Talent scouting: la nuova rubrica di Football Scouting

Grazie al contributo di Luigi Esposito, talent scout di professione, nei prossimi giorni vi terremo compagnia con questa nuova rubrica. Come avviene la scelta del giovane calciatore? Perché e da cosa si capisce che può avere un potenziale tale da diventare professionista? Quali sono i valori da considerare? Con l’approfondimento a seguito, diviso in vari articoli, andremo a scoprire qualche curiosità in più sul mondo del talent scouting.

Talent Scouting: la figura del talent scout

Il giovane calciatore di prospettiva è colui che mostra un potenziale superiore alla media della sua età.

Per potenziale si intende l’insieme delle capacità positive che il calciatore possiede, il modo in cui vengono applicate nelle varie situazione di gioco facendolo risultare determinante per la propria squadra.

Nel calcio moderno sono richiesti spesso importanti punti di forza, buona struttura fisica, margini di miglioramento e una buona capacità cognitiva per apprendere e mettere in pratica gli insegnamenti e reggere l’impatto emotivo.

Tra coloro in grado di osservare e valutare se il giovane calciatore possiede questo potenziale e stabilire se è di prospettiva o addirittura risultare essere anche talentuoso, grazie alle sue conoscenze calcistiche e all’esperienza maturata sui campi, c’è sicuramente il Talent Scout.

Talent Scouting: dividere il buon giocatore dal potenziale campione

Prima di esprimersi con un proprio parere il Talent Scout deve confrontare mentalmente i giovani calciatori con quelli precedentemente osservati. Avendo in memoria un cospicuo numero di partite nelle diverse categorie giovanili è in grado di comprendere e comparare tra i vari livelli qual è la fascia o categoria di collocazione.

Non bisogna confondere una buona prestazione di un giovane dotato di buona tecnica con il potenziale reale in prospettiva. Magari il  contesto gara era anche più facile.

Oggi alcuni Club preferiscono giovani già pronti da un punto di vista Tecnico-Tattico di squadra avendo necessità di vincere immediatamente i campionati Giovanili per fini statistici.

Infatti ogni anno tanti giovani, fatta eccezione per pochi, lasciano il calcio professionistico dopo 4 anni di giovanili. Non risultano idonei o ‘pronti’ per il calcio delle prime squadre. Il loro potenziale non è sufficientemente aumentato pur possedendo buone doti tecniche. In questo caso dopo anni di sacrificio dovranno accontentarsi di categorie dilettantistiche.

Questo è uno dei motivi per cui il Talent Scout deve avere l’intelligenza e la professionalità di non illudere i giovani calciatori e di essere serio e corretto nelle proprie scelte.

Talent Scouting: note a margine

Secondo la mia modesta opinione il ruolo del Talent Scout va esercitato a tempo pieno, con continuo aggiornamento su quelli che sono i nuovi principi del calcio giovanile italiano, europeo e mondiale. Quello del Talent Scout è, e sarà, un ruolo sempre più richiesto dalle società professionistiche. Sono pochi quelli professionalmente preparati, formati, che hanno la lungimiranza di capire un potenziale in prospettiva.