di Matteo Albanese (footbola.it)

Kownacki e non Lipski per la Polonia, Strandberg e non Envgall per la Svezia. Queste le principali novità di una partita che entrambe le nazionali avrebbero dovuto vincere per ovvie esigenze di classifica: all’Arena Lublin è scontro decisivo visto il raggruppamento in cui l’Inghilterra primeggiava a quota 4 e la Slovacchia seguiva a -1. Alla fine è un pari pirotecnico, che accontenta nessuno ma allo stesso tempo lascia ancora un minimo spiraglio dovuto alla matematica. La qualificazione sarà un’impresa, ma nulla è detto fino alla fine. Certo è che la più bella tra le incompiute ha preso residenza in Polonia. E quant’è lontana quella formazione di Praga, distante soli due anni.

PRIMO TEMPO

Parte bene la Polonia, spinta dal pubblico di casa ma soprattutto dal desiderio di onorare fino in fondo il torneo organizzato qui. Si vede che la Svezia è quasi ingolfata, tutt’altro rispetto a quella creatura sempre pericolosa ammirata contro l’Inghilterra, e allora una ripartenza orchestrata da Kownacki porta alla rete di Moneta (6′). Da sottolineare l’errore da matita blu della retroguardia svedese, assai ballerina e orfana come detto qui di vari protagonisti primo tra tutti Lindelöf. Oltre alla ripartenza veloce, Stepinski e colleghi prediligono l’impostazione: la punta del Nantes parte alle sparte di Larsson e cerca di circumnavigare Cajtoft che però chiude all’ultimo la porta con un intervento da futsal. Sarà una serata di simulazioni: la prima accade al 12′, quando Tibbling cade in area dopo un contatto con Jaroszynski che Vincic però non ravvisa. La Svezia fatica terribilmente, sembra che Linetty e compagni possano tranquillamente condurre in porto la partita, Olsson deve ricorrere alle cattive maniere per fermare il centrocampista doriano e si becca un giallo. Al 21′ è Strandberg a trovarsi una colossale chance sui piedi ma a sbagliare concludendo flebilmente, segno però di una presenza costante nell’area difesa da Wrabel. Nel giro di 5 minuti, succede di tutto: Strandberg viene ammonito per simulazione, sull’altro fronte Frankowski calcia sull’esterno della rete una palla concessagli da una poco concentrata retroguardia scandinava, infine Cibicki emula il compagno col 10 e si vede sventolare un giallo per simulazione pure lui. La stessa punta del Malmoe ci prova al volo (33′), poi passano tre minuti e la Svezia pareggia. L’azione è una di quelle corali, gestite da manuale con la rifinitura di Fransson e i ricami di Olsson, e da un tiro del numero 7 nasce la respinta di Wrabel che però nulla può sul tap-in di testa realizzato da Carlos Strandberg. Finale in crescendo per gli scandinavi: su calcio d’angolo Hallberg indirizza a lato, poi Cibicki viene murato in corner sugli sviluppi del quale (41′) Jacob Une Larsson incorna a rete. Il blitz perfetto, per ribaltare il match e consentire un intervallo più sereno.

SECONDO TEMPO

Fischia Vincic e nemmeno 10 secondi che Kownacki interviene malamente su Larsson ottenendo così un posto nella lista dei cattivi. Cibicki per poco non trova la porta, nel complesso la Svezia attende e riparte mentre la Polonia prova frettolosamente ad imporre il proprio gioco. Al 54′ la chance capita al giocatore sulla carta più tecnico della rosa di Dorna, il 9 Stepinski, ma Cajtoft respinge in un modo non perfetto ma comunque efficace. Stranamente è ancora la nazionale padrona di casa a creare: da un invitante contropiede però Linetty calcia addosso al numero 12 svedese vanificando una possibile occasione. Per qualche strano motivo Niezgoda rileva Stepinski, mentre Tibbling si infortuna ed è sostituito da Tankovic. Al 69′ è il momento di Engvall, che rileva Strandberg componendo così la coppia che alla vigilia era ritenuta titolare. Il benvenuto al numero 11 proviene da Bednarek, con un intervento duro che costa l’ammonizione al centrale difensivo polacco: complessivamente, se i padroni di casa provano ad imbastire pericoli ma raramente riescono, la Svezia difende in modo ordinato. A perdere è lo spettacolo, inevitabilmente: scordatevi un tempo come il primo. Lipski entra per Moneta, Cibicki ha due occasioni ma è leggermente impreciso. Cajtoft deve superarsi su un colpo di testa di Kownacki, poi fioccano i cartellini e i cambi (Mrabti e Piatek, fuori Fransson e Dawidowicz). Sembra che la Svezia controlli agevolmente il match, poi però la tempesta. E’ il 90′, e da un’ingenua trattenuta di Filip Dagerstal sul neo entrato Piatek scaturisce il calcio di rigore che Kownacki realizza spiazzando Cajtoft. Al 93′ ancora il numero 16 avrebbe un’occasione per la clamorosa rimonta, ma la palla sibila sull’esterno della rete. Termina tutto con un brivido, con l’ultima folata offensiva polacca, ma permane il pareggio. Che però, per forza di cose, non può che avere un sapore amaro per la Svezia.

Ecco il tabellino:

Polonia (4-2-3-1): Wrabel; Kedziora, Bednarek, Jach, Jaroszynski; Dawidowicz (dall’87’ Piatek), Linetty; Frankowski, Kownacki, Moneta (dal 74′ Lipski); Stępiński (dal 58′ Niezgoda). All. Dorna

Svezia (4-3-1-2): Cajtoft; Wahlqvist, Larsson, Dagerstal, Lundqvist; Tibbling (dal 62′ Tankovic), Hallberg, Fransson (dall’87’ Mrabti); Olsson; Strandberg (dal 69′ Engvall), Cibicki. All. Ericson

Reti: 6′ Moneta (P), 36′ Strandberg (S), 41′ Larsson (S), 90′ rig. Kownacki (P).

Ammoniti: Bednarek, Linetty, Kownacki, Niezgoda (P), Wahlqvist, Dagerstal, Hallberg, Olsson, Strandberg, Cibicki (S). Arbitro: Vincic.