di Marco Fanuli (promessedelcalcio.blogspot.it)
Nuovo appuntamento con la rubrica Alla Scoperta Di, in collaborazione con Promessedelcalcio.blogspot.it. Oggi è il turno di Gonzalo Maroni.
Quando il tuo allenatore decide di schierarti dal primo minuto in campionato con la gloriosa maglia del Boca nonostante la tua carta d’identità riveli da poco il traguardo della maggiore età, i casi sono due: o il tuo allenatore è un incompetente, oppure ha visto in te qualità importanti, fuori dal comune.
E per come sono andate le cose nella partita della Bombonera tra i padroni di casa e l’Arsenal de Sarandi (fanalino di coda) nella ventiduesima giornata della Primera Divisiòn è abbastanza evidente che il tecnico Schelotto di calcio se ne intende e che di conseguenza, ha visto nel classe ’99 Gonzalo Maroni, qualità tecniche e mentali che in pochi dimostrano di avere alla sua età. Non solo perché nel corso del primo tempo deride due avversari con un sombrero e un tunnel nell’arco della stessa azione, ma anche e soprattutto perché fissa la rete del definitivo 3-0 con un colpo al volo di destro in assoluta naturalezza e bellezza.
Un susseguirsi di giocate da trequartista puro che hanno infiammato i presenti, oggi convinti più che mai, di avere tra le mani un potenziale campione e di assistere presto ad altre prestazioni di livello del piccolo talento di Còrdoba, giunto al Boca Juniors poco più di un anno fa dall’Instituto AC Còrdoba (nel gennaio 2016) quando di anni ne aveva appena 16, ignorando le lusinghe – un anno prima – di Belgrano e San Lorenzo. Origini calcistiche, quindi, uguali al suo idolo ed oggi trascinatore della Juve Paulo Dybala, che spera un giorno di rincontrare in campo magari con la stessa casacca indosso, dopo averlo già incrociato in passato, ai tempi dell’Instituto.
Adesso le attenzioni sono tutte per il giovanissimo numero 20 del Boca –già soprannominato El Pibe – ma confermarsi ad alti livelli, magari con avversari più blasonati, non è compito semplice anche perché le aspettative dei suoi tifosi sono aumentate in modo esponenziale dopo questa prestazione e un calo (anche se comprensibile) non verrebbe visto di buon occhio dall’esigente e allo stesso tempo passionale tifo di Buenos Aires. Ma per fortuna, il tempo resterà ancora per molto un suo grande alleato per la lunga scalata nel grande calcio.
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