Rescate, il riscatto. Nessuna parola può definire meglio Panama di metà anni ’90. Una nazione prima illusa e poi tradita dall’uomo che ne ha fatto prima uno dei vari paesi satelliti degli Stati Uniti, e poi il proprio parco giochi personale: cara de pina, al secolo Manuel Noriega. Dittatore per oltre mezzo secolo dei panamensi e causa principale delle contese per l’istmo di Panama, la grande ricchezza del paese di cui i cittadini non hanno mai potuto beneficiare, essendo sempre stato amministrato dal miglior offerente straniero presentatosi al tavolo di governo. Nel 1995 Noriega è stato arrestato per traffico di stupefacenti e riciclaggio di denaro, e la regione istmica più finalmente vivere una nuova epoca, ed è in questo periodo storico ricco di speranza che nasce Fidel Escobar. Cresciuto a San Miguelito, distretto appena fuori la capitale, è l’emblema della nuova generazione di panamensi che vuole cambiare il volto della propria patria grazie allo sport, stufo della storia del paradiso fiscale e degli stereotipi che hanno contribuito a disegnare un’immagine erronea del proprio paese.

GLI INIZI

Escobar inizia a giocare per il club della sua città, La Chorrera, venendo impiegato da mediano roccioso davanti alla difesa. Le prime performance gli valgono il titolo di miglior promessa calcistica locale, mettendosi in luce anche all’estero grazie all’ottimo mondiale under 20 disputato in Nuova Zelanda nel 2015, risultando il migliore in campo nel clamoroso 2-2 contro l’Argentina di Correa e Simeone, mettendo a segno il gol del definitivo pareggio a due minuti dallo scadere. Prospettiva dalla sua e 1,82 m per 82 kg che convincono lo Sporting Lisbona a portarlo in Portogallo, diventando il primo giocatore panamense a essere tesserato per una società europea non-spagnola. Purtroppo l’esperienza portoghese si rivela poco fortunata, soltanto 14 le presenze raccolte in una stagione fra le riserve dei lusitani. E’meglio tornare vicino casa, ma non troppo. Sì, perché nonostante un’annata non entusiasmante, Fidel Escobar ha esordito in nazionale maggiore a soli venti anni, e con l’ottimo svolto insieme al CT colombiano Hernan Gòmez è notevolmente migliorato in fase difensiva, acquisendo grande sicurezza nel ruolo di difensore centrale accanto al capitano e ben più esperto Ròman Torres, dal quale ha ereditato la marcatura a uomo molto fisica. Le costanti convocazioni e la partecipazione alla CONCACAF Golden Cup negli USA del 2017 con la selezione caraibica fanno circolare il suo nome per tutto il Nordamerica.

CARRIERA

125 mila dollari e i New York Red Bulls se lo aggiudicano in prestito con diritto di riscatto per due anni, insieme al connazionale terzino destro e classe ’96 Michael Murillo. Gli States sembrano essere la sua casa calcistica e l’MLS il campionato ideale, dove esprimere al meglio le proprie doti. 16 le apparizioni newyorkesi per lui durante la scorsa stagione, condite anche da una rete. Ma più che i numeri di Fidel Escobar colpisce il miglioramento progressivo, che ultimamente ha dato i suoi frutti in termini di capacità offensiva, una caratteristica importante per un difensore moderno. Affina incontro dopo incontro il suo potente destro, divenendo così un buon tiratore dalla distanza e aggiudicandosi l’incarico di tiratore di punizioni dei Canaleros, segnando nel fondamentale esagonale contro l’Honduras valido per la qualificazione a Russia 2018, raggiunta al fotofinish l’11 ottobre del 2017 battendo Costa Rica, partecipando così per la prima volta a un campionato del mondo. Un traguardo abbastanza sentito da quelle parti, se, dando un’occhiata alle feste nazionali, troviamo il 3 e 4 novembre, giornate dell’indipendenza dalla Colombia, e proprio l’11 ottobre. Il sorteggio per la FePA non è gentilissimo: Imghilterra, Belgio e Tunisia. Ma Escobar è pronto, è consapevole del suo valore, sceglie per la spedizione mondiale la 4 che indossa il suo idolo Varane in nazionale e si dimostra maturo nelle dichiarazioni dal ritiro russo, dove invita i suoi giovani connazionali a non lasciare per nulla gli studi nella vita. Ma il 18 di giugno arriva il suo di esame, di fronte il Beglio e un famelico Romelu Lukaku da inibire. Finale, 3-0 per i demoni rossi, con doppietta del nove dello United. Tutto da pronostico, però nulla toglie agli ottimi 20 i minuti giocati da Panama, e alla prestazione degna di nota di Escobar, che è riuscito a contenere fisicamente Lukaku più volte durante il match, le cui reti sono arrivate più per merito della coppia Hazard-De Bruyne che per errori difensivi. Fidel è riuscito anche a impensierire Courtois con una punizione tirata sotto la barriera dal limite. Dopo l’esordio internazionale, è lecito credere che a 23 anni Fidel Escobar si sia tolto più di qualche soddisfazione.