Oggi parliamo di un ragazzo con una storia particolare, almeno per quel che riguarda il suo percorso sul campo. Uno dei tanti ragazzi normodotati, non notissimi al grande pubblico e senza grandi previsioni degli addetti ai lavori circa il suo futuro. Il ragazzo stesso, però, è stato un uomo fondamentale per la conquista della Finale del Campionato Allievi Under 17 per l’Atalanta nella scorsa stagione. Scopriamo brevemente il suo profilo.
Parliamo di Mirko Vedovati, jolly in forza alla formazione Berretti dell’Atalanta allenata da Stefano Lorenzi, l’ultimo nella storia nerazzurra a firmare una vittoria della Dea sulla Juventus (era il 3 febbraio del 2001, più di sedici anni fa).
Mirko nasce e cresce calcisticamente nella sua Cene, piccolo comune della Val Seriana situato a circa quindici chilometri da Bergamo. Situato in una zona che ha dato i natali anche a calciatori del calibro del compianto Perani, di Beppe Signori e dell’emergente Caldara, Cene è anche il paese di cui è originario l’ex centravanti della Primavera nerazzurra Bangal (classe 1995), ora senza squadra.
Tornando a Mirko, il ragazzo inizia a muovere da piccolissimo i primi passi tra le fila dell’Ardens Cene, poi tramutatosi in AlzanoCene dopo la fusione con l’ex Alzano Virescit, società militante in Serie B all’inizio degli anni 2000.
Gli inizi, peraltro, sono stati da portiere. Poi durante una partita subentra a un compagno attaccante in virtù di un suo infortunio: da lì capirà di voler seguire un’altra strada.
All’Atalanta arriva molto giovane, iniziando a crescere con quello che poi diverrà il forte gruppo dei primi millennials nerazzurri. In un anno decisivo per la sua formazione da calciatore passa in prestito al Monza, dove agisce soprattutto da centrocampista. L’anno di Vedovati è molto positivo, tanto da attirare le attenzioni del Torino sul suo conto.
Le sirene di ritorno dell’Atalanta, però, fanno cambiare tutto, con Mirko che torna al fianco dei compagni che avevano dominato il proprio girone nella regular season in Under 15 (salvo poi uscire ai playoff contro il Bologna di Pagliuca).
Il ritorno non è facile, con lo spazio che non è molto e la ricerca di un ruolo che spazia tra il centro della difesa e quello di terzino. L’anno successivo, nell’importante categoria dell’U17, lo vede impiegato solo in spezzoni di partite, anche a causa di un brutto problema accusato alla cresta iliaca.
Una grande soddisfazione, però, Mirko se la leva, realizzando con una bomba all’incrocio dei pali il rigore che lancia l’Atalanta alla finalissima poi beffardamente, anche nelle modalità, persa contro l’Inter.
Contro i ragazzi di Zanchetta Mirko gioca i supplementari, dimostrando una crescita importante nello sprint finale di stagione.
Un tratto che lo ha caratterizzato anche nei due anni passati, viste le ottime prestazioni che aveva messo in mostra nei vari tornei di fine anno sia nel 15-16 che nel 16-17, quando aveva ben figurato nel prestigioso Memorial Mazza di Treviglio e messo a segno anche alcuni gol in questi appuntamenti.
Ora il passaggio in Berretti, campionato che vede i 2000 “meno pronti” di alcune squadre di A (Inter, Sassuolo e Torino le altre ad aver scelto di tenere tale categoria tra le proprie fila) affrontare le “Primavere” delle squadre di Lega Pro.
L’Atalanta sta facendo bene, con la testa della classifica condivisa con gli eterni rivali interisti. Per Vedovati ancora non moltissimo spazio, con Kraja e l’interessante Tommaso Cavalli a far da titolari nella maggioranza delle occasioni.
Il ragazzo di Cene attende la sua occasione, sperando si tornare a vivere altri bei momenti, come quelli dei tornei o del famoso rigore.
Magari dedicando i suoi successi alla sua famiglia, che lo segue sempre con attenzione e affetto.
Le soddisfazioni che cerca di dare ai genitori, però, non sono solo sul campo, visto che frequenta con buoni risultati il non facile Liceo Scientifico Statale Edoardo Amaldi ad Alzano Lombardo. Finora è stato promosso tre anni su tre, una gioia non da tutti, specie in un mondo come il calcio che vede qualche volta l’aspetto scolastico un po’ in secondo piano in alcune realtà familiari.
CARATTERISTICHE TECNICHE Visto il suo passato da centrocampista già accennato in precedenza Vedovati è un difensore in grado di abbinare competenze di impostazione della manovra alle capacità difensive.
Forte nel gioco aereo (in virtù dei 192 cm che madre natura gli ha donato), è apprezzabile anche per la discreta personalità di cui dispone.
Vedovati è caratterizzato anche da una buon tiro, che gli permette di calciare in modo migliore di molti altri difensori dalla media distanza.
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