Una delle responsabilità più difficili in capo ad un allenatore è la scelta del capitano. Il capitano non deve essere solo un leader in campo, ma anche nello spogliatoio e fuori dal contesto sportivo; deve incarnare al meglio i valori della maglia che indossa, e non può permettersi di farsi sovrastare dall’emotività. Per questo deve essere equilibrato e razionale, ma sempre il primo ad entrare e l’ultimo ad abbandonare il rettangolo di gioco. A lui si chiede sempre qualcosa in più degli altri. Se però in squadra hai giocatori come Sebastian Gamarra, l’enigma è di facile risoluzione. Dopo la partenza di Mastalli verso il Lugano di Zeman, mister Brocchi non ha avuto nessun dubbio su chi dovesse succedergli. Sebastian Gamarra rispetta tutti i requisiti del capitano perfetto.

Nato nella città boliviana di Tirija il 15 gennaio del 1997, Sebastian Gamarra muove i suoi primi passi calcistici nel Tahuichi FC, squadra esclusivamente giovanile del suo paese. Il talento si vede subito, e le big europee ci mettono pochissimo a notarlo; tra le grandi del vecchio continente, la più lesta ad accaparrarsi il suo talento però, è una piccola del calcio italiano, che di affari, con giovani talenti, ne ha fatti tanti: il Brescia. Nell’agosto del 2009, Gamarra, comincia a vestire la 10 delle “rondinelle”, con cui vince una “Gothia Cup“, e nella quale, oltre alle giocate sopraffine, si aggiudica la classifica cannonieri realizzando anche il gol più veloce mai segnato nella storia della manifestazione, dopo appena 6 secondi dal calcio d’inizio.

Tutto il bello che fa vedere con la casacca del Brescia lo porta presto a fare il salto di qualità: nell’estate del 2012 il boliviano firma col Milan; è il nome giusto, secondo i responsabili del settore giovanile, sul quale puntare, per portare al trionfo gli Allievi nazionali rossoneri. Nella stagione 2012/2013, la squadra non vincerà il campionato di categoria, ma Gamarra fa sfracelli; mister Bertuzzo, da trequartista lo sposta playmaker a centrocampo, proprio come fece Ancelotti con Pirlo; è la mossa che permette a Sebastian di prendere in mano le redini della squadra, e soprattutto, di esprimere al massimo il suo talento. A 17 anni ancora da compiere il passaggio in Primavera, e dopo un sola stagione, la grande responsabilità della fascia da capitano.

Scelta giusta, giustissima, visto che la sua maturità, e le doti tecniche, lo portano a rispondere alla convocazione della Bolivia per la Copa America in Cile: è l’atleta più giovane a partecipare alla competizione calcistica più antica della storia. Un record, che non può comparire come tale se si conosce la classe di questo atleta: destro naturale e sopraffino, baricentro basso e leve proporzionate; struttura fisica di tutto rispetto, coi suoi 178 cm per 68 km di peso. La visione di gioco totale e la precisione nel tiro, che alla sua età, non sono concepibili, gli permettono di imbeccare i compagni con facilità anche a 30 metri di distanza, e di essere un cecchino infallibile sui calci piazzati. La grinta e la tenacia, insite nel suo carattere sudamericano, gli permettono di essere utile anche in fase di interdizione: quando c’è da mettere la gamba, lui non si tira indietro. L’intelligenza tattica di cui è in possesso, gli permette, in caso di necessità, di guidare anche il reparto arretrato. Il passo e l’incedere lo fanno somigliare un po’ a Pizarro ed un po’ a Pirlo, ma lui è semplicemente Sebastian Gamarra, “el caudillo” rossonero.

 

Nome e Cognome: Sebastian Gamarra Ruiz

Data di nascita: 15 Gennaio 1997

Luogo di nascita: Tarija (Bolivia)

Nazionalità: boliviano

Altezza: 178 cm

Peso forma: 68 kg

Ruolo: centrocampista

Piede: destro

Squadra di appartenenza: AC Milan

Numero di maglia: 10

Fonte Dati: Transfermarkt