Uno delle poche note liete del 2015 della Roma, Daniele Verde, ha rilasciato una breve intervista a La Gazzetta dello Sport, in cui ha raccontato alcuni curiosi retroscena del suo recente passato.

Sono stato molto vicino alla Juve.- dice il talento classe 1996- Dovevo fare un provino con i bianconeri, ma una nevicata mi impedì di fare il provino con loro. E’ a quel punto che vennero Bruno Conti, Muzzi e Montella decisi fortemente a portarmi alla Roma. E’ proprio il tecnico Montella, napoletano come lui ma romano d’adozione, che Daniele ringrazia: “A lui devo moltissime cose. Oltre a lavorare sulla tattica, mi ha insegnato come ci si comporta in un club professionistico, è soprattutto grazie a lui se oggi sono qui. La scorsa estate ho lavorato sodo, capivo che se non mi fossi calato con la giusta mentalità non avrei mai raggiunto questi livelli.”

I ringraziamenti vanno ovviamente anche a Rudi Garcia, il tecnico che lo ha lanciato tra i grandi del calcio italiano, per giunta in un momento non felicissimo per la Roma. Il tecnico francese ha più volte elogiato pubblicamente il talentino napoletano, evidenziandone però anche gli aspetti da migliorare: Devo migliorare con il piede destro, che non è al livello del sinistro.– ammette Verde- Devo crescere mentalmente e fisicamente, anche se sul colpo di testa dobbiamo ricominciare da capo.”

Un Verde che si è mostrato molto umile e quasi incredulo per il sogno che sta vivendo, ovvero quello di calcare i palchi dei protagonisti che fino a poco tempo fa seguiva solamente dalla televisione: “Io sono sincero: non so dove il mister (Rudi Garcia ndr) abbia visto questi mezzi. [..] Conosco bene i miei mezzi, non so se riuscirò ad arrivare ai livelli dove in tanti si aspettano che io possa arrivare”.

Chiusura dedicata con una battuta sul suo rapporto con il Napoli, e perché uno scugnizzo come lui non si sia ritrovato a giocare con la maglia azzurra: Al Napoli non ho mai detto di no. Però la squadra campana non mi ha mai cercato. Non sono mai stato contattato, né ho fatto un provino, nulla. Mi cercarono solo Juve e Roma, ma poi ci fu quella nevicata che mi fece capire che nel mio destino c’era la Roma.