La voglia di combattere e non arrendersi mai. Nenad Krsticic, talento classe 1990 della Sampdoria. Una vittoria sul dolore, la sofferenza e la malattia.

Quella che mi appresto a raccontare non è la storia di un calciatore giovane qualsiasi. Il viaggio di questo giocatore parte dalla guerra nell’ex-Iugoslavia, e passa attraverso una malattia che non rischia di metterne in ginocchio solo la carriera, ma la stessa vita. Forse è un po’ fuori dai parametri d’età del nostro portale, ma credo sia una storia che valga sempre la pena leggere, forse per sentirsi un po’ più fortunati, forse per imparare a crederci anche quando ogni speranza è ridotta al lumicino. È la storia di Nenad Krsticic.

Nenad nasce a Belgrado nel 1990. Anni di grossi cambiamenti per l’Europa, in particolare nelle zone orientali, e periodo davvero turbolento per tutti gli attuali stati di quella che era la Iugoslavia: disgregazione, conflitti, combattimenti, con il culmine raggiunto nel 1999 quando vi fu l’intervento della NATO. In mezzo a quelle bombe un pallone rimbalzava a distrarre i bambini da quelle tragedie, a lasciare scampoli di speranza a chi ogni giorno perdeva qualcuno. Krsticic è tra quei piccoli che a scuola non potevano più andare, ma che al campetto cercavano di esserci.

Calcisticamente la crescita avviene nell’OFK Belgrado, ed è qui che nel 2008 il centrocampista (allora trequartista) viene notato da Paratici, braccio destro di Marotta allora alla Sampdoria, che vola in Serbia per far firmare un contratto al giovanissimo Nenad ed aggregarlo alla Primavera blucerchiata. Bastano pochi mesi, però, ed inizia quello che sembra un terribile incubo: in novembre si gioca contro il Siena, e Krsticic subisce un infortunio ad un menisco. Passa un mese, e il mondo crolla: il giocatore, partito per la Serbia per le vacanze di Natale, viene chiamato dallo staff medico della Sampdoria con un ordine preciso: rientrare a Genova al più presto. Dopo aver accusato dei dolori all’addome per qualche tempo, ed essersi sottoposto a degli esami approfonditi, il riscontro è drammatico: il giocatore è affetto da un linfoma molto aggressivo, e la previsione è che gli restino 48 ore di vita.

La terapia è dura e dall’esito molto incerto, ma Nenad non perde mai la voglia di combattere. In un’intervista a “La Tribù del Calcio” dice:”Meno male che non capivo ancora l’italiano. All’inizio pensavo che in una o due settimane mi sarebbe passato il dolore alla pancia, e poi avrei ricominciato a giocare. Dopo un po’ quando vedevo che iniziavo a fare la chemioterapia, ho capito che la situazione era davvero grave.“. Fatto sta che il suo grande spirito lo porta a continuare a lottare e nel giro di sei mesi, faticosamente, riesce a riprendere i propri allenamenti, seppur a ritmi molto blandi. E così, all’inizio del 2010, dopo più di un anno di inattività praticamente totale, arrivano finalmente le belle notizie: Krsticic è finalmente arruolabile per il calcio agonistico, dopo che la sua vita era rimasta appesa ad un filo per lungo tempo.

Inizialmente ci si deve accontentare di qualche scampolo di partita e di poche manciate di minuti, ma è qui che il serbo rinasce, segnando in uno di questi spezzoni il gol della vittoria contro il Milan che vale l’accesso alla semifinale del campionato Primavera. In quel momento la cinepresa della sua mente fa partire il film dell’ultimo anno e mezzo davanti ai suoi occhi, e l’abbraccio di Nenad ai compagni è accompagnato da lacrime di gioia e commozione: il dolore e la paura sono finalmente sconfitti.

Nel 2010 Krsticic entra per la prima volta in campo coi grandi nella partita contro il Debrecen in Europa League e l’anno dopo, con la Sampdoria in Serie Bsi mette in mostra nella rinascita blucerchiata nel girone di ritorno. È però l’anno seguente in Serie A che Ciro Ferrara punta fortemente su di lui fin dall’inizio. Nenad è un titolare inamovibile, e dopo qualche giornata si regala anche la gioia del gol contro la Fiorentina. Stavolta non ci sono lacrime da parte sua, ma molti tifosi guardano commossi questo piccolo talento sommerso dall’abbraccio di tutta la squadra, e lo considerano già una bandiera e il futuro capitano della squadra genovese. Lui ringrazia con queste parole:”È stato un momento durissimo, ma non ho mai pensato di smettere con il calcio. La Samp mi è stata molto vicina, non finirò mai di ringraziarla. Voglio ripagare sul campo tutto l’affetto e la vicinanza.”. E ancora:”Il mio desiderio è quello di rimanere alla Samp il più a lungo possibile. Diventare una bandiera? Magari. Significherebbe saldare in qualche modo il mio debito con questa società che mi è stata vicina nel periodo più buio della mia vita.”. La strada per questo sogno, sia per il fatto che durante la stagione scorsa e l’attuale il serbo è stato un punto fermo della formazione doriana, sia per l’affetto e il legame profondo che i tifosi sentono con lui, è spianata.

“Oggi quando sento che un calciatore è stressato, sorrido. In campo non puoi avere paura, non si può aver paura del calcio. Ho superato una guerra e battuto un linfoma. Per me il calcio è vita.”

 

Nome: Nenad Krsticic
Luogo di nascita: Belgrado
Età: 23
Nazionalità: Serba
Ruolo: Centrocampista d’impostazione, Trequartista
Piede: Sinistro
Valore: 3 milioni