presenta al Renzo Barbera, bussa al portone dello stadio e chiede al custode: “Scusi, posso giocare nel Palermo?”. Il tempo della delusione dura poco, perché un altro angelo è lì e stavolta ha un nome e cognome: Massimo Tutrone, titolare della scuola calcio Tf Palermo, affiliata alla Juve. L’angelo prima di tutto lo affida ai Servizi Sociali dove la signora Angela Puccio lo prende in custodia e lo sistema dai Salesiani. Tempo una settimana e Drolè si presenta alla scuola calcio, da solo, visto che il suo amico ha scelto un’altra strada e chissà dov’è ora.
E’ dimesso fisicamente ma comincia ad allenarsi. Tutrone colpito dal ragazzo lo adotta. Drolè ora lo chiama papà. Si allena, impara a stare in campo, dimostra qualità notevoli. Così Tutrone chiama l’amico Claudio Mossio, un procuratore di Torino al quale ogni tanto segnala talenti. E Mossio comincia a proporlo. Il Perugia gli crede: il d.g. Pizzimenti e il d.s. Goretti lo vogliono vedere. Altri due angeli, terzo colpo di fortuna. Siamo ad agosto 2014 e non dimenticano quel provino. Perugia Primavera-Gualdo Casacastalda, domenica mattina. In 5′ Drolè piazza due scatti da 50 metri, un gol e un palo. A mezzogiorno la telefonata a Mossio: “Il ragazzo resta qua”. Ricapitoliamo: parliamo di un ragazzo ivoriano, orfano, minorenne ed extracomunitario. Parte l’iter per il tesseramento, Drolè viene sistemato ancora dai Salesiani, fa con successo il Liceo Scientifico e si allena col Perugia.
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