In questa rassegna europea, sono molteplici i giovani prospetti di talento che stanno cercando di sfruttare al meglio questa allettante quanto affascinante vetrina. Uno dei fenomeni, per non il dire il prodigio per antonomasia che oggigiorno sta stupendo più di tutti, sia per la sua tenera età che per le sue indiscutibili doti e qualità, è senza dubbio Lamine Yamal, incontenibile esterno destro offensivo spagnolo classe 2007. Proprio quando all’unanimità si pensava che la sua ascesa in questi campionati europei fosse del tutto inarrestabile, pare che il baby prodigio iberico, abbia trovato un degno avversario capace di limitarne la sua straripante tecnica. No, non stiamo parlando di un astuto accorgimento tecnico-tattico ideato da qualche brillante allenatore, né di un eccezionale difensore che potrebbe arginare le sue incessanti sgroppate, bensì di una particolare legge tedesca relativa al lavoro dei minori. Andiamo a vedere di cosa si tratta.

Cosa prevede la normativa tedesca sul lavoro dei minori

La normativa tedesca in materia si è espressa in modo chiara e concisa, prevedendo dei limiti ben precisi: le norme regolatorie in tale ambito vietano espressamente ai minori di 18 anni di poter continuare un’attività lavorativa dopo le ore 20. Tale norma prevede una proroga per una specifica categoria – gli atleti – a cui a permesso di poter restare in attività fino alle ore 23. Tale limite temporale inoltre deve necessariamente comprendere tutte le altre attività prettamente correlate e connesse all’attività lavorativa in questione, tra cui la doccia, gli impegni prestabiliti con i media e la conseguente uscita dallo stadio, tutte attività che la legge impone che non possono protrarsi oltre l’orario preventivamente stabilito dalla legge. Tale normativa inoltre, occorre ben attenzionare che non si limita a regolamentare solamente tutti coloro che siano definiti dalla legge come cittadini tedeschi, poiché tale norma ricomprende sotto di sé anche tutti gli stranieri che per questioni lavorative si trovano sul territorio tedesco.

Il ct. delle Furie Rosse Luis de la Fuente, onde evitare spiacevoli sorprese da un punto di vista sanzionatorio – visto che si tratta di un caso unico privo di precedenti – ha optato per la soluzione più cauta, come rilevato ad esempio nel match contro l’Italia, dove la guida tecnica spagnola ha deciso di togliere il baby prodigio al minuto 71’ (quindi alle ore 22 e 30 circa) cosi da poter permettere alla stella blaugrana di poter terminare tutte le attività connesse entro l’orario prestabilito dalla legge.

Cosa rischia la Spagna?

La violazione di tale norma, da quanto si deduce dall’ordinamento tedesco, si traduce in una vera e propria sanzione a cui incorrerebbe la Federcalcio spagnola. La natura della sanzione si limita solo ed esclusivamente ad una multa di natura pecuniaria – per l’esattezza circa 30 mila euro – non intaccando in alcun modo la Federcalcio spagnola con sanzioni sportive, quindi appare logico poter constatare che non c’è alcuna possibilità di vedersi comminare espresse sanzioni come ad esempio punti di penalizzazione o nella peggiore dei casi l’estromissione dall’Europeo. Adesso resta solamente da constatare come potrebbe eventualmente decidersi di comportare la nazionale iberica nel caso in cui un match si possa protrarre fino ai tempi supplementari e di conseguenza sforare con l’orario prestabilito a cui sarebbe soggetto la stella del Barcellona, anche se a dirla tutta, appare logico pensare che la natura decisamente esigua dell’importo non rappresenta di certo un limite cosi insormontabile.

A tal proposito la Federcalcio spagnola sta cercando attivamente una soluzione, come potrebbe esser ad esempio una deroga al governo tedesco, che possa permettere di trovare quantomeno una soluzione temporanea visto che da un punto di vista legislativo manca un vero e proprio precedente giudiziario a cui potersi riallacciare per poter meglio statuire tale discutibile quanto opinabile situazione.