Inutile girarci intorno: questa Under 21 non può non piacere. Certo, i tifosi pessimisti ci sono sempre stati e sempre ci saranno, ma dell’amichevole disputata ieri sera tutto bisogna guardare fuorché il risultato. L’ultima occasione in cui analizzammo la Nazionale fu dopo la partita vinta per 4-1 a Waterford contro l’Irlanda: la definimmo squadra solida, in virtù appunto del massiccio contributo che il reparto arretrato dava ai risultati del team. Cinque giorni dopo, l’Italia faticò moltissimo per trovare i tre punti con l’Andorra: decise il match un gol di Cerri a dieci minuti dal termine.

Doverosa panoramica generale prima di addentrarci nei temi caldi di questa Under 21. Il girone di qualificazione per l’Europeo in Polonia del 2017 è a più di metà corsa: sono già state giocate sette partite su 10, l’Italia ne ha vinte sei e pareggiata una, ha quattro punti di vantaggio sulla Slovenia e gli scontri diretti a favore, ne ha sei sulla Serbia e il ritorno da decidere. Il calendario è favorevole: la matematica dice che, se anche dovesse arrivare una sconfitta nella partita con la Serbia, basterebbero due vittorie con Andorra e Lituania, le chiudi-fila del girone, per accedere alla fase finale dell’Europeo. Niente più play-off: così ha deciso la UEFA.

Le note liete provengono, sparse, da tutti i reparti: tralasciando il ruolo di portiere, dove onestamente c’è solo l’imbarazzo della scelta, in difesa convince Conti come titolare, così come Caldara non ha fatto una brutta partita nonostante una lieve disattenzione sul gol di Cornet. Ovviamente, mancavano Rugani e Romagnoli, che sono l’inamovibile coppia di difesa. A centrocampo, citando il pezzo di Luca Bianchin sulla Gazzetta di oggi, “la mezzala ha un futuro”. Come dargli torto: rispetto a settembre, nonostante un Bernardeschi in meno, Di Biagio ha iniziato a convocare Mazzitelli, Pellegrini, Sensi, Grassi e altri; il neo centrocampista del Napoli, ieri, ha giocato davanti alla difesa, in attesa di Mandragora infortunato, ma ha dimostrato che i suoi inserimenti possono essere letali e che, quindi, la sua permanenza da play è solo una tappa del percorso. In attacco, Berardi è un fattore quando porta la “valigia da mago” (citando nuovamente Bianchin). Da sciogliere ancora le riserve sul ruolo da titolare al centro dell’attacco, a sinistra sgomita Federico Ricci del Crotone, che, il prossimo anno in Serie A, potrebbe diventare la vera sorpresa.

A fronte di tutto ciò, però, si staglia un pericolo che non dipende dall’Under 21: si tratta del cambio di allenatore in Nazionale maggiore. Ora, anche scongiurando il rischio che il ruolo vacante sarà ricoperto da Di Biagio, gli effetti sull’attuale assetto di gioco, che ha ancora un anno per essere perfezionato, sono potenzialmente devastanti. Perché i suoi interpreti sono potenzialmente devastanti. E quindi tutti sotto osservazione della Nazionale maggiore. Con il nuovo biennio dell’Italia, potrebbero salire di livello in pianta stabile giocatori come Rugani, Romagnoli e Berardi, un po’ come successe con Verratti, El Shaarawy e Perin, in età per lo scorso Europeo ma, alla fine, non convocati. I dubbi verranno sciolti a settembre, dopo il consueto test amichevole di metà agosto (il 10 con l’Albania): per ora, i segnali sono tranquillizzanti, soprattutto se confrontati con lo stesso periodo di due anni fa, quando le incertezze erano ben più gravi (ad ogni calcio d’angolo avversario, c’era da mettersi le mani davanti agli occhi e sperare bene).