Una volta, bisogna sempre scrivere la verità, la gente faceva a gara per accaparrarsi un biglietto utile per seguire la propria squadra del cuore. Il sottoscritto ricorda con molto piacere quando si recava allo stadio con un panino in tasca perché, in precedenza, aveva ingerito di fretta la cotoletta impanata della nonna. Eccetto  che per qualche match interessante, per qualche tifoseria cosiddetta “calda”, il nostro calcio sta vivendo un momento difficilissimo concernente gli spettatori. I dati sono incredibilmente terribili per un mondo, quello pallonaro, spesso al centro di sospetti, polemiche e grattacapi di ogni genere. Ieri, nel primo turno infrasettimanale della Serie A, nei rispettivi stadi si contavano più spazi vuoti che persone festanti e concentrati sui match in questione.

Prendendo in considerazione i tagliandi staccati rispettivamente dello “Juventus Stadium” di Torino, del “San Paolo” di Napoli e del “Meazza” di Milano, ci rendiamo conto il declino di un torneo che, fino a poco tempo fa, era considerato il più interessante del pianeta. Per Juve-Cesena c’erano poco meno di 36.000 spettatori, un dato che potrebbe essere positivo, ma i vuoti hanno fatto la loro pessima figura. Per Napoli-Palermo, poi, non ne parliamo: quasi 20.000 persone per un match fondamentale per gli azzurri, segno tangibile di un rapporto ormai incrinato tra De Laurentiis e la piazza partenopea, stufa di “partecipare” a un campionato che non vince da molto tempo. E, infine, “San Siro”, con i suoi 29.000 sostenitori che hanno “trascinato”, si fa per dire, l’Inter alla vittoria nella sfida contro l’Atalanta. Quello che balza all’occhio, oltre agli enormi buchi nei settori, è che queste statistiche sono comprendenti di abbonati. Dunque fate voi due conti.

La causa dell’improvvisa disaffezione? Semplice: leggi che implicano rotture di scatole se si vuole andare in trasferta, ma non solo, con codice fiscale, documento, risultati delle analisi del sangue che devono essere a portata di mano perché i controlli implicano tutto ciò. Poi esiste il caro biglietti, con curve che, una volta, costavano 15.000 lire, mentre oggi, per una partita tra Scapoli e Ammogliati, ci vogliono ben 45 euro, esclusa l’IVA. Quindi, se in Bundesliga, Premier e Liga la percentuale di riempimento negli stadi supera l’80%, non ci lamentiamo. Anche lì c’è la pay-tv, anche lì ci sono controlli (mai come in Italia), ma i tifosi sono rispettati, in primis sul costo dei tickets.