L’Italia Under 21 allenata Gigi Di Biagio, affronterà nel girone B degli Europei di categoria in programma in Repubblica Ceca dal 17 al 30 Giugno 2015 i pari età di Inghilterra, Svezia e Portogallo. Girone tutt’altro che semplice per gli Azzurrini che se dovessero superare il turno potrebbero davvero sognare in grande per la conquista dell’Europeo che manca dal lontano 2004. In previsione di quest’importante manifestazione la redazione di FootballScouting.it, ha deciso di conoscere da vicino tutte le avversarie degli Azzurrini iniziando dalla Svezia.
Gli scandinavi allenati da Håkan Ericson, dopo aver vinto il girone con Grecia, Polonia e Turchia, hanno compiuto una vera e propria impresa eliminando negli spareggi con il risultato di 4-3 nel doppio confronto la Francia di Zouma, Thauvin e Coman.  E per capire maggiormente la forza del gruppo allenato da Ericson, abbiamo avuto modo di contattare Alessandro Soli,  osservatore e consulente di mercato del club svedese del Mjällby AIF.

Sei rimasto sorpreso nel vedere la Svezia eliminare la Francia?
Non sono assolutamente sorpreso, nonostante la sconfitta all’andata per 2-0. La Svezia Under 21 è composta da un gruppo di giocatori molto unito, di elevata qualità ed esperienza. Sono tutti giocatori che stanno avendo esperienze importanti, titolari con le proprie squadre sia in Svezia che fuori. Ho assistito ad una partita molto tirata, in cui il risultato è stato aperto fino al novantesimo, una di quelle partite ricche di occasioni da entrambe le parti, non si riusciva a rimanere seduti a vederla ma andava vissuta con i giocatori. La Francia dispone di un’ottima rosa, ma è venuta fuori la grande voglia degli svedesi di accedere all’Europeo. E’ stata una battaglia di nervi, in cui la Svezia non ha mai mollato e ci ha creduto fino alla fine. Ho avuto modo di sentire qualche giocatore dopo la partita, l’entusiasmo era alle stelle, sono consapevoli di aver compiuto un mezzo miracolo contro i francesi che erano più accreditati dalla stampa e dagli addetti ai lavori per la qualificazione all’europeo.

Quali sono i punti di forza e di debolezza di questa rappresentativa?
Il gruppo è sicuramente il loro punto di forza, sono ragazzi che sono molto uniti e si conoscono da molto tempo. La qualità nella rosa non manca di certo, basti considerare che può disporre di giocatori del calibro di Guidetti, che sta vivendo una stagione strepitosa con il Celtic. Oggettivamente, non vedo molti punti di debolezza, ma il girone è di altissimo livello, con Italia, Inghilterra e Portogallo. Ci sarà da divertirsi, la Svezia sarà la mina vagante del girone.

La Svezia può dare filo da torcere all’Italia nel passaggio del turno? 
Sì, bisogna stare attenti, la Svezia non arriverà all’Europeo per fare la comparsata. Non è nelle loro caratteristiche, inoltre sanno che possono dare del filo da torcere a chiunque. Come ho già detto precedentemente, la loro forza è nel gruppo e nel fatto che sono abituati a lottare per tutti i 90 minuti. Sabato ho commentato il girone B con  Zlatan Nalic, consulente dello staff tecnico ed osservatore per la Svezia Under 21. Siamo entrambi certi che la Svezia riuscirà a fare bene, nonostante la qualità degli avversari. C’è la consapevolezza che che la nazionale scandinava possa compiere autentici miracoli. Consiglio alle altre nazionali di stare molto attente e di non sottovalutare gli svedesi.

Ci sono calciatori della nazionale Under 21 che consiglieresti a qualche italiano e se sei a conoscenza di qualche club italiano interessato a qualcuno di loro?
A parte Guidetti che è un giocatore già affermato, mi sento di consigliare il difensore centrale Alexander Milosevic dell’AIK Solna. E’ giovane, di qualità e carismatico. Molto forte fisicamente ed abile con i piedi nell’impostazione di gioco. E’ stato monitorato da diversi club della nostra Serie A.  Un altro giocatore di grande potenzialità è Thelin, ala rapida e forte fisicamente che gioca nel Malmo. Se ha spazio davanti a sè riesce sempre a creare situazioni pericolose, è dotato di grande esplosività ed abilità nel dribbling nell’ 1 contro 1. Essendo molto alto è sempre pericoloso nel gioco aereo. Un giocatore da tenere sott’occhio per il futuro. Mattatore della partita contro la Francia, con una doppietta, è stato Lewicki. E’  un mediano o centrocampista centrale che da diverse stagioni è titolare nel BK Hacken, società militante nella massima divisione svedese. Vanta un’esperienza importante nelle giovanili del Bayern Monaco, è tornato in patria per misurarsi nel calcio dei grandi e giocare con continuità. E’ un ragazzo di talento, molto bravo in costruzione, nei movimenti senza palla e a dettare i tempi di gioco. Nonostante abbia un fisico compatto è molto tignoso in marcatura. Ha certamente le qualità per ritagliarsi un posto nei massimi campionati europei, penso sia arrivato il momento per lui di approdare in altri lidi, visto anche il contratto in scadenza.

Potrebbe trovare spazio in questa nazionale, Valmir Berisha, attaccante della Roma in prestito al Panathinaikos?
Di certo lo spero, considerando il rapporto che ho con Valmir. Lui al momento è la punta di diamante dell’ Under 19. Considerando che ha 18 anni non penso venga convocato all’Europeo Under 21, anche se potrebbe tornare utile come rimpiazzo per i titolari. Sarebbe certamente un’esperienza importante per il ragazzo, ma non penso ci sia bisogno di correre e saltare degli step importanti nello sviluppo del calciatore. Al Panathinaikos sta crescendo giorno dopo giorno e per un ragazzo della sua età è fondamentale, spero possa esordire quanto prima in prima squadra.

Cosa ci sai dire di Quaison, che fa parte della Svezia e, attualmente, gioca nel Palermo?
Quaison è un giocatore di buone potenzialità. Nell’Aik Solna ha iniziato come ala sinistra, per poi essere impiegato come centrocampista centrale. E’ un giocatore offensivo, con un buon piede destro ed un buon dribbling. Fin da quando è arrivato in Italia ho detto che avrebbe avuto bisogno di un periodo di 6 mesi per adattarsi al campionato italiano. Non è semplice passare da un calcio come quello svedese a quello italiano, in quanto a livello tattico ed a livello di intensità nel gioco c’è una differenza abissale.

In questi mesi si è parlato tanto di riforma del calcio italiano e di una maggiore valorizzazione dei giovani, in che modo i club italiani e la federazione dovrebbe agire per realizzare ciò?
La riforma di Tavecchio sull’introduzione obbligatoria in campo di almeno quattro italiani a  mio giudizio serve davvero a poco. E’ necessario pianificare lo sviluppo di centri federali con diramazioni nelle province e poi nelle regioni. Bisogna sviluppare un notevole network di scout in loco, che coprano tutto il territorio italiano e che riescano a monitorare tutti i ragazzi di qualità, anche raccomandandoli a determinate società che possano sviluppare la loro crescita. Bisogna partire dai giovani, non dai grandi. Siamo arrivati ad un punto in cui serve modificare la mentalità delle squadre, sempre pronte a pescare all’estero invece che guardare in casa propria per lanciare qualche giovane promettente. D’altra parte le società e tutti gli addetti ai lavori si rendono conto che il livello qualitativo dei giovani si sta abbassando di anno in anno, rendendo difficile un possibile inserimento di qualche elemento primavera. Guardando i campionati giovanili, quanti sono i ragazzi che risultano essere pronti per giocare in prima squadra in serie A e serie B? Si contano sulle dita di una mano. Questo è il fallimento del sistema calcio e di ogni singolo club. Per questo motivo le società si trovano a dover guardare all’estero. Ma bisogna stare attenti, non bisogna portare chiunque, ma solo giocatori che possano realmente portare un valore aggiunto alla società ed al campionato, che sia Serie A, B o Lega Pro. Resto dell’idea che sia necessario inserire le formazioni primavera, facendole diventare under 21, in campionati professionistici.  ll campionato Primavera risulta essere spesso poco competitivo e poco formativo, i ragazzi hanno bisogno di sviluppare le proprie capacità affrontando nuove difficoltà, che ad esempio una Lega Pro può offrire. Un giovane deve affrontare gli adulti, imparando a soffrire e cercandosi di migliorare giorno dopo giorno. I giovani sembrano sempre avere meno motivazioni e voglia di apprendere. E’ arrivata l’ora di iniziare un nuovo percorso, anche a medio/lungo termine, ma che porti realmente un valore nel futuro. Un investimento efficace e duraturo.

Infine, riguardo il tuo futuro: rimarrai in Svezia?
E’ presto per dirlo. L’ Allsvenskan è terminata da una settimana. I contatti non mancano, con qualche squadra sono più stretti. Vediamo cosa succederà, ma reputo altamente probabile una mia permanenza in