“Quando vedo giocare il Sassuolo mi dà l’idea di un calcio molto propositivo”, firmato Pep Guardiola. Una vera e propria investitura quella di colui che viene ritenuto il migliore allenatore in circolazione, nei confronti di chi ha portato questa idea di calcio bello e sfrontato in terra emiliana: Roberto De Zerbi.  Il tecnico bresciano si sta confermando come uno degli allenatori emergenti del panorama nazionale, tra i più apprezzati per la capacità di trasmettere alle squadre che allena i propri principi di gioco, fatti di un calcio prettamente offensivo, basato su un prolungato possesso palla e su rapide transizioni in verticale.

Una carriera iniziata tra i dilettanti sulla panchina del Darfo Boario in Serie D, proseguita poi con l’ascesa tra i professionisti: Foggia (una Coppa Italia di Lega PRO in bacheca), Palermo e Benevento, fino alla panchina del Sassuolo. La seconda vita calcistica di De Zerbi, dopo aver appeso le scarpette al chiodo, nasce il 27 novembre 2012, data nella quale consegue il patentino d’allenatore presso il Centro Federale di Coverciano. Una parentesi in Serie D e poi subito tra i Pro alla guida del Foggia, non solo della squadra, ma di una città intera che lo eleva a condottiero e che inizia ad apprezzare i meccanismi di un calcio quasi utopistico se collocato in un contesto tatticamente estremizzato come quello nostrano.

L’abito tattico prediletto è il 4-3-3, nel quale la costruzione deve partire dal basso, dalla linea difensiva, aggirando il primo pressing. Discorso da estendere anche al portiere che, per ammissione dello stesso De Zerbi “deve fare partire l’azione e deve essere l’undicesimo giocatore bravo con i piedi”. Il centrocampo a tre non può prescindere da una cifra tecnica importante: qualità, pulizia nel passaggio e grande dinamismo. Davanti, esterni a piede invertito (vedasi Berardi e Di Francesco) e al centro una prima punta di peso o in alternativa un falso nueve, splendidamente interpretato tra i neroverdi da Boateng.  Un allenatore che sa coniugare bel gioco ma anche risultati: a Foggia, oltre alla già citata Coppa Italia di Lega PRO, trascina i rossoneri sino alla finale di Playoff, persa contro il Pisa. A Palermo non sopravvive al tritatutto Zamparini, mentre a Benevento eredita una squadra virtualmente già retrocessa a -10 dal terzultimo posto, riuscendo comunque a raccogliere parecchi consensi senza mai snaturare il proprio credo. “Guardo con interesse quello che sta facendo De Zerbi con il Benevento” disse non più tardi di un anno fa un certo Arrigo Sacchi. Uno che di rivoluzioni se ne intende…